Venezuela: quando le fake news ci piacciono

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #240 il: 06 Feb 2019, 15:29 »
Si pablo ma non è più sostenibile un sistema che si regge sul controllo burocratico-clientelare e su un esercito che è l'unica categoria a godere dell'indicizzazione dei salari (e per questo non si ribella eh, te credo, sono gli unici a non soffrire dell'inflazione).

Il problema non è nemmeno solo Maduro, il problema è proprio l'assetto odierno del venezuela.
Io sono totalmente contrario a questo soft golpe, concordo con te che non può deciderlo Trump, ma quando hai milioni di profughi e l'impossibilità di sostenere la vita cittadina un cambio è d'obbligo.

non nella direzione del farabutto, ma un cambio è d'obbligo.

EDIT:
dopodiché puntuale come un orologio svizzero, nemmeno il pudore di confessarlo a cose fatte
https://www.independent.co.uk/news/world/americas/juan-guaido-will-open-up-oil-deals-to-foreign-private-companies-a8763821.html


Queste, ma anche quelle di Porga sono tutte valutazioni, tutte piu' o meno giuste o condivisibili, ma che restano qui tra di noi, e i nostri ragionamenti per fortuna non decidono di un popolo (non riusciamo manco a decidere del nostro, figuriamoci...), perche altrimenti il concetto di autodeterminazione resta vago e intermittente, noi possiamo pensare che un cambio sia necessario ma non possamo imporlo, come nessuno dovrebbe pensare di farlo, poi che nella realta' sia cosi e' un'altro discorso ma non per questo diventa auspicabile o accettabile, almeno no lo e' per me.

Io vedo che una grossa fetta di popolazione, nonostante le condizioni di vita pesantissime, sostiene Maduro, un'altra parte lo vorrebbe lontano dal timone del paese, tempi e modi di una soluzione a quello che oggi appare un problema dovranno essere decisi dai cittadini di quel paese, e potrebbe non essere indolore... il punto e' che gia' oggi c'e' chi ha dato fuoco alle polveri e pretende di spegnere "democraticamente" il fuoco che ha acceso, e non sta a Caracas... 
Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #241 il: 06 Feb 2019, 17:41 »


ma sicuramente e' tutta colpa dei politci, mica di chi va a fare il pieno.

Beh, parliamo di realtà profondamente distorte e corrotte, non vedo "chi va a fare il pieno" che responsabilità possa detenere delle scelte di classi politiche brutali e corrotte.
Chiariamoci, io le piallerei tutte quante in giornata e rimpiazzerei la sede delle riunioni dell'opec con un cubo borg.
Che la politica sia un incentivo alla corruzione e alla brutalità non mi pare esattamente un segreto segretissimo....poi oh, se l'alternativa è mettersi a pisciare nel serbatoio della macchina, famo così, comincia dalla tua.
Io preferisco pensare a come togliere tali leve, politiche ed economiche, dalle mani di tiranni e delinquenti, da proposizioni simili alle tue tanto non esce mai nulla di buono per l'umanità.

Riprendete pure a parlà di imperialismi e fantasiose teorie fanta-economiche.

UnDodicesimo

UnDodicesimo

Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #242 il: 06 Feb 2019, 23:27 »
Beh, parliamo di realtà profondamente distorte e corrotte, non vedo "chi va a fare il pieno" che responsabilità possa detenere delle scelte di classi politiche brutali e corrotte.
...

È la domanda che crea. Il resto è una mera conseguenza.

Hai mai visto un politico preoccuparsi di cose a cui l'elettorato non frega nulla?

Ho l'imprenditore investire in un prodotto che nessuno comprerebbe?

Offline porga

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #243 il: 07 Feb 2019, 09:16 »
i nostri ragionamenti per fortuna non decidono di un popolo (non riusciamo manco a decidere del nostro, figuriamoci...)

