Romanzo musicale

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Re:Romanzo musicale
« Risposta #320 il: 30 Ago 2023, 20:37 »
@Leo...@Fiammetta

Ci avete offerto l´antipasto e ora ci lasciate a stomaco vuoto???  :) :beer:
Scusa RG e scusatemi tutti, ma è un momentaccio. Ho una scadenza e l'Operazione Delfino è un argomento complesso con pochissime fonti.
Re:Romanzo musicale
« Risposta #321 il: 31 Ago 2023, 21:16 »
Questa è la storia di Rocco, un ragazzino calabrese il quale -all’età di dieci anni, nel 1949- raggiunse il padre che lavorava come minatore in Belgio.
Erano tanti i minatori italiani che lavoravano in quel paese, grazie ad un accordo tra De Gasperi ed il governo belga, che prevedeva il trasferimento in Belgio di 50.000 operai sotto i 35 anni in buono stato di salute, in cambio di 200 kg di carbone al giorno garantito all’Italia.
Appena arrivato in Belgio, Rocco trova un ambiente ostile: nella piccola città mineraria vive in una miserabile baracca di legno, la gente del posto è diffidente, il clima è freddo, a scuola viene emarginato e lo chiamano ‘zingaro’. Per alleviare la sua tristezza, il ragazzino suona la fisarmonica, come aveva imparato a fare nel suo paese natale.
Intanto si innamora di una ragazza fiamminga, figlia del droghiere del paese, e forma una band, ‘Il Quintetto internazionale’. Ma il il padre è contrario alle sue aspirazioni artistiche, vuole per il figlio un lavoro che dia sicurezza economica. E così Rocco va a lavorare come meccanico, però di notte, all’insaputa del padre, continua a suonare con gli amici.  Un giorno, per fare colpo sulla ragazza che ama, compone una canzone alla quale dà il titolo di “Marina”, come il nome di una nota marca di sigarette che, per caso, nota su un poster pubblicitario. La canzone piace ad un produttore discografico che accetta di registrare un singolo, ma presto la situazione precipita: il disco non ha successo e la ragazza che ama è vittima di violenza, ed è proprio lui ad essere ingiustamente accusato del gesto. Alla fine Rocco viene scagionato, ma la ragazza viene costretta dalla famiglia a partire per gli Stati Uniti. Nel frattempo, crolla una galleria nella miniera in cui lavora il padre; l’uomo miracolosamente si salva, ma si ritrova all’improvviso senza lavoro ed invalido.
Il ritorno in Italia sia ormai inevitabile. Rocco – siamo nel 1959 – decide di fare un ultimo, disperato tentativo: fa stampare a sue spese 300 copie del disco, e lo mette nei jukebox dei dintorni. Questa volta la canzone ha un grande successo e diventa subito una hit non solo in Belgio, ma anche in tutta Europa e perfino negli Stati Uniti. ‘Marina’ è la “ragazza mora ma carina” che fa sognare i nostri emigranti. Il padre di Rocco diventa finalmente orgoglioso del figlio, mentre il giovane calabrese raggiunge la vetta dei 45 giri più venduti e una società discografica americana lo porta in tour in America, fino al mitico Carnegie Hall.
Questa è la storia di Rocco Granata, una tra le milioni di storie di emigranti che hanno conosciuto il vero dolore, ma anche il riscatto, trattati allo stesso modo di tanti ‘extracomunitari’ che oggi arrivano nell’opulento mondo occidentale.
Dalla storia di Rocco Granata è stato tratto un film, ‘Marina’, con Luigi Lo Cascio, ed in cui lo stesso Rocco è protagonista di un piccolo cameo nei panni del venditore della fisarmonica che renderà celebre il ragazzo. E’ un film commovente, bellissimo. Vi prego, se riuscite a trovarlo, guardatelo.


Re:Romanzo musicale
« Risposta #322 il: 31 Ago 2023, 22:48 »
Canzone famosissima, ma non conoscevo la sua storia.
Grazie Leo.

