Nella stragrande maggioranza dei cosiddetti regimi del socialismo reale, il multipartitismo non era vietato, sono esistiti più partiti diversi e potevi votare i candidati che si presentavano alle elezioni, basta leggersi le costituzioni di quei paesi; poi si può ragionare (e si può fare ci mancherebbe) sull'applicazione pratica di quelle leggi costituzionali ma una cosa è certa, che la maggioranza di chi si è dovuto leggere almeno due paginette di Marx (ma anche di Lenin) per dovere di carriera, ha capito benissimo che, almeno in teoria, una visione marxista, non poteva essere compatibile con la privazione dei diritti politici formali del popolo.
La questione dittatura borghese/dittatura proletaria, essa è da intendersi, marxianamente parlando, come contesa di egemonia delle due principali classi antagoniste nel capitalismo. Schematizzando, se c'è capitalismo, in teoria si presuppone che l'egemonia è comunque borghese (quindi egemonia in funzione degli interessi di classe della borghesia), se vi è rottura rivoluzionaria, l'egemonia in teoria passa al proletariato con ciò che ne consegue.
Questa ovviamente è teoria (basata però sull'esperienza concreta, non si è mai visto uno stato capitalista avanzato senza egemonia borghese), dopo di ché c'è la storia umana concreta, con le sue crisi storiche e le sue rotture ed esistono rotture storiche anche molto cruente, che innescano cambiamenti graduali e lenti che saranno percepibili solo a posteriori, ed altre che invece producono immediatamente cambiamenti repentini, ed il tutto avviene spesso in maniera non lineare ed uniforme.
Non è che "il socialismo (o il comunismo) si applica" (sia il vecchio socialismo reale che quello del terzo millennio) come se fosse una applicazione per PC o smartphone, avvengono appunto dei processi storici, che possono più o meno urtare le nostre sensibilità, abitudini, concetti morali ed etici, o in alcuni casi interessi, anche economici, non so se mi spiego. Ed il tutto non avviene nel paese del mago blu della luna, ma generalmente in mezzo ad aspri conflitti. Se perdiamo di vista il dato di realtà concreta, saremmo generalmente portati ad analizzare la storia in maniera caricaturale o nella migliore delle ipotesi, in maniera metafisica. Da ciò ne consegue che una visione meccanica del rapporto struttura/-/sovrastruttura porta necessariamente ad un vicolo cieco. La realtà, fatevene una ragione (e calmate l'ansia), è estremamente più complessa. Quando si discute per analizzare, non ha senso calarsi nel ruolo politico di chi nella temperie della battaglia deve prendere decisioni urgenti. Semmai questo meccanismo è utile saperlo per comprendere e capire meglio la vicenda umana, non per giustificare ed assolvere nessuno ma per riuscire a capire meglio le vicende umane.
Il concetto di democrazia è stato successivamente elaborato da qualche parte, dove ad un certo punto un gruppo di individui che mandava avanti un certo tipo di organizzazione umana, ha ritenuto utile ai propri scopi riunirsi, votare e prendere una decisione. Hanno visto che poteva funzionare, nel cotesto loro dato, ed hanno provato a renderlo sistema.
Ora, limitarsi esclusivamente a votare dei partiti e/o dei candidati che vanno in un parlamento X è possibile ma per certi versi è anche limitante, soprattutto sul grado di consapevolezza che si acquisisce nel dover votare l'uno o l'altro.
Gli ambiti umani dove ci si può organizzare sono molteplici quali il posto di lavoro, la scuola (anche quella dei propri figli) il quartiere ecc. in genere se ci si organizza in questi contesti, capita spesso che si ingenera conflitto, in un certo senso si porta a galla, spesso anche involontariamente, il fatto che ogni settore della società è attraversato da interessi materiali contrapposti. Quando si scatenano queste situazioni è perché ci sono gruppi di persone che stanno militando; la percezione che si ha se si attraversano questi fenomeni (a volte a torto ma spesso a ragione) è che la partecipazione reale di massa viene aumentando, si scopre che il presupposto concreto per una democrazia reale è la militanza. E che più la democrazia si allarga e più aumenta il grado di consapevolezza e coscienza degli individui e più si allarga e più nuove forme di organizzazione nascono e cominciano a svincolare la democrazia dallo Stato capitalista: da qui nasce il processo che porta verso il socialismo.