 :((
Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #244 il: 10 Feb 2019, 02:51 »
È la domanda che crea. Il resto è una mera conseguenza.

Hai mai visto un politico preoccuparsi di cose a cui l'elettorato non frega nulla?

Ho l'imprenditore investire in un prodotto che nessuno comprerebbe?

Non ha senso, e non lo ha su talmente tanti piani dell'esistenza che mi viene un principio di emicrania solo a pensare di provare a spiegare il perchè, ma partiamo da questa semplice citazione:

"Se incaricassimo una commissione politica di occuparsi del deserto del Sahara, in poco tempo avremmo scarsità di sabbia".
Milton Friedman

Dunque, il problema è che non esiste cosa al mondo di cui un politico sia capace di occuparsi con profitto, se escludiamo la corruzione.
Assimilato questo, il resto viene da se.

Il politico si occupa di cose che l'elettore non conosce, non capisce e di cui generalmente si disinteressa, fintanto che non deve pagare, alchè diventa troppo tardi, solitamente funziona così, almeno nel mondo in cui vivo io.
Al politico dell'elettore, di ciò che questo pensa o cosa potrebbe convenire, non importa nulla, non più di una volta ogni x anni perlomeno, ma proprio zero spaccato, senza punti , senza virgole, senza decimali.

L'imprenditore... non centra con quanto osservi tu, cioè, certo, potremmo fare andare le macchine in centomila modi, anche pisciando nel serbatoio, volendolo, chiariamoci, non escludo che spingendo la fantasia sempre più avanti ci si arrivi, ma quando si parla di energia AD OGGI tutti fanno solitamente un gran casino, mettendo tutto e tutto il contrario in un enorme calderone dove per principio conoscitivo l'unica cosa che conta è CHI ci guadagna.
E non esiste al mondo che a guadagnarci sia l'utente finale, se lo pensi sei più ingenuo di quanto credessi prima di iniziare a scrivere questa risposta.

Ora veniamo al problema più complesso, ossia, che:

La politica estera non è MAI materia di confronto elettorale.
In nessun luogo al mondo.
E per buonissime ragioni, peraltro, o forse per cattivissime ragioni, com'è come non è, è così.
Nessuno vota per sapere che genere di rapporti avere con altri paesi.
Anche perchè larghissimi strati delle società che hanno questa possibilità avrebbero difficoltà a trovare la metà di detti paesi in una cartina geografica nominata, gli altri invece non hanno semplicemente la possibilità di votare tout court, e noi stiamo parlando dei secondi, a cui essere amici degli americani, dei russi o dei lussemburghesi non cambia assolutamente nulla, hanno diciamo...altre priorità.

Non capisco proprio la tua osservazione, a me non risulta di aver avuto a disposizione un referendum dove dire che genere di relazione avere con il venezuela o con un qualunque altro paese componente (o meno) l'opec.

Anche in questo caso, faresti un buco nell'acqua, non è che perchè tu, paese x, o blocco di paesi z, decidi di non comprare il petrolio da y e w, il paese h decida necessariamente allo stesso modo.
Motivo percui se tu (italia/europa/Nato) decidi di non intrattenere rapporti economici con i regimi tipo venezuela o arabia saudita, per le più disparate ragioni tu possa addurre, la Cina o la Russia si facciano i tuoi stessi scrupoli e infine hai sempre lo stesso problema, allo stesso orario in cui l'avevi prima (solitamente a cena, di fronte alla tv, costretto ad accettare che la realtà è brutta e stronxa), solo che hai pure un'altro problema, ossia che ora pagherai pure di più il carburante, di cui tu continui ad aver quotidianamente bisogno.
Ehh, di nuovo, cosa avevamo detto a proposito della realtà?

La tua soluzione quale sarebbe? una dittatura globale universale?
So che non mi piacerebbe.

UnDodicesimo

UnDodicesimo

Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #245 il: 10 Feb 2019, 08:54 »
Ovviamente con la fantasia si potrebbero fare tante cose.

