Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici

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Offline pentiux

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18582
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #300 il: 14 Apr 2020, 21:08 »
Al momento, chi deve prendere decisioni, mi pare che lo stia facendo in funzione di interessi che con la salute delle persone hanno poco a che fare. Poi il lato umano c'è sempre. Magari grossi rimorsi di coscienza, oppure l'abisso di aridità di un animo che condanna gli altri al "produci, consuma, crepa" in incognito dietro le quinte o quasi; oppure le ansie da prestazione, lo stress mentale di stare sotto pressione sotto tutti i riflettori della politica...però sinceramente anche ci se ne frega di questi loro problemi, che ne abbiamo già tanti noi e spesso per le loro decisioni prese.
E' una visione un pò romanzata e tagliata con l'accetta.
Per carità sei libero di pensarla come vuoi, ma ho imparato a dubitare delle narrazioni semplicistiche con "loro" che rappresentano il male assoluto.
La realtà mi sembra molto ma molto più complessa così come gli interessi da rappresentare e gli equilibri ottenibili.

Offline FatDanny

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37141
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #301 il: 14 Apr 2020, 21:27 »
Oltre la metà dei lavoratori ancora si reca a lavoro.
Confindustria al nord non fa che spingere per la riapertura.
Ci sono testimonianze dalle fabbriche del nord italia che mettono i brividi più di un film di Elio Petri.
Il problema non è il male assoluto, etica e politica dovrebbero essere piani connessi ma distinti, il problema sono le priorità.
E quello che comportano.

Offline pentiux

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18582
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #302 il: 14 Apr 2020, 21:48 »
Oltre la metà dei lavoratori ancora si reca a lavoro.
Confindustria al nord non fa che spingere per la riapertura.
Ci sono testimonianze dalle fabbriche del nord italia che mettono i brividi più di un film di Elio Petri.
Il problema non è il male assoluto, etica e politica dovrebbero essere piani connessi ma distinti, il problema sono le priorità.
E quello che comportano.
O, per l'appunto, gli equilibri.
Chi governa (che non amo, non ho mai amato, non credo amerò mai) agli occhi di Confindustria se ne frega dell'economia e del capitalismo non rendendosi conto dei danni irreparabili che sta facendo.
Non sto dicendo in alcun modo che l'equilibrio attuale sia il mio, sia il migliore possibile, sia neanche accettabile. Sto dicendo che non vorrei essere al posto di chi governa in questa situazione perché non vorrei dover mediare tra interessi spesso contrapposti e a cercare equilibri che quasi inevitabilmente  scontentano praticamente tutti.
Mi fermo qui perché non vorrei passare da difensore di nessuno, tanto meno di chi non mi piace e che non credo stia agendo nella maniera migliore possibile. Ma penso come sempre che soluzioni semplici a problemi complessi non esistano.

Offline FatDanny

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37141
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #303 il: 14 Apr 2020, 21:56 »
no no, il tuo discorso è chiarissimo e lo condivido anche.
In realtà credo vada riconosciuto che il governo italiano stia tentando un'opera di mediazione.
In modo zoppo, mandando avanti il comitato tecnico-scientifico, ma ci sta provando.
Fosse stato linearmente "servo" degli industriali avevamo riaperto tutto da mo'.

Altri paesi stanno infatti già riaprendo.
Ma ad esempio in Spagna hanno requisito le strutture sanitarie private e da oggi anche i laboratori per i test, qui sarebbe totalmente impensabile.
Quindi si luci e ombre e anche ci fosse Vladimir Lenin al posto di Conte ben poco di più potrebbe con gli attuali rapporti di forza.
Quindi certo che ci sono equilibri e, altrettanto certo, quello tra lavoratori e industriali non è certo l'unico equilibrio presente.

Offline TheVoice

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6456
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #304 il: 14 Apr 2020, 22:39 »
Fat prima o poi ti rispondo in modo strutturato, ma per il momento:

1. dalle stime all'Italia nel 2020 mancheranno 150-200 (-9%) miliardi di euro di cui la metà (forse) li recupereremo (forse) nel 2021. Questi sono i soldi che servono per mantenere gli standard non certo eccelsi del 2019. Insisto: chi cazzo pagherà le tasse e come?

