Molti collegano la parola arte ai musei... musei a quadri... quadri a grandi artisti internazionali. Io ad arte collego tutto. Tutto è arte, dalla musica, ai quadri, alle poesie, alla grafica, ai writer.
I writer, artisti di strada, artisti di grande talento, sono distinti dal fatto che non usano una tela come base, ma i muri delle nostre città. E questo è un reato? È un reato decidere di creare qualcosa di eccezionale in luoghi da tutti visibili? Per alcuni si...
Il writing, o anche detto graffitismo, è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, che si basa sull'espressione della propria creatività attraverso interventi su materiale urbano.
Questo fenomeno viene spesso considerato un atto di vandalismo, poiché spesso i supporti utilizzati sono mezzi pubblici o edifici di interesse storico e artistico.
La differenza tra atti di vandalismo e il writing la si trova nelle motivazioni che spingono a dipingere. Il fenomeno del writing ci colpisce con un tale impatto da non poter esser frainteso.
Il confine fra l'Arte e il Vandalismo e tra Fascino e Illegalità non è altro che una serie di sfumature, e a illuminare il pubblico (spesso, ma non sempre capace di interpretare correttamente i concetti proposti) ci hanno pensato artisti di fama internazionale.
Tra questi si ricorda Banksy, Haring, Blu, Julian Beever (Pavement Drawings) ecc..
Ogni writer, indipendentemente da dove proviene, ricerca e studia la propria evoluzione personale, per raggiungere un certo stile, così da distinguersi dagli altri ed essere maggiormente notato.
L'obiettivo che ogni writer si propone è raggiungere una certa fama all'interno del mondo dei graffiti, e far conoscere il proprio nome a chiunque; per questo è di fondamentale importanza la visibilità delle opere, ottenuta spesso grazie alla imponente presenza di tag (firme).
Oltre alla fama vi è un altro elemento: la soddisfazione personale di vedere la propria opera in un contesto urbano, al di fuori dagli schemi che il sistema impone.
La tag è lo pseudonimo di ogni graffitista, una specie di alter-ego. La tag viene scelta dal writer , partendo, per esempio, da giochi di parole, o semplicemente scegliendo la parola che più lo rappresenta.
La tag corrisponde quindi in tutto e per tutto ad una firma.
Con la tag ogni writer segna la propria zona, la zona in cui lui realizzerà le proprie opere, così che gli altri writer non possano "portargliela via".
Da quando esistono i graffiti i pensieri si dividono tra chi vuole che la città resti pulita da ogni tipo di scritta e tra chi invece ha reso disponibili zone urbane, così che i graffitari possano esprimere la propria arte.
Per esempio ci sono comuni che organizzano manifestazioni e rendono disponibili spazi per realizzare le loro opere, che in alcuni casi non possono non essere considerati opere d'arte vere e proprie.
Tra questi comuni ci sono Bologna, che ha reso disponibili alcune zone con "ricoloriamo la città", Padova, Salsomaggiore, Macerata, Valle Camonica (BS), che ha dato il via al concorso (dal 5 al 13 settembre 2009) "Dai graffiti ai graffitari", Casale di Carinola (Caserta) con i due eventi (18/19 luglio) "Graffiti Mann", Castano Primo (MI), Monza,
Romano di Lombardia (BG) ecc...
(per maggiori informazioni sui provvedimenti e le iniziative prese dal comune clicca qui)
La Street Art è il nome dato dai media per comprendere quelle forme di arti che si manifestano in luoghi pubblici.
Ogni artista che pratica Street Art ha delle motivazioni personali, che possono essere varie. Alcuni la praticano come forma di sovversione, critica o come tentativo di abolire la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; altri invece vedono le città come un posto in cui poter esprimere le proprie emozioni ed esperienze, la propria arte attraverso le loro creazioni. La Street Art infatti vanta un pubblico vastissimo, spesso più ampio di quello di una tradizionale galleria d'arte.
Antonio Saracino ha realizzato un documentario sui graffiti che potete trovare a questo link
http://www.flashvideo.it/videosheet.php?key=1723Il documentario descrive il fenomeno del writing, in cui gli stessi writer parlano e fanno una distinzione tra coloro che creano graffiti che sono arte e tra coloro che nn fanno altro che imbrattare muri con scritte. Offre inoltre una panoramica delle iniziative realizzate in passato a Bologna come la Festa dell'arte, le iniziative del Quartiere Savena, i progetti "Unità di strada" e "Space Lab"...
di Jessica Marani