Purtroppo però solo quelle reali sono possibili.

Se questa è dittatura globale universale, non posso farci nulla. Non sono il creatore.

Ps: https://www.google.com/amp/s/design.fanpage.it/finite-il-nuovo-materiale-da-costruzione-fatto-con-la-sabbia-dal-deserto/amp/

Ma sicuramente Milton Friedman saprà fare di meglio.

Offline Kobra

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #246 il: 11 Feb 2019, 11:52 »
EFFEMERIDI DELLA MENZOGNA (E DELLA VERGOGNA)
DOSSIER VENEZUELA
http://www.francocardini.it/minima-cardiniana-233-1/
Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #247 il: 11 Feb 2019, 12:45 »
EFFEMERIDI DELLA MENZOGNA (E DELLA VERGOGNA)
DOSSIER VENEZUELA
http://www.francocardini.it/minima-cardiniana-233-1/
il fatto è che l'esistenza politica di gentaglia come maduro fornirà sempre alla canaglia a stelle e strisce e ai suoi fedeli cagnolini, la possibilità di scatenare tutto il loro potenziale imperial-colonialista. poi uno si schiera, ma farsi andare giù tipi alla maduro, assad, saddam è un lavoraccio...

UnDodicesimo

UnDodicesimo

Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #248 il: 12 Feb 2019, 10:30 »
Ci si fa andare giù la famiglia reale dell'Arabia Saudita ed il presidente della terra dei fuochi, si proprio  quello degli sponsor andato ad altri.

Quanto a Saddam, mi piacerebbe sapere quanti sanno come da 'amico arabo' (cit. Rumsfield) diventa ' il nuovo hitler' (Semicit. Rumsfield).

Offline orchetto

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #249 il: 12 Feb 2019, 11:14 »
il fatto è che l'esistenza politica di gentaglia come maduro fornirà sempre alla canaglia a stelle e strisce e ai suoi fedeli cagnolini, la possibilità di scatenare tutto il loro potenziale imperial-colonialista. poi uno si schiera, ma farsi andare giù tipi alla maduro, assad, saddam è un lavoraccio...
Perchè Maduro è gentaglia? E se si da quali info? Ma soprattutto cosa hanno in comune Maduro? Assad, Saddam? A me sembrano tre casi ben diversi e difficilmente paragonabili

Offline FatDanny

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #250 il: 12 Feb 2019, 11:17 »
io faccio notare semplicemente che in qualsiasi regime autoritario/dittatura, da Mussolini a Pinochet passando per Saddam o lo stesso Erdogan, uno che si autoproclamava presidente sarebbe stato come minimo arrestato. Ma proprio come minimo, in realtà in tre quarti dei casi sarebbe stato fucilato per alto tradimento.

Maduro dittatore non se po' sentì.
Detto da chi non lo apprezza: non se po' sentì.

Offline orchetto

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #251 il: 12 Feb 2019, 11:29 »
io faccio notare semplicemente che in qualsiasi regime autoritario/dittatura, da Mussolini a Pinochet passando per Saddam o lo stesso Erdogan, uno che si autoproclamava presidente sarebbe stato come minimo arrestato. Ma proprio come minimo, in realtà in tre quarti dei casi sarebbe stato fucilato per alto tradimento.

Maduro dittatore non se po' sentì.
Detto da chi non lo apprezza: non se po' sentì.

