Vado giù duro e diretto: mi sembrano categorie novecentesche non più utilizzabili.
Destra e sinistra facevano riferimento ai due schieramenti che hanno fatto la storia del novecento,
liberali-conservatori vs socialisti-progressisti.
oggi questo schema è assolutamente non riproponibile, perché i due schieramenti si sono rimescolati, perché i termini hanno cambiato significato e dunque andrebbero cambiate le categorie. Non farlo comporta la riproduzione di un'artificio, come ben dimostrano alcune parole.
1) Riforma: per riforma si intendeva un cambiamento che andava nella direzione del socialismo. I riformisti erano i progressisti, mentre i conservatori erano quelli che frenavano tale direzione per la conservazione dello status quo. Questo non perché la riforma sia socialista DI PER SE' ma perchè la spinta sociale andava in quella direzione.
Oggi, con rapporti di forza rovesciati rispetto al dopoguerra, le riforme sono in realtà contro-riforme, ossia cambiamenti che tornano indietro rispetto alle riforme ottenute in passato. "riformista" oggi ha tutt'altro senso. Nell'ambiguità tra i due significati prolifica quella forza buffa che è il PD.
2) Pubblico: per pubblico si intendeva essenzialmente l'intervento economico dello Stato in termini di Welfare e tutela sociale. Oggi per pubblico si intende il semplice regime di proprietà, mentre la gestione dei servizi è in ogni caso determinata da criteri e modalità privatistiche. La "difesa del pubblico" quindi ha una propria ambiguità: difesa del welfare o della burocrazia statale che usa il bene pubblico in modo privatistico?
3) Rappresentatività: un tempo la rappresentatività degli schieramenti faceva riferimento a ben determinati soggetti sociali. Lavoro indipendente, giovani, sottoproletari, un certo mondo intellettuale a sinistra; liberi professionisti, imprenditori, forze armate e di polizia a destra.
Oggi nessuno dei due schieramenti mira ad essere rappresentativo di una classe o mira a sottolineare come i soggetti sociali e i loro interessi siano in contrapposizione gli uni agli altri. Anzi. I partiti mirano a celare questa contrapposizione, a smentirla, per non vedersi identificati con una sola parte in causa e dunque attribuire i voti soltanto da quella.
Il che produce, come corollario, una falsificazione dei rapporti sociali, che sembrano oggi totalmente pacificati e risolvibili mediante concertazione. Una concertazione che si traduce, regolarmente, nella vittoria del soggetto forte.
Questi esempi non sono esaustivi, servono a rendere il discorso.
Ormai destra e sinistra assomigliano molto alle formazioni storiche se non addirittura ai due schieramenti del Senato romano, come già mi è capitato di dire spesso, Populares e Optimates.
Ossia rappresentanti della stessa classe sociale (Alta) che gestiscono la cosa pubblica a partire dagli interessi della classe elevata, ma con declinazioni diverse.
A questo dominio di una sola classe non c'è - al momento - alternativa.
Per un periodo molto breve della storia l'alternativa aveva fatto irruzione anche nei parlamenti, ma la sua burocratizzazione progressiva e la sua compromissione con gli stessi meccanismi del potere l'hanno portata alla sconfitta. Oggi si torna al passato.
Per questo a mio avviso non ha proprio senso parlare di Destra e Sinistra avendo in mente lo schema del '900.
Oggi ci sono Destra+Sinistra a governare il capitalismo da una parte e il 99% delle persone senza potere e rappresentanza dall'altra.
Il compito di chi non si ritrova nell'attuale schema autoritario dovrebbe essere proprio quello di immaginare una nuova rappresentanza, una nuova Politica (qualcuno direbbe una nuova Sinistra, ma si tornerebbe a uno schema che, come detto, non mi convince più).