https://www.lastampa.it/economia/2021/10/26/news/caro_landini_sulle_pensioni_impari_da_lama_e_con_le_scelte_impopolari_che_si_aiutano_i_ragazzi-295210Una sequela di luoghi comuni, che purtroppo sono ritenuti veri da larghissima parte delle persone.
Il sistema contributivo è un puro CALCOLO, nella realtà concreta non è vero che i lavoratori si pagano la pensione attraverso l'accantonamento dei contributi.
La capitalizzazione è puramente simulata, ma i contributi presenti pagano le pensioni presenti.
Dunque il problema non è l'aspettativa di vita e quindi come paghiamo pensioni di persone che campano di più.
Questo è un problema prodotto dal calcolo contributivo stesso.
In realtà i problemi sono due:
1) poiché le pensioni presenti vengono pagate dai contributi presenti, la questione è se i contribuenti versano contributi pari o maggiori dei pensionati.
Al momento è già così, i saldi sono in larga parte attivi (tranne che per i lavoratori della PA, cosa però comprensibile su un piano contabile e che non dovrebbe rappresentare un problema per lo Stato).
Se si comprimono i salari si crea un problema sulle pensioni, se non si fa andare la gente in pensione non si liberano posti di lavoro e dunque allo stesso tempo si comprime la domanda: un problema che si autoalimenta.
2) la previdenza non sta scritto da nessuna parte che deve essere sostenuta dai lavoratori stessi.
Come qualsiasi altra spesa di welfare è una voce della fiscalità generale e dunque andrebbe fatta pagare, in maniera particolare, ai più abbienti e a chi ha patrimoni consistenti.
Fa parte del "patto sociale" per dirla in termini elevati.
Invece viene scaricata sui lavoratori stessi per il semplice fatto che conviene.
In parole povere il problema del sistema previdenziale non è dovuto alla spesa eccessiva, ma proprio dal calcolo che si è DECISO di utilizzare. E si è deciso di usare questo calcolo proprio per scaricare tale spesa sui lavoratori stessi.