In realtà anche in una democrazia se te arzi la mattina e te proclami presidente non è che non ha conseguenze legali, anche perchè sennò sai quanti matti ....
Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #252 il: 12 Feb 2019, 13:19 »
Perchè Maduro è gentaglia? E se si da quali info? Ma soprattutto cosa hanno in comune Maduro? Assad, Saddam? A me sembrano tre casi ben diversi e difficilmente paragonabili
guarda, ho parenti che vivono (vivevano anzi) a Caracas, sono scappati in messico, e ti assicuro che la loro unica colpa è quella di non avere alcuna simpatia per il chavismo e per maduro.
il regime di maduro (democraticamente eletto o meno) è violento e feroce, ancor di più ora che si sente braccato e con le ore contate.
che poi dietro ciò che sta accadendo ci sia anche lo zampino yankee non ci piove. ma che maduro non sia un farabutto non riuscirà nessuno a farmelo credere.
poi ripeto, io non so se le elezioni si sono svolte regolarmente o meno. so che si chiama maduro allora ok, si fosse chiamato, che so, bolsonaro, allora sarebbe stato un criminale nazista.

Offline orchetto

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #253 il: 12 Feb 2019, 15:51 »
guarda, ho parenti che vivono (vivevano anzi) a Caracas, sono scappati in messico, e ti assicuro che la loro unica colpa è quella di non avere alcuna simpatia per il chavismo e per maduro.
il regime di maduro (democraticamente eletto o meno) è violento e feroce, ancor di più ora che si sente braccato e con le ore contate.
che poi dietro ciò che sta accadendo ci sia anche lo zampino yankee non ci piove. ma che maduro non sia un farabutto non riuscirà nessuno a farmelo credere.
poi ripeto, io non so se le elezioni si sono svolte regolarmente o meno. so che si chiama maduro allora ok, si fosse chiamato, che so, bolsonaro, allora sarebbe stato un criminale nazista.
Io non conosco i tuoi parenti e non posso ne avvalorare e ne mettere in dubbio quello che dici, però se come dicono una parte dei venezuelani (non so quanto consistente) sono contro Maduro in modo aperto e plateale (vedasi manifestazioni) come è che non sono dovuti scappare?
Non comprendo poi il paragone con Bolsonaro. 
Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #254 il: 12 Feb 2019, 19:02 »
Io non conosco i tuoi parenti e non posso ne avvalorare e ne mettere in dubbio quello che dici, però se come dicono una parte dei venezuelani (non so quanto consistente) sono contro Maduro in modo aperto e plateale (vedasi manifestazioni) come è che non sono dovuti scappare?
Non comprendo poi il paragone con Bolsonaro.
beh si comincia a stroncare le personalità più "alte" e poi tutto il resto va da sé. difficile perseguitare violentemente migliaia di persone senza che qualcuno chieda il conto. il paragone con bolsonaro (altro folle scriteriato) è presto spiegato: maduro gode degli strascichi di simpatia veterosocialisti per cui una bandiera rossa sventolata in difesa della "libertà" produce ancor i suoi effetti; se il maduro avesse avuto idee diverse, ma attitudini uguali, ora non godrebbe di così diffusa solidarietà. ma ovviamente questa è la mia opinione.
p.s. ci tengo a sottolineare che tra trump e maduro, qualora fosse accertato che le elezioni che hanno portato maduro alla presidenza siano state regolari, non avrei dubbi a sostenere la legittimità del governo (sciagurato) del secondo

Offline FatDanny

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #255 il: 13 Feb 2019, 08:53 »
se il maduro avesse avuto idee diverse, ma attitudini uguali, ora non godrebbe di così diffusa solidarietà. ma ovviamente questa è la mia opinione.

io non capisco perché questa cosa viene detta con stupore o come se fosse prova di malafede.
Succede quando la logica astratta ambisce a sostituire la politica e pensa che quindi i criteri "giusti" siano quelli delle proprietà riflessiva (A=A), simmetrica (A=B; B=A) e transitiva (A=B;B=C;A=C).
Questi criteri valgono per la logica, ma la politica non è solo logica, riguarda anche giudizi di valore.

Quindi OVVIO che sia come dici.
Prescindendo un attimo da Maduro proviamo a definire questa importante differenza politica che sembra così incredibilmente assurda al giorno d'oggi

1) se te perseguiti gli ebrei non te la stai prendendo con un potere, ma stai massacrando aggratis della povera gente = vai sparato in faccia.
2) Se, come nella francia rivoluzionaria, tagli la testa agli aristocratici te la stai prendendo con un potere vessativo e quindi io ti applaudo.