Offline RG-Lazio

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Re:Romanzo musicale
« Risposta #323 il: 03 Set 2023, 11:43 »
Scusa RG e scusatemi tutti, ma è un momentaccio. Ho una scadenza e l'Operazione Delfino è un argomento complesso con pochissime fonti.

ma quali scuse  :D :beer: . Tutto oro quel che date. 
Re:Romanzo musicale
« Risposta #324 il: 05 Set 2023, 19:30 »
Chi di voi non ricorda Le Orme? Questo gruppo era nato a Marghera, periferia industriale di Venezia, negli anni ’60. I musicisti di questa band avevano scelto all’inizio di chiamarsi Le Ombre, in omaggio agli inglesi Shadows, ma poi cambiarono idea per evitare ironici doppi sensi (“ombra” in dialetto veneto significa anche “bicchiere di vino”). 
Le Orme iniziarono con la musica beat, poi nell'estate 1970 partirono con un furgone per assistere al festival dell'isola di Wight, e dopo quell'esperienza cambiarono letteralmente musica, incidendo Collage, considerato il primo disco rock progressivo italiano (cioè un rock influenzato da musica jazz, classica ed elettronica).
Le Orme, negli incandescenti anni '60-'70, vengono accusati di 'disimpegno' dalla parte più radicale dei 'critici rivoluzionari', ma in realtà assorbirono molte delle influenze ed inquietudini di quegli anni: basti pensare che i suoi quattro componenti originari, pur essendo cattolici, composero brani come La fabbricante d’angeli (contro la piaga dell’aborto clandestino, e quindi a favore di quello legalizzato) oppure Maggio (dove si parla della condizione operaia criticando la Chiesa di trascurare le tematiche sociali). Questo gruppo, inoltre, fu anche tra i primi ad occuparsi della questione ecologica con Cemento armato, una riflessione sulla condizione di vita nelle città italiane del post-boom economico.
Ma -quando ero regazzo- il brano de Le Orme che mi affascinò più di tutti fu Amico di ieri. Questa canzone, poetica e malinconica, fu registrata a Los Angeles, scritta ispirandosi al vento della California che una volta guidava i pionieri, mentre ora viene disprezzato dai moderni californiani perchè "toglie il sonno a chi riposa, sporca solo la città".
Ed ancora oggi, quando sono un po’ giù di corda, ascoltando Amico di ieri mi sembra di respirare il vento di libertà che accompagnava quegli “antichi pionieri” nel loro viaggio alla scoperta di nuovi confini e nuove realtà. E per qualche minuto mi sento più leggero, quasi felice.


Re:Romanzo musicale
« Risposta #325 il: 07 Set 2023, 11:03 »
Vincenzo (in arte Enzo) Jannacci può essere definito uno dei più eclettici e geniali artisti italiani. Compilare il suo curriculum non è facile: è stato cantautore, cabarettista, pianista, attore, sceneggiatore, e nel ‘tempo libero’ riuscì anche a laurearsi in Medicina (specializzandosi in Chirurgia nell'équipe di Christian Barnard, primo cardiochirurgo a realizzare un trapianto cardiaco).
Nato a Milano, il nonno era un immigrato macedone sbarcato in Puglia, mentre il padre partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale.
La carriera artistica di Jannacci inizia nei locali milanesi col ruolo di cabarettista. Poi arriva la musica, ed Enzo lavora con Toni Dallara, Gaber e Celentano (con il gruppo del 'Molleggiato', i Rock Boys, partecipa anche al primo festival "Festival italiano di rock and roll", che si tiene nel 1957 al PalaGhiaccio di Milano).
Poi inizia la sua carriera da solista componendo pezzi demenziali come L'ombrello di mio fratello e Il cane con i capelli, ma in seguito comincia a spaziare in tutti i generi musicali: è il cantore del sottoproletariato milanese che vive ai margini della metropoli (Ei purtava i scarp del tennis, L'Armando), affronta il tema della Resistenza con di Sei minuti all'alba, fa un commovente affresco della realtà industriale con Vincenzina e la fabbrica, interpreta in modo magistrale Bartali di Paolo Conte, compone brani che diventano diventano celebri sigle televisive come E la vita, la vita e Quelli che…, e poi insieme a Dario Fo (che per la sua ‘follia artistica definisce Jannacci “Il genio del contropiede”) canta Ho visto un re, icona musicale del ’68.
Paradossalmente, però, il suo più grande successo commerciale è legato a quella che venne considerata una ‘canzoncina’ semplice ed orecchiabile, Vengo anch’io, la quale invece ci parla in modo poetico ed ironico di un tema impegnativo come l’emarginazione e l’esclusione sociale.
Infine, per quello che può interessare, la canzone di Jannacci che amo di più è Sfiorisci bel fiore, un brano che descrive in modo struggente il lavoro in miniera e il dramma della partenza per la guerra. La canzone è talmente bella che molti grandi artisti (Gigliola Cinquetti, Mina, Francesco De Gregori, Pierangelo Bertoli) ‘se la sono litigata’ per interpretarla. Ed io voglio proporre proprio la versione con la voce limpida e ‘tamugna’ di Bertoli.