2. In Europa stanno più (Francia ad esempio) o meno (Germania) nella stessa situazione.

3. L'economica globale cala del 3% (nel 2008 con LB attorno all'1%): chi cazzo ci presta i soldi?

4. nel panorama mondiale si salva solo la Cina, di poco (+1%)

Confermo il mio precedente post, con una aggiunta: la lotta non sarà di classe ma generazionale, temo.

Offline orchetto

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12951
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #305 il: 14 Apr 2020, 22:48 »

In realtà credo vada riconosciuto che il governo italiano stia tentando un'opera di mediazione.
In modo zoppo, mandando avanti il comitato tecnico-scientifico, ma ci sta provando.
Fosse stato linearmente "servo" degli industriali avevamo riaperto tutto da mo'.

                                                s
è"zigzagmente" servo, alla fin fine cambia qualcosina ma non tanto, soprattutto non cambia il concetto di fondo. non è questione di bianco nero, buoni cattivi e cose simili, la società attuale ha indubbiamente dei fattori di notevole complessità, ma il risultato non cambia, purtroppo

Offline orchetto

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12951
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #306 il: 14 Apr 2020, 23:05 »
e comunque tranquilli che mo arriva la Commissione di Colao

Offline sorazio

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10612
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #307 il: 14 Apr 2020, 23:23 »
sinceramente, sarò romantico e forse mi fido troppo del lato umano delle persone, ma l'affidarsi ad esperti mi sembra un passo estremamente nobile. Mi spiego.
Conte fa l'avvocato, non c'erto l'imprenditore o il ricercatore. Sappiamo tutti che purtroppo, non tutti i migliori lavorano per lo Stato, ma bensì si dirigono dove sono meglio pagati. Ecco Conte non fa altro che dire, noi Stato possiamo occuparci del quotidiano e prendiamo decisioni in linea con la condotta politica, ma quì la politica ci entra poco, di conseguenza mi affido ad esperti di ogni singolo settore.
Ripeto sarò un romantico, un sognatore, ci saranno dietro infiniti interessi che non riesco a cogliere, ma fatto sta che in una situazione del genere, al posto di Conte, quella di chiamare gli esperti sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto

Offline Ranxerox

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18189
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #308 il: 15 Apr 2020, 02:32 »
sinceramente, sarò romantico e forse mi fido troppo del lato umano delle persone, ma l'affidarsi ad esperti mi sembra un passo estremamente nobile. Mi spiego.
Conte fa l'avvocato, non c'erto l'imprenditore o il ricercatore. Sappiamo tutti che purtroppo, non tutti i migliori lavorano per lo Stato, ma bensì si dirigono dove sono meglio pagati. Ecco Conte non fa altro che dire, noi Stato possiamo occuparci del quotidiano e prendiamo decisioni in linea con la condotta politica, ma quì la politica ci entra poco, di conseguenza mi affido ad esperti di ogni singolo settore.
Ripeto sarò un romantico, un sognatore, ci saranno dietro infiniti interessi che non riesco a cogliere, ma fatto sta che in una situazione del genere, al posto di Conte, quella di chiamare gli esperti sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto

Credo che Conte abbia usato solo il sano buonsenso di uno che non è un politico di professione e sa di non essere Gesù Cristo in terra.
Per quanto puoi essere capace, in una situazione del genere, non puoi che poggiarti su staff di esperti dei vari settori su cui devi  intervenire, per avere in tempi rapidi analisi abbastanza dettagliate delle situazioni che affronti, che stai per affrontare ed eventuali proiezioni sugli effetti delle misure che stai per prendere in considerazione.
È ovvio che poi, avuti i relativi  resoconti, la scelta sulle diverse opzioni possibili rimane tutta politica.
Puoi dare retta a Fauci oppure no. Puoi pensare che basti l'immunità di gregge oppure no.
Quella è una scelta politica. Ma gli esperti del settore, come minimo, li consulti.
C'è da riconoscere però che fin dall'inizio si è sempre confrontato con tutti.
Amministratori pubblici, parti sociali, rappresentanti delle diverse categorie.
Poi, come normale, ha scelto in base ai suoi convincimento e a quelli del governo che lo sostiene perché parlare è facile, scegliere è in po' più complesso.
In questa situazione oltretutto, non credo sia stato per niente facile.
Questo, con tutti i limiti (e probabilmente gli errori del caso) in due mesi scarsi ha varato due provvedimenti economici e di sostegno al paese che di solito solo per pensarli e decidere ci metti più di un anno e diverse finanziarie per attuarli.
In più, contemporaneamente, doveva affrontare la situazione dal punto di vista medico-scientifico per contrastare la diffusione del contagio ed inoltre ha dovuto varare una serie di misure che hanno profondamente inciso sullo stile di vita e sulle libertà personali di ognuno.
A me non sembra una cosa semplice da fare tutta insieme. E se c'è una cosa che ha dimostrato, almeno in pubblico, è quella di non aver mai perso la calma e la lucidità.
Più che altro, una crisi di questa dimensione ha messo a nudo tutte le criticità del sistema Paese Italia.
Dal peso di un debito pubblico fuori controllo che non permette di poter spendere senza rischi di default all'orizzonte, dalla scarsa capacità di avere piani preventivi per poggiare le strategie emergenziali quando le necessità improvvise lo richiedono, una strutturale mancanza di capacità di risposta immediata e adeguata alle circostanze delle diverse strutture pubbliche nel momento in cui vanno sotto stress.
Giusto per elencarne alcune.
Tutte carenze strutturali che esistono già da prima di Conte, che vengono fuori come nodi al pettine tutte assieme e che aumento esponenzialmente la difficoltà di risolvere nel modo migliore i momenti di crisi acuta.
Siamo un paese che riesce a galleggiare nella normalità ma che va in clamoroso affanno come poco poco si trova ad affrontare una situazione emergenziale.
Questo provocato dal coronavirus è un vero e proprio tsunami trasversale, perché non è mai successo a mia memoria che uno per due mesi deve stare chiuso dentro casa, che ci siano ventimila morti per malattia, che la normalità sarà girare con le mascherine e i guanti di lattice fino a capodanno, e che per girare in città devi uscire con una autocertificazione perché ci sono duemila posti di controllo che ti fanno il check che manco in uno stato di polizia.
Uno pensava che poteva succedere solo nei film...
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #309 il: 15 Apr 2020, 08:13 »
sinceramente, sarò romantico e forse mi fido troppo del lato umano delle persone, ma l'affidarsi ad esperti mi sembra un passo estremamente nobile. Mi spiego.
Conte fa l'avvocato, non c'erto l'imprenditore o il ricercatore. Sappiamo tutti che purtroppo, non tutti i migliori lavorano per lo Stato, ma bensì si dirigono dove sono meglio pagati. Ecco Conte non fa altro che dire, noi Stato possiamo occuparci del quotidiano e prendiamo decisioni in linea con la condotta politica, ma quì la politica ci entra poco, di conseguenza mi affido ad esperti di ogni singolo settore.
Ripeto sarò un romantico, un sognatore, ci saranno dietro infiniti interessi che non riesco a cogliere, ma fatto sta che in una situazione del genere, al posto di Conte, quella di chiamare gli esperti sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto
Credo che Conte abbia usato solo il sano buonsenso di uno che non è un politico di professione e sa di non essere Gesù Cristo in terra.
Per quanto puoi essere capace, in una situazione del genere, non puoi che poggiarti su staff di esperti dei vari settori su cui devi  intervenire, per avere in tempi rapidi analisi abbastanza dettagliate delle situazioni che affronti, che stai per affrontare ed eventuali proiezioni sugli effetti delle misure che stai per prendere in considerazione.
È ovvio che poi, avuti i relativi  resoconti, la scelta sulle diverse opzioni possibili rimane tutta politica.
Puoi dare retta a Fauci oppure no. Puoi pensare che basti l'immunità di gregge oppure no.
Quella è una scelta politica. Ma gli esperti del settore, come minimo, li consulti.
C'è da riconoscere però che fin dall'inizio si è sempre confrontato con tutti.
Amministratori pubblici, parti sociali, rappresentanti delle diverse categorie.
Poi, come normale, ha scelto in base ai suoi convincimento e a quelli del governo che lo sostiene perché parlare è facile, scegliere è in po' più complesso.
In questa situazione oltretutto, non credo sia stato per niente facile.
Questo, con tutti i limiti (e probabilmente gli errori del caso) in due mesi scarsi ha varato due provvedimenti economici e di sostegno al paese che di solito solo per pensarli e decidere ci metti più di un anno e diverse finanziarie per attuarli.
In più, contemporaneamente, doveva affrontare la situazione dal punto di vista medico-scientifico per contrastare la diffusione del contagio ed inoltre ha dovuto varare una serie di misure che hanno profondamente inciso sullo stile di vita e sulle libertà personali di ognuno.
A me non sembra una cosa semplice da fare tutta insieme. E se c'è una cosa che ha dimostrato, almeno in pubblico, è quella di non aver mai perso la calma e la lucidità.
Più che altro, una crisi di questa dimensione ha messo a nudo tutte le criticità del sistema Paese Italia.
Dal peso di un debito pubblico fuori controllo che non permette di poter spendere senza rischi di default all'orizzonte, dalla scarsa capacità di avere piani preventivi per poggiare le strategie emergenziali quando le necessità improvvise lo richiedono, una strutturale mancanza di capacità di risposta immediata e adeguata alle circostanze delle diverse strutture pubbliche nel momento in cui vanno sotto stress.
Giusto per elencarne alcune.
Tutte carenze strutturali che esistono già da prima di Conte, che vengono fuori come nodi al pettine tutte assieme e che aumento esponenzialmente la difficoltà di risolvere nel modo migliore i momenti di crisi acuta.
Siamo un paese che riesce a galleggiare nella normalità ma che va in clamoroso affanno come poco poco si trova ad affrontare una situazione emergenziale.
Questo provocato dal coronavirus è un vero e proprio tsunami trasversale, perché non è mai successo a mia memoria che uno per due mesi deve stare chiuso dentro casa, che ci siano ventimila morti per malattia, che la normalità sarà girare con le mascherine e i guanti di lattice fino a capodanno, e che per girare in città devi uscire con una autocertificazione perché ci sono duemila posti di controllo che ti fanno il check che manco in uno stato di polizia.
Uno pensava che poteva succedere solo nei film...

