L’America è razzista allo stesso modo in cui è antirazzista, è bigotta come progressista. Il razzismo è una cosa semplicemente e tristemente umana - forme di discriminazione etnica appartengono a praticamente tute le culture umane che hanno popolato il pianeta - gli americani hanno “solo” una storia diversa che parla di colonialismo, schiavitù e segregazione, ma anche di abolizionismo, nonviolenza e lotte per i diritti civili.
Una delle guerre più sanguinose della storia è stata combattuta in America per abolirla, la schiavitù.
Per me gli Stati Uniti, hanno tuttora un'enorme falla e devono riformarsi radicalmente a livello istituzionale: è impensabile censire ancora la popolazione per razza e trovarlo accettabile da un qualsiasi punto di vista; il discorso pubblico è tuttora intriso di una retorica noi/loro semplicemente inconcepibile per un grande paese che ancora oggi si considera il faro del mondo libero.
Ciò che è accaduto a Dallas e quello che potrebbe scatenare è preoccupante sotto molteplici aspetti. In un Paese dove le armi automatiche sono disponibili per chiunque le voglia, in cui le “milizie” sono in qualche modo protette da un emendamento della costituzione, con mille corpi di polizia diversi e una gestione dell’ordine pubblico dalla pistola e dai pregiudizi facili, il caos può sprigionarsi in un attimo, anche in cabina elettorale.