Re:Romanzo musicale
« Risposta #326 il: 29 Set 2023, 21:50 »
Gli anni ’60, a livello musicale, significarono l’esplosione del rock, della canzone d’autore, dei canti di protesta. Ma quell’epoca segnò anche la riscoperta della musica folk. Questo genere musicale era stato ‘rimosso’ dalla nuova borghesia nata negli anni del boom economico, una borghesia che cercava di dimenticare le sue origini regionali e desiderosa di darsi una veste ‘rispettabile’ con l’utilizzo di una lingua italiana moderna e asettica.
Eppure, in Italia, la musica popolare aveva una antica e radicata tradizione che annoverava -tra gli altri- i canti polifonici dei camalli genovesi, le tarantelle del Gargano, i cori ‘a tenore’ sardi, le tamurriate, gli stornelli, i canti delle mondine, i componimenti religiosi.
La riscoperta di questa musica folk ha una data e un luogo precisi: il Festival dei Due Mondi a Spoleto del 1964, quando viene messo in scena Bella ciao, uno spettacolo corale con i migliori rappresentanti del folklore di tutte le nostre regioni.
Da quel momento, la musica popolare torna veramente ad essere ‘popolare’: nel 1967 nasce a Napoli la Nuova Compagnia di Canto Popolare di Peppe Barra ed Eugenio Bennato, sotto la supervisione di uno studioso e grande compositore come Roberto De Simone. La NCCP era portatrice di una visione ardita della musica napoletana, con ritmi nuovi e tribali allo stesso tempo. Il gruppo raggiunse un grande successo con Tamurriata nera, un pezzo scritto nel 1944 (con musiche di E.A. Mario, autore della Canzone del Piave), storia di una donna che mette al mondo un bimbo ‘nero’, concepito da un soldato durante l'occupazione americana. La NCCP ripropone la canzone con un arrangiamento ‘etnico’ e con la geniale aggiunta di strofe che ‘napoletanizzavano’ il brano Pistol Packin’ Mama del cantante country  Al Dexter (‘E levate 'a pistuldà uè / e levate 'a pistuldà, / e pisti pakin mama / e levate 'a pistuldà’).
Anche Roma dà il suo contributo alla riscoperta della musica popolare: nei primi anni ’70 nasce un gruppo folk, Il Canzoniere del Lazio, che vede la collaborazione di intellettuali come Alessandro Portelli, e sempre nella Capitale si afferma una cantante viscerale, incontenibile, capace di cantare senza filtri e mediazioni stilistiche: Gabriella Ferri, la quale col suo tono struggente e malinconico riesce a valorizzare e rinnovare la tradizione della canzone romana.
Dalla Puglia arriva invece il più ‘irregolare’ dei cantanti folk: Matteo Salvatore. E’ un semi-analfabeta di famiglia poverissima (padre facchino, madre finta mutilata per chiedere l’elemosina) che viene notato mentre canta in un ristorante dal regista Giuseppe De Santis, il quale lo incoraggia alla carriera musicale. 
Matteo Salvatore canta poveri e diseredati, braccianti e pescivendoli, e vive di prima persona il senso di riscatto presente nelle sue canzoni. I testi dei suoi brani incantano pure Italo Calvino il quale disse: "Le  parole di Salvatore dobbiamo ancora inventarle”.
Sarebbero ancora tanti i cantanti di musica folk che si dovrebbero citare, perché questo genere musicale rappresenta un patrimonio culturale ricchissimo, ed in gran parte ancora inesplorato, che ci riporta alle nostre radici, alla consapevolezza della nostra identità più remota. Ma, per intanto, ecco per noi…