condivido entrambi al 100%

Offline FatDanny

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37141
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #310 il: 15 Apr 2020, 08:22 »
Non è questione di romanticismo o fiducia, ma che quando qualcuno parla di tensione tecnocratica forse non vaneggia.
E in men che non si dica puff, si passa dai virologi/epidemiologi agli esperti di marketing.
https://www.corriere.it/economia/lavoro/20_aprile_12/ecco-squadra-colao-far-ripartire-paese-fase-2-9ad74558-7c8c-11ea-9e96-ac81f1df708a.shtml

Come se essere "esperti" in materie come queste fosse un dato neutro.
Potrei citare altrettanti esperti, plurititolati, che pensano cose diametralmente opposte a costoro.
Ma non ci poniamo nemmeno il problema, se so' esperti va tutto bene, sapranno come affrontare la situazione.
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #311 il: 15 Apr 2020, 09:12 »
Senza volermi troppo addentrare nell'interessante dibattito, dico solo che, dovendo scegliere tra il rischio di contrarre una malattia e quello di perdere il lavoro, ognuno di noi sceglierebbe il lavoro.
Esattamente come coloro che sotto i bombardamenti uscivano per andare a fare la fila per comprare il pane...

Purtroppo il vero dramma di questa pandemia non saranno le vittime, ma saranno le centinaia di migliaia (milioni) di persone che nei prossimi mesi perderanno il lavoro e che si ritroveranno a fare i conti con la recessione più profonda dai tempi della grande depressione degli anni 30.

E la grande differenza rispetto ad allora è che oggi non c'è più la stessa possibilità di attivare la keynesiana "mano pubblica", primo perché oggi rispetto ad allora il debito pubblico è già a livelli esorbitanti e, secondo, perché in un mondo globale come il nostro, governato da regole non omogenee, l'unico modo per sopravvivere è scendere nell'arena ed accettare rischi.

Quello che purtroppo farà la differenza nel prossimo futuro sarà la capacità di ogni paese di riprendere il prima possibile una vita normale rischiando l'epidemia di ritorno, accettando di avere nuovi morti e nuovi contagi  ma acquisendo vantaggi competitivi rispetto agli altri.

