Si ma al di là della scala dialettica il punto è che il discorso impostato così rischia di avere una connotazione nazionalista che mi convince poco.
La retorica sull'elite tedesca, la purezza tedesca, le qualità dell'economia tedesca non è altro che un modo per far passare una determinata concezione dell'economia e della politica che in Europa si impone in termini assoluti.
Ma con questa imposizione il lavoratore precario tedesco (e sono milioni) non c'entra un beneamato cazzo.
Mentre c'entra tantissimo l'italianissimo Draghi. L'italianissimo Renzi. O l'inglesissimo Cameron.
Questo è il problema.
Sono d'accordo, io ci arriverei dopo, pero'.
Io, al limite, quello contro cui mi lancio, é il nazionalismo al contrario.
Quello che, facendo una lettura semplicistica delle questioni in ballo, da anni é riportato, appunto, come una presunta superiore laboriosità di un membro dell'UE, una presunta gerarchia di virtù che viene accettata pedissequamente e ripresa in mille editoriali, in milioni di discorsi.
E che, poi, più pragmaticamente, si trasformano in scelte elettorali drogate da informazioni false.