In realtà il problema del fascismo è ancora attuale in Italia e ne costituisce zavorra per la sinistra da sempre.
Se ha una sua correttezza da un punto di vista della mera analisi delle potenzialità intrinseche delle forze politiche, sottolineare come i gruppi fascisti tout court, non costituiscano un serio pericolo per quel che resta della democrazia genericamente intesa in Italia, in quanto è lo stesso potere statuale che progressivamente allo smantellamento del suo potere economico accentua invece il suo potere repressivo ed autoritario (altro che morte degli stati) e quindi si può ritenere più pericoloso dei gruppi fascisti veri e propri; è anche vero che la funzionalità di questi gruppi in funzione anti-proletaria è ancora consistente, in quanto agiscono sempre e comunque per dividere la ricomposizione di un blocco sociale progressivo. In maniera scientifica, chirurgica, costante nel tempo, essendo comunque eterodiretti, gli basta posizionare e far agire elementi chiave in alcune situazioni per letteralmente "risucchiarti" enormi energie nella pratica anti fascista diretta, a tutto danno di altre pratiche e situazioni che potrebbero essere di avanguardia.
A questo poi si aggiunge un più generale sdoganamento di alcune posizioni politiche e culturali tipiche del fascismo (anche se di per se non sempre riconducibili automaticamente ad esso), che sono diventate quasi trasversali alle grandi forze politiche attuali (Lega-FI-M5S-PD), come le posizioni di chiusura sul fenomeno immigrazione.
Non si può poi non notare un generale "imbarbarimento" delle relazioni sociali, in cui atteggiamenti di mera prepotenza, esaltazione degli istinti egoistici, un certo tipo di machismo, un certo apprezzamento di massa al farsi giustizia da se (a torto o a ragione beninteso). Cose che non sono di per se ascrivibili al fascismo automaticamente ma che soprattutto in Italia, dato il suo vissuto storico, sono comunque ascrivibili a un certa tipologia di approccio dell'individuo alla socialità che spesso, almeno nei significati simbolici si ricollega al fascismo
C'è poi il fenomeno dello sdoganamento storico del ventennio. Anche esso pericolosamente trasversale al di là della facciata. Quasi apripista 25/30 anni fa di tutto quello detto sopra e che in un certo senso chiude il cerchio qui oggi.
A sto punto il problema della Comunità Ebraica Romana a me sembra del tutto marginale. Non so bene che processi decisionali abbiano al loro interno (ammetto l'ignoranza lo dico senza nessun tipo di insinuazione) ma mi sembra che oramai la quasi totalità delle loro iniziative, per loro esplicita affermazione, è quello di appoggiare lo Stato d'Israele. In questa ottica che cosa gli si può dire?
La sinistra italiana da decenni ha un rapporto di vicinanza con i palestinesi (uso il termine generico volutamente perché è proprio così). Sinceramente a mio avviso è impossibile trovare una soluzione che metta in accordo tutti e due, vista anche la continua recrudescenza del conflitto israelo-palestinese. Altro discorso invece è chi di religione ebraica sta su posizioni diverse da quelle ufficiali della loro comunità.
Certo ovviamente non è che con questo nego tutta una serie di problemi che ci sono nel campo palestinese.