In ambedue i casi ammazzi persone, in un caso ti applaudo nell'altro voglio spararti. Non è questione di simpatie politiche ma di giudizi di valore, perchè al giorno d'oggi sembra così difficile da capire?
Ovviamente questi sono soggettivi, ma la politica è espressione di interessi particolari quindi di cosa ci meravigliamo?
Io non chiedo mica alla borghesia venezuelana di tifare contro i suoi interessi, spero semplicemente che soccomba schiacciata dagli interessi popolari (e maduro subito dopo di essa).
Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #256 il: 13 Feb 2019, 08:59 »
io non capisco perché questa cosa viene detta con stupore o come se fosse prova di malafede.
Succede quando la logica astratta ambisce a sostituire la politica e pensa che quindi i criteri "giusti" siano quelli delle proprietà riflessiva (A=A), simmetrica (A=B; B=A) e transitiva (A=B;B=C;A=C).
Questi criteri valgono per la logica, ma la politica non è solo logica, riguarda anche giudizi di valore.

Quindi OVVIO che sia come dici.
Prescindendo un attimo da Maduro proviamo a definire questa importante differenza politica che sembra così incredibilmente assurda al giorno d'oggi

1) se te perseguiti gli ebrei non te la stai prendendo con un potere, ma stai massacrando aggratis della povera gente = vai sparato in faccia.
2) Se, come nella francia rivoluzionaria, tagli la testa agli aristocratici te la stai prendendo con un potere vessativo e quindi io ti applaudo.

In ambedue i casi ammazzi persone, in un caso ti applaudo nell'altro voglio spararti. Non è questione di simpatie politiche ma di giudizi di valore, perchè al giorno d'oggi sembra così difficile da capire?
Ovviamente questi sono soggettivi, ma la politica è espressione di interessi particolari quindi di cosa ci meravigliamo?
Io non chiedo mica alla borghesia venezuelana di tifare contro i suoi interessi, spero semplicemente che soccomba schiacciata dagli interessi popolari (e maduro subito dopo di essa).
beh per me che credo nell'armonia delle classi, piuttosto che nel prevalere dell'una sull'altra, maduro è un dittatore non differente da chi  vorrebbe vedere una razza schiacciarne un'altra, o un partito specifico gli altri partiti, o le forze armate il resto del tessuto sociale, etc.

Offline vaz

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #257 il: 13 Feb 2019, 09:06 »
l'armonia delle classi quale sarebbe? la borghesia che schiaccia i meno abbienti che a loro volta devono fa pippa?

Offline FatDanny

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #258 il: 13 Feb 2019, 09:18 »
beh per me che credo nell'armonia delle classi, piuttosto che nel prevalere dell'una sull'altra, maduro è un dittatore non differente da chi  vorrebbe vedere una razza schiacciarne un'altra, o un partito specifico gli altri partiti, o le forze armate il resto del tessuto sociale, etc.

l'armonia delle classi è una truffa recitata dalle classi abbienti per condannare i diseredati al silenzio.
E questa è Storia, non la mia opinione.
C'è SEMPRE una classe che prevale sull'altra. Almeno fino ad oggi.
Anche nel nostro opulentissimo occidente è così. Si guardi alle condizioni di vita delle comunità afroamericane negli USA. O ai quartieri popolari qui in Europa. Si guardi alle condizioni di vita e di lavoro, alla totale diseguaglianza non solo in termini di opportunità ma anche dinanzi alla Legge.
Non c'è la prevaricazione di una classe su un'altra? C'è armonia o c'è mai stata?

