Come può tutto un sistema accettare e tacere?
Questa testimonianza, ripresa da il Corriere, fa riflettere...
LO SCANDALO A HOLLYWOOD
Weinstein, il produttore Rosenberg: «Tutti sapevamo, abbiamo taciuto perché era la gallina dalle uova d’oro»
In un post