cerchiamo di fare alcune puntualizzazioni.
Lusso può voler dire tante cose, come dice RGLazio può essere una forma di esclusività, una cosa costosa perché particolarmente oneroso è il suo processo di produzione o ancora perchè molto rara.
Nel primo caso, l'esclusività, rientrano tutti quei beni e servizi che seppur non costosi di loro, lo diventano per escludere gran parte delle persone dall'utilizzo. Pagare 10 euro mezzo litro d'acqua e 50 un cocktail nell'hotel in Sardegna o nello stabilimento di forte dei marmi è esattamente questo.
O anche un consumo che non tiene minimamente conto dell'impatto sugli altri, vedi l'utilizzo di jet privati per qualsiasi spostamento.
E mi fa schifo, concordo. Perché il suo significato è squisitamente sociale, non ha altre ragioni d'essere. Se Piccolotti fosse stata vista lì avrei capito la polemica.
Poi c'è il lusso legato alla rarità. Un'opera d'arte famosa, una pietra rara, un oggetto da collezione sfuggono alla semplice riproducibilità ed assumono un prezzo che diviene alto sulla semplice base della domanda e offerta.
Se spendo 100k per la maglia che Maradona ha indossato in una partita celebre la cosa può essere totalmente assurda per qualcuno e non per altri. Sono sicuro che se li spendo per un Picasso (ne servirebbero molti di più) già troverei meno detrattori, o magari lo sarebbero sotto voce per non sembrare dei caproni ignoranti che disprezzano un acquisto di alta cultura.
è uno dei pochi casi in cui effettivamente il prezzo è dato da quanto desideri quella specifica cosa.
In questo caso la mia capacità a pagare è ciò che consente di avere io quella cosa e non altri che magari la desiderano tanto quanto. Ciò che mi consente di toglierla loro (o alla collettività, in un museo o forma simile).
Diciamo che qui la critica ci potrebbe ancora stare, nella misura in cui rendo privata una bellezza che potrebbe/dovrebbe essere pubblica, a disposizione anche di chi non ha quella disponibilità.
Infine c'è il lusso dovuto alla costosità del bene o servizio acquistato, riproducibile ma ad alto costo.
Una cena stellata, che prevede cucine con 10-15 persone per una ventina di coperti, un mobile decorato che prevede il lavoro di una bottega artigiana in diversi mesi, un abito sartoriale, un'automobile sportiva fatta coi migliori materiali e le più innovative scoperte dell'aerodinamica e della meccanica sono lusso perché pochi possono permettersi quel costo, ma la loro esclusività non è l'obiettivo, semmai è il risultato indiretto (a differenza del primo esempio).
La tesla a 47k, che ripeto NON è un'auto particolarmente costosa in rapporto a quelli che sono i prezzi delle auto DAVVERO costose, rientra pienamente in questo terzo caso. Il suo costo è ampiamente giustificato dalla particolarità del veicolo, non dalla volontà di escludere dall'acquisto chi non può permettersela (cosa che invece fa Ferrari, per dirne una, con un colloquio precedente l'acquisto volto ad accertare lo status dell'acquirente).
A me pare che spesso a sinistra si confondano queste tre specificità finendo in un discorso moralista per cui se tu appartieni politicamente a questo mondo, anche se avresti possibilità di consumi elevati, non devi usufruirne perché altrimenti è sbagliato.
Il che cosa comporterebbe concretamente? O che li devi fare di nascosto o che inizi ad accumulare pesantemente, magari investendo in forme anonime, diventando paradossalmente molto più ricco che consumando (perché il capitale si accumula così, non certo nei consumi).
Di fatto la critica diventa una roba simile all'etica austera del capitalismo (che ha bisogno di risparmio per gli investimenti e non certo di consumi sfrenati) e paradossalmente rischia di produrre lo stesso effetto.