Banalmente, se un'azienda italiana leader di settore rimanesse per troppo tempo chiusa o sottoproduttiva, inevitabilmente perderebbe la sua leadership a scapito di qualche altro competitors tedesco, cinese, ecc. che rosicchierebbe le sue quote di mercato. Il risultato di tutto questo è che l'azienda italiana inizierebbe da subito a tagliare i costi, primi fra tutto quello del lavoro.

E purtroppo le scelte che faremo nelle prossime settimane/mesi saranno determinanti soprattutto per il futuro dei nostri figli, che paradossalmente sono quelli meno esposti ai rischi del contagio ma saranno coloro che più duramente pagheranno il conto di scelte errate.


Offline Tarallo

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111509
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #312 il: 15 Apr 2020, 09:21 »
E purtroppo le scelte che faremo nelle prossime settimane/mesi saranno determinanti soprattutto per il futuro dei nostri figli, che paradossalmente sono quelli meno esposti ai rischi del contagio ma saranno coloro che più duramente pagheranno il conto di scelte errate.

Un po' meno di chi e' morto.

Offline FatDanny

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37141
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #313 il: 15 Apr 2020, 10:07 »
Per curiosità, da https://www.agi.it/economia/quota_debito_pubblico_in_mano_a_stranieri-3726239/news/2018-04-03/


 la Banca d'Italia ..... 15,45%;

banche (categoria nella quale viene conteggiato pure il portafoglio dei fondi monetari) ... 27,25%.

 fondi d'investimento e le assicurazioni, ..... 19,88%.

 famiglie e imprese: la diminuzione registrata negli ultimi due anni è pari a 28,8 miliardi (-19,34%) da 149,04 miliardi a 120,2 miliardi.
(non c'è la percentuale, ma il debito è superiore a 2.200 miliardi di euro, quindi siamo intorno al 6%)

grandi banche mondiali e alle istituzioni finanziarie internazionali ... 32,17%

mi ero preso una pausa di pasqua e non ho risposto a questi temi, su cui torno a bomba.
Il problema principale quando si parla di debito è che essendoci dentro di tutto si sottolineano spesso componenti scarsamente rilevanti solo per dare credito ad una lettura.
Esempio: i famigerati fondi pensione. I quali ammontano nel caso italiano, complessivamente, a poco meno di 30 mld su 390 (dati 2018).
https://www.milanofinanza.it/news/nei-fondi-pensione-italiani-28-3-miliardi-di-btp-201906121239133056

Ossia il 7%. Di questo si parla. Su questo si articolano discorsi che finiscono per essere ritenuti credibili.

Si dice: i soldi non ci sono.
Ennò cari, non mi pare che si sia deciso di stampare moneta, quindi quei soldi ci sono eccome.
Si stamperanno titoli di debito, non moneta. Anche perché stampare moneta su quelle cifre significherebbe svalutarla in maniera incredibile, con tutte le conseguenze del caso.
Quindi i soldi ci sono, la differenza è che non vengono redistribuiti ma presi in prestito.
La collettività li chiede in prestito a chi li detiene, dando vita ad uno scontro di classe E generazionale.
Ossia non potendo chiedere tutto all'attuale classe lavoratrice si ipoteca anche lo stato sociale di quella a venire.
Se pensiamo che questo avvenga attraverso i piccoli risparmi manchiamo di vedere la parte più consistente della torta. Che si nasconde, in modi differenziati, dentro la quota "banche e istituti finanziari" e i loro prodotti e sottoprodotti.
Che, faccio notare, finiscono in quota minima ai piccoli finanziatori e per la gran parte sono materiale esclusivo dei grossi capitali che hanno nella finanza l'unico strumento di valorizzazione, essendo l'economia reale caratterizzata da decenni da una bassissima redditività fatta eccezione per alcuni piccoli settori specialistici e settori che hanno barriere all'ingresso ormai talmente alte da non permettere nuovi concorrenti rispetto a quelli che già dominano i rispettivi mercati.



