Ecco, FatDanny, sei pronto per iscriverti al PD, corrente Calenda.
Ipse dixit:
«I messaggi di Tony Blair o di Clinton se li rileggiamo erano spot delle patatine, e li abbiamo idolatrati; solenni sciocchezze, come la Terza via che infatti è definitivamente morta, portandosi con sé la sinistra in quasi tutti i paesi».
«E' arrivato il momento di una sinistra di un nuovo tipo, che difenda il posto di lavoro e non il lavoro in sé, che offre protezione. Il Jobs act è sbagliato non per l’abolizione dell’articolo 18, ma perché contiene un indebolimento sostanziale degli ammortizzatori sociali»
«Una delle ragioni per cui la sinistra è morta è perché ha dato messaggi motivazionali invece che di comprensione della realtà, dovuto al fatto che si è costruito un pensiero semplificato; c’è bisogno di investimenti e protezione e di difesa dell’occupazione a tutti i costi. Questi punti programmatici non possono essere sostituiti da una retorica dell’innovazione e del futuro: se al tornitore gli dici che la globalizzazione apre opportunità, nuovi lavori, quello prende il fucile e spara».
Manco per idea perché per quanto dimostra di aver assunto almeno parte del problema continua a non volerlo (o meglio non poterlo) assumere del tutto.
Perché questo discorso al massimo si traduce in uno pseudo-sovranismo economico contro il dumping salariale (neanche sbagliato di per sé) pur di riaffermare la centralità non del lavoro, ma della
riproduzione sociale mediante economia di mercato.
Questo è il dogma principe, come tu d'altronde confermi, che deve restare ben saldo a capo della società: la leucemia la curiamo perché la società si basa sul profitto (non si sa quindi come sia possibile che Cuba, che io mi guardo bene da difendere in toto, abbia standard sanitari che primeggiano in tutto il continente americano).
Ma la realtà economica ci dice altro, come ti dicevo circa 10 anni fa (DIECI), a crisi appena iniziata.
Ci dice che questa economia di mercato ci ha portato si a produrre un'immensa ricchezza, ma che per difendere ideologicamente il principio di proprietà questa ricchezza si è anche avviluppata su se stessa e produce miseria e atroci disuguaglianze pur di non mettere in discussione il principio ideologico.
Saturati i mercati, i capitali restano fermi.
Non mancano i soldi, ma c'è una sovrabbondanza di soldi accumulati in profitti. Capitali che non sanno come essere valorizzati perché non essendoci bisogni sociali a cui rispondere (non in assoluto, ma in termini di mercato, di domanda economica) non hanno possibilità di essere tradotti in investimenti con sufficiente redditività.
Ragion per cui si reindirizzano in
Finanza, la quale non è il lupo cattivo che cannibalizza l'economia reale, bensì la valvola di sfogo che l'economia reale non può rappresentare. Tanto che ad effettuare i grossi investimenti non sono loschi speculatori, ma gli stessi gruppi industriali che ovviamente si orientano sull'investimento a maggiore redditività.
Questi capitali sono
7 volte il PIL mondiale. SETTE. Sette mondi di produzione economica, girati in titoli finanziari perché non saprebbero cosa produrre nella realtà, che lavori inventarsi che abbiano un ritorno economico.
Sapete cosa vuol dire? che se ne distribuissimo 1/7, solo un settimo eh, saremmo tutti milionari.
So che sembra assurdo, perché hanno fatto in modo che lo sembri. Altro che webeti, siamo tutti webeti di qualcuno.
Tornando agli investimenti, è logica: se voi foste la GM con un invenduto del settore auto che messo in fila copre la distanza terra-luna cosa fareste? Aumentereste la produzione d'auto per dare lavoro al 10% di disoccupati oppure investireste in finanza?
Io, marxista convinto, andrei sulla finanza. Perché non sono un filantropo, ma un investitore.
Come dice il compianto Stephen Hawking qui citato, l'
automazione ti ha permesso di accumulare ricchezze a noi stessi inimmaginabili, ordini di grandezza che la gente comune non riesce nemmeno a realizzare. Questa immensa quantità potresti redistribuirla e vivere collettivamente meglio, di parecchio pure.
Ma verresti meno al principio ideologico di proprietà e quindi questa possibilità la occulti, la criminalizzi, ne fai l'uomo nero, il comunista dittatoriale che mangia i bambini, la sventura del '900.
Oppure, come avviene ora,
la fai girare su se stessa continuando a valorizzarsi, fagocitando e venendo fagocitata purché non sia messa in discussione la proprietà.
Non della macchina, non della casa, non dei gioielli di famiglia. Ma di un'attività collettiva che consegna ricchezze non a chi ci lavora e nemmeno a chi la dirige: a chi ne detiene il titolo.
Intanto, per reggere la crescente tensione derivata dal sempre minore lavoro necessario cosa fai? Abbassi continuamente il costo del lavoro, così da far lavorare più gente al medesimo costo produttivo, facendola vivere sempre peggio, comprimendo vite sempre più verso la soglia di sussistenza.
Per questo il mito del Lavoro è un semplice corollario del mito di mercato.
Perché è funzionale a tenere in piedi tutta la baracca fantasticare di lavori creati col progresso tecnologico quando ai vertici sanno perfettamente che qualsiasi progresso non ti consente di rispondere al 10% di disoccupazione strutturale né di creare produzioni (di beni e servizi) utili a colmare il bisogno di valorizzazione dei capitali.
Per questo le spese militari sono in aumento: non (solo) perché il mondo si stia incattivendo, ma perché le spese militari costituiscono la valvola di sfogo principale, assieme alla finanza, a questi problemi.
Questo (erosione diritti+finanza+spesa militare) può garantire una ripresa, come stiamo vedendo. Perché genera un plusprofitto che rialza un minimo la redditività.
Ma a che prezzo? Qual'è il costo sociale per fare in modo che il capitale continui a girare?
E' il capitale che serve l'essere umano o è ormai l'essere umano che serve il capitale?
Finché la sinistra non torna a capire il mondo con questa franchezza avrà solo surrogati di risposte e un mare di illusioni.
@pentiux: vedi, la necessità del marxismo per la sinistra non è relativo a poter fare esami su Marx, a scrivere poesie o a riproporre il socialismo reale del '900, ma a comprendere il mondo, come funziona OGGI (non nel 1870) verificando come quella teoria spieghi sul piano strutturale anche delocalizzazioni e dumping salariale, finanziarizzazione, globalizzazione, automazione, etc.
Cose che altrimenti la sinistra, come in effetti fa, si spiega a cazzo di cane. E finisce per credere che la soluzione possa essere l'affermazione di valori e non la lotta di classe.
Se invece comprendi la realtà economica come sopra descritta arrivi a dirti "
si vabbé davanti a questo i valori me li do in faccia, serve la lotta di classe".