Poi se un giorno si realizzerà una società senza classi (che qualcuno chiamava comunismo) non so, ma finora c'è sempre stata una classe che ha prevaricato l'altra e gli ha pure detto de stasse zitta e accettare la sua condizione perché la sua insubordinazione era uno sfregio a Dio, al Sovrano o alla Legge.
Per inciso, è questo che rende le lamentele della borghesia venezuelana assolutamente poco plausibili.
Perché finchè erano i poracci a lamentarsi quelle orecchie sono state sorde. Era l'ordine naturale delle cose che i peones vivessero nella merda no?

Chi se li incula, viva il Terrore.

Offline Drake

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Re:Venezuela: quando le fake news ci piacciono
« Risposta #259 il: 13 Feb 2019, 12:42 »
Intanto non posso non notare come, per il TG1, da una parte c'è il presidente ad interim e dal'altra il dittatore comunista (che poi non si è mai visto un dittatore comunista che non fa eliminare seduta stante  gli oppositori di regime, e non reprime nel sangue qualsiasi espressione di dissenso, ma vabbe'). Da una parte ci sono le manifestazioni composte dal popolo di Gauidò e dall'altro dai fedelissimi di Maduro, anche se le seconde, nonostante la scelta accurata delle inquadrature, sembrano molto più affollate delle prime. Insomma un modo molto sottile di schierarsi fingendo imparzialità.
Nel frattempo delle vere ragioni che stanno dietro la crisi Venezuelana non ne parla quasi nessuno.

