sto studiando un bel paper,
Time, Work Discipline and Industrial Capitalism di EP Thompson.
1967, manco così recente.
Ci rientrano tante cose discusse in questo e altri topic.
Anzitutto si parte dalla differenza del lavoro task-oriented prima dell'industrializzazione e come la vita era profondamente diversa con esso rispetto all'attuale time-oriented.
Uno dei problemi dei sociologi e degli storici mainstream - l'abbiamo discusso diverse volte - è che per comparare le condizioni di allora e di oggi (o di una persona in europa con una in centro Africa) si basano su standard di vita senza considerare che questi sono definiti su una base ideologica occidentale.
Esempio: il reddito è una variabile. Ma perché col reddito io compro tutto il necessario per vivere.
Se il 60% del necessario per vivere non passa dal reddito quella variabile è falsata.
Se B avesse -40% di reddito rispetto ad A potrebbe comunque avere condizioni di vita migliori e noi non saperlo mai perché basiamo i nostri studi sul reddito.
Allo stesso modo si immagina il lavoro di un tempo molto più gravoso di quello odierno, quando in realtà è il contrario. Quando il lavoro era task-oriented in Inghilterra, in Francia c'era la consuetudine del "saint monday". Ossia un lunedì di non-lavoro autodeterminato. Alcuni facevano addirittura il "Saint tuesday" in base alle loro esigenze.
Si passò al lavoro time-oriented proprio per disciplinare chi lavorava. Non solo mentre lavorava, ma sempre. Perché il lavoro time-oriented impose uno stile di vita compiutamente diverso.
Anche nelle campagne, che si lavorava nature-oriented, il lavoro prevedeva molte più pause. Bastava una brutta giornata per oziare tutto il tempo. Oppure toccava aspettare che il grano maturasse, prima c'era poco da fare. Certo, al momento del raccolto si lavorava dall'alba al tramonto.
Ma il tempo asfissiante e continuo del lavoro contemporaneo era una roba inaudita. Lavoro e Vita erano compenetrati, non c'era una divisione netta perché non c'era proprio il tempo omogeneo a scandire il tutto.
Per affermarlo si è dovuto criminalizzare l'ozio, in particolare attraverso la religione (puritani, metodisti, monaci benedettini nel sud europa), ma più in generale facendo passare l'idea che sprecare tempo era uno spreco di denaro: "
l'ozio padre dei vizi". Chi ozia merita di stare in condizioni di vita peggiori. Chi ozia perde tempo, tempo che fugge via fino ad arrivare alla morte (anche la concezione della morte è cambiata radicalmente passando dal tempo circolare a quello lineare, ma questa è un'altra storia).
Il valore nel capitalismo è tempo di lavoro, dunque si diffonde il lavoro time-oriented, gli orologi e cambia (in peggio) un intero stile di vita, che migliorerà solo anni dopo laddove assunta la divisione tra vita e lavoro si iniziò a lottare per diminuire il tempo di lavoro.
Problema per storici e sociologi: impossibile definire meglio o peggio lo stile di vita e il lavoro time-oriented da quello task-oriented perché si basano su condizioni qualitativamente diverse.
Affidarsi a standard nelle condizioni di vita inevitabilmente implica adottare ideologicamente (ossia scegliere) parametri orientati più a l'uno o più all'altro.
é così che gli studiosi odierni mainstream finiscono per adottare una visione ideologicamente orientata allo status quo, senza capacità di cogliere le differenze sia su un piano temporale che su quello geografico (misconoscenza del lavoro nel medioevo, misconoscenza nelle culture definite "oziose, indolenti")
Quando si dice che il socialismo reale non era altro che capitalismo di stato e non ha assunto minimamente la critica marxiana questo è particolarmente riscontrabile nella concezione del tempo.
Infatti la disciplina richiesta contro i lavativi palesa una misurazione del valore del tutto analoga a quello capitalista, solo volto ad un'accumulazione centrale invece di quella privata.
Socialismo è invece una riappropriazione individuale del tempo attraverso una nuova concezione task-oriented, che non significa tornare a zappare la terra senza industrie.
Per certi versi possiamo intravedere qualcosa del genere nello smart working.
Non a caso moltissime persone hanno amato lavorare in quel modo.
Tuttavia anche il task-oriented può essere a favore del capitale, succhiando tutta la vita a favore della valorizzazione. Il punto è quindi come si decidono i task.
è il capitale a deciderli o le necessità che noi collettivamente stabiliamo?
Altro che Stato monolitico ipercentralizzato