Offline Splash

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38019
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #314 il: 15 Apr 2020, 11:44 »

Offline RG-Lazio

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5683
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #315 il: 15 Apr 2020, 12:13 »
mi ero preso una pausa di pasqua e non ho risposto a questi temi, su cui torno a bomba.
Il problema principale quando si parla di debito è che essendoci dentro di tutto si sottolineano spesso componenti scarsamente rilevanti solo per dare credito ad una lettura.
Esempio: i famigerati fondi pensione. I quali ammontano nel caso italiano, complessivamente, a poco meno di 30 mld su 390 (dati 2018).
https://www.milanofinanza.it/news/nei-fondi-pensione-italiani-28-3-miliardi-di-btp-201906121239133056

Ossia il 7%. Di questo si parla. Su questo si articolano discorsi che finiscono per essere ritenuti credibili.

Si dice: i soldi non ci sono.
Ennò cari, non mi pare che si sia deciso di stampare moneta, quindi quei soldi ci sono eccome.
Si stamperanno titoli di debito, non moneta. Anche perché stampare moneta su quelle cifre significherebbe svalutarla in maniera incredibile, con tutte le conseguenze del caso.
Quindi i soldi ci sono, la differenza è che non vengono redistribuiti ma presi in prestito.
La collettività li chiede in prestito a chi li detiene, dando vita ad uno scontro di classe E generazionale.
Ossia non potendo chiedere tutto all'attuale classe lavoratrice si ipoteca anche lo stato sociale di quella a venire.
Se pensiamo che questo avvenga attraverso i piccoli risparmi manchiamo di vedere la parte più consistente della torta. Che si nasconde, in modi differenziati, dentro la quota "banche e istituti finanziari" e i loro prodotti e sottoprodotti.
Che, faccio notare, finiscono in quota minima ai piccoli finanziatori e per la gran parte sono materiale esclusivo dei grossi capitali che hanno nella finanza l'unico strumento di valorizzazione, essendo l'economia reale caratterizzata da decenni da una bassissima redditività fatta eccezione per alcuni piccoli settori specialistici e settori che hanno barriere all'ingresso ormai talmente alte da non permettere nuovi concorrenti rispetto a quelli che già dominano i rispettivi mercati.

Insomma Marx aveva ragione 

Offline phenix

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1838
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #316 il: 15 Apr 2020, 12:56 »
Un po' meno di chi e' morto.

Dici che va peggio a una persona della classe media di 70/80 anni che muore di questa malattia dopo aver vissuto una vita senza aver visto una guerra o simili (ed avrebbe avuto una alta probabilità di morire per un'altra patologia nel giro di max dieci anni) rispetto ad un giovane di 20/30 anni affogato di debiti e condannato alla povertà con minime possibilità di risollevarsi? E la cui aspettativa di vita sarà necessariamente ridotta rispetto all'ottantenne di sopra a causa?

No, perchè quando si fanno 'ste equazioni bisognerebbe pure metterci tutti i termini dentro.

Offline Tarallo

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111509
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #317 il: 15 Apr 2020, 12:57 »
Si, dico esattamente questo.

Offline phenix

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1838
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #318 il: 15 Apr 2020, 13:12 »
Si, dico esattamente questo.

Da genitore mi sembra una follia egoista ipotecare il futuro lontano di mia figlia per il mio futuro prossimo (ed ho 40 anni) o meno che mai quello di mia madre (che ne ha 70). Si chiama ciclo di vita generazionale. Ma molti di noi occidentali ci siamo però convinti che la difesa della vita biologica fosse l'obiettivo principale.

Ognuno ha le proprie priorità. E non è un caso che in Italia c'è la maggior percentuale di popolazione anziana e le politiche sono volte solo al presente, e per futuro si intendono i prossimi due anni.

Stesso atteggiamento sul riscaldamento globale. E che saremo matti a rinunciare a settecento voli al mese? Tanto saranno i nostri nipoti a dover fare le guerre per l'acqua e la terra.

Penso anche io che il prossimo conflitto non sarà di classe ma generazionale. Se obbligato a scegliere, io già so da che parte stare.

Offline Tarallo

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111509
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #319 il: 15 Apr 2020, 13:13 »
E a me sembra nazista non cercare di salvare la vita di chiunque, di tutti, fino all'ultimo piu' vecchio e paralitico, e non considerare questa la priorita'.

Opinioni.
 

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