estratto da qui
Innanzitutto, come ha precisato il professor Vasapollo, quello che gli USA impongono al Venezuela è un blocco e non un embargo; non si tratta, cioè, di una decisione unilaterale di interrompere i rapporti commerciali con un Paese, ma che interessa inoltre organizzazioni private, imprese ed altri Paesi. Alle origini del blocco statunitense, ci sono le agenzie di rating, che hanno reso il Venezuela oggetto di continui outlook negativi circa il suo debito pubblico con relative difficoltà per l’emissione e il piazzamento dei titoli di Caracas. Così ha spiegato l’ambasciatore Dìaz, ricordando anche come già Barack Obama, prima di Trump, vedesse il Paese latinoamericano come una minaccia. È stato il tycoon di New York, tuttavia, a formalizzare il blocco con un ordine esecutivo a novembre dell’anno scorso.
Le misure hanno impedito l’acquisto di debito venezuelano, l’acquisto di titoli della società pubblica che controlla il petrolio, di ogni altra società venezuelana e di società participate dal governo di Caracas, nonchè bloccato ogni finanziamento in dollari al Paese. In sostanza, il Venezuela è stato escluso dal mercato più grande del mondo (il dollaro rappresenta tra il 40 e il 60% delle transazioni finanziarie globali). «Ne hanno risentito, di conseguenza, le importazioni di cibo, medicinali, pezzi di ricambio e così via. Si tratta delle sanzioni più gravose che abbiano mai colpito un Paese latinoamericano nell’intera storia del Sud America, peggiori di quelle contro Cuba», ha aggiunto Dìaz, che poi ha concluso condannando una campagna mediatica che definisce bugiarda: «la crisi che colpisce il Venezuela non è umanitaria. Su 32 milioni di abitanti, solo 2 milioni emigrano; e ospitiamo anche 6 milioni di colombiani».
Per difendere le sue materie prime, dunque, Caracas si è svincolata dal dollaro creando il il petro, criptovaluta dalla caratteristica unica di essere legata ai giacimenti di petrolio, diamanti, gas e oro, di cui il Paese è ricco. Trump ha subito impedito ogni transazione in petro negli USA e, a inizio mese, ha fatto partire nuove sanzioni, questa volta indirizzate all’oro (di cui il Venezuela è il secondo produttore al mondo). «Sono stati impediti tutti i rapporti commerciali con aziende connesse al settore aureo venezuelano e, di conseguenza, ora Caracas si trova in difficoltà nel ricevere certificazioni estere sulla qualità della materia prima», ha spiegato ancora Vasapollo.
Oltre ai problemi strutturali endogeni e alla crisi petrolifera che vede la produzione di greggio dimezzata rispetto al 2017, Caracas deve fronteggiare l’inasprimento della pressione diplomatico-economica occidentale. Dopo le ultime sanzioni USA, infatti, l’Unione Europea ha rinnovato fino al novembre 2019 l’embargo sulla vendita di armi accusando il Venezuela di Nicolàs Maduro di violazione dei diritti umani e di deriva anti-democratica.
In che contesto mondiale avviene la crisi venezuelana?
Nel complesso geopolitico globale appare avviato il declino dell’impero statunitense, solo aggravatosi con Trump e la sua guerra commerciale. Esiste un gruppo di Paesi che intende svincolarsi dal dollaro nelle transazioni finanziarie e commerciali – che comprende quelli bersaglio delle sanzioni USA – tra cui Russia, Cina, India, Turchia, Venezuela e Iran. Insieme, questi Paesi, rappresentano il 60% del pil aggregato mondiale e 4 miliardi di persone. La guerra economica di Trump è quindi contro la maggioranza del mondo e oltre alle mosse protezioniste – varate in campagna elettorale prima, e alla vigilia del midterm dopo – dedicate ai lavoratori della rust belt, si basa anche su altre ragioni.
Gli introiti puramente finanziari dovuti al ruolo globale del dollaro sono, per gli Stati Uniti, più modesti di quanto si pensi: qualche decimale di punto percentuale di Pil. Il vero guadagno fornito dalla posizione di valuta di riserva internazionale del biglietto verde è il signoraggio monetario; non costa quasi nulla stampare denaro, ma la Cina, la Russia e tutti gli altri pagano full dollar beni e servizi. Già a fine anni 60, ancor prima del termine degli accordi di Bretton Woods, la Fed si accorse che c’era in circolo un volume di dollari di 6/7 volte superiore al corrispettivo valore delle riserve auree; e questo anche per via dell’enorme spesa pubblica che ci volle per finanziare la guerra in Vietnam. Attualmente, il debito pubblico statunitense ha raggiunto il livello record di 21 trilioni di dollari, superando il 100% del Pil.
Per tali motivi è interesse degli Stati Uniti, che sono un Paese importatore, mantenere politiche debitorie, e far sì che la domanda di dollari sia constantemente sostenuta dall’estero. Ed è per questo che Trump ha maggiorato le sanzioni contro il Venezuela dopo la creazione del petro e ne ha promesse di nuove all’India dopo che questa ha siglato, con la Russia, il più importante contratto di difesa denominato in rubli dal 1991. Dal canto suo, Pechino sta scambiando energia con la Russia in yuan e spinge i suoi principali fornitori di petrolio in Arabia Saudita, Angola e Iran a fare lo stesso. Dal momento che la Cina è il primo importatore mondiale di petrolio, è logico che voglia acquistarlo nella propria valuta e quindi evitare le commissioni di cambio sulle transazioni. E ne sta già parlando con Caracas, dato che il Venezuela dispone dei più vasti giacimenti di petrolio del pianeta, e che Pechino ha già lanciato un contratto future sul greggio denominato in yuan.
Svincolarsi dal dollaro è dunque una priorità strategica soprattutto per i Paesi esportatori di materie prime, che vogliono limitare la propria esposizione al rischio valutario statunitense. E se è vero che al momento non esiste un potenziale sostituto del biglietto verde, vista soprattutto la non completa convertibilità del renmimbi cinese, la graduale accettazione delle valute digitali offre un’alternativa ai Paesi revisionisti – e il Venezuela si è fatto pioniere. Nei prossimi anni, comunque, il dollaro dovrà difendersi da diversi tentativi di sovvertire la sua egemonia e il mercato del trading energetico sarà, con pochi dubbi, uno dei principali scenari del confronto.
Francesco Luise
 

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