Offline adiutrix

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Re:Romanzo musicale
« Risposta #327 il: 10 Ott 2023, 17:59 »
Chi di voi non ricorda Le Orme? Questo gruppo era nato a Marghera, periferia industriale di Venezia, negli anni ’60. I musicisti di questa band avevano scelto all’inizio di chiamarsi Le Ombre, in omaggio agli inglesi Shadows, ma poi cambiarono idea per evitare ironici doppi sensi (“ombra” in dialetto veneto significa anche “bicchiere di vino”). 
Le Orme iniziarono con la musica beat, poi nell'estate 1970 partirono con un furgone per assistere al festival dell'isola di Wight, e dopo quell'esperienza cambiarono letteralmente musica, incidendo Collage, considerato il primo disco rock progressivo italiano (cioè un rock influenzato da musica jazz, classica ed elettronica).
Le Orme, negli incandescenti anni '60-'70, vengono accusati di 'disimpegno' dalla parte più radicale dei 'critici rivoluzionari', ma in realtà assorbirono molte delle influenze ed inquietudini di quegli anni: basti pensare che i suoi quattro componenti originari, pur essendo cattolici, composero brani come La fabbricante d’angeli (contro la piaga dell’aborto clandestino, e quindi a favore di quello legalizzato) oppure Maggio (dove si parla della condizione operaia criticando la Chiesa di trascurare le tematiche sociali). Questo gruppo, inoltre, fu anche tra i primi ad occuparsi della questione ecologica con Cemento armato, una riflessione sulla condizione di vita nelle città italiane del post-boom economico.
Ma -quando ero regazzo- il brano de Le Orme che mi affascinò più di tutti fu Amico di ieri. Questa canzone, poetica e malinconica, fu registrata a Los Angeles, scritta ispirandosi al vento della California che una volta guidava i pionieri, mentre ora viene disprezzato dai moderni californiani perchè "toglie il sonno a chi riposa, sporca solo la città".
Ed ancora oggi, quando sono un po’ giù di corda, ascoltando Amico di ieri mi sembra di respirare il vento di libertà che accompagnava quegli “antichi pionieri” nel loro viaggio alla scoperta di nuovi confini e nuove realtà. E per qualche minuto mi sento più leggero, quasi felice.



Le Orme, che grande gruppo.
Anche io ho le tue sensazioni quando ascolto "Amico di ieri", pezzo fantastico.
Ricordo con piacere anche la loro "Canzone d'amore", una bellissima poesia d'amore.
 ;)

Offline adiutrix

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Re:Romanzo musicale
« Risposta #328 il: 10 Ott 2023, 18:05 »
Vincenzo (in arte Enzo) Jannacci può essere definito uno dei più eclettici e geniali artisti italiani. Compilare il suo curriculum non è facile: è stato cantautore, cabarettista, pianista, attore, sceneggiatore, e nel ‘tempo libero’ riuscì anche a laurearsi in Medicina (specializzandosi in Chirurgia nell'équipe di Christian Barnard, primo cardiochirurgo a realizzare un trapianto cardiaco).
Nato a Milano, il nonno era un immigrato macedone sbarcato in Puglia, mentre il padre partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale.
La carriera artistica di Jannacci inizia nei locali milanesi col ruolo di cabarettista. Poi arriva la musica, ed Enzo lavora con Toni Dallara, Gaber e Celentano (con il gruppo del 'Molleggiato', i Rock Boys, partecipa anche al primo festival "Festival italiano di rock and roll", che si tiene nel 1957 al PalaGhiaccio di Milano).
Poi inizia la sua carriera da solista componendo pezzi demenziali come L'ombrello di mio fratello e Il cane con i capelli, ma in seguito comincia a spaziare in tutti i generi musicali: è il cantore del sottoproletariato milanese che vive ai margini della metropoli (Ei purtava i scarp del tennis, L'Armando), affronta il tema della Resistenza con di Sei minuti all'alba, fa un commovente affresco della realtà industriale con Vincenzina e la fabbrica, interpreta in modo magistrale Bartali di Paolo Conte, compone brani che diventano diventano celebri sigle televisive come E la vita, la vita e Quelli che…, e poi insieme a Dario Fo (che per la sua ‘follia artistica definisce Jannacci “Il genio del contropiede”) canta Ho visto un re, icona musicale del ’68.
Paradossalmente, però, il suo più grande successo commerciale è legato a quella che venne considerata una ‘canzoncina’ semplice ed orecchiabile, Vengo anch’io, la quale invece ci parla in modo poetico ed ironico di un tema impegnativo come l’emarginazione e l’esclusione sociale.
Infine, per quello che può interessare, la canzone di Jannacci che amo di più è Sfiorisci bel fiore, un brano che descrive in modo struggente il lavoro in miniera e il dramma della partenza per la guerra. La canzone è talmente bella che molti grandi artisti (Gigliola Cinquetti, Mina, Francesco De Gregori, Pierangelo Bertoli) ‘se la sono litigata’ per interpretarla. Ed io voglio proporre proprio la versione con la voce limpida e ‘tamugna’ di Bertoli.]




Sono particolarmente legato a una canzone di Jannacci, "Io e te". Credo sia una interpretazione che riguarda il rapporto padre e figlio. A me, quando l'ascolto, mi fa pensare i momenti che ho passato con mio figlio che cresceva ed io che cercavo di aiutarlo nella crescita...

Offline adiutrix

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Re:Romanzo musicale
« Risposta #329 il: 10 Ott 2023, 18:31 »
e come non ricordare, sempre di Jannacci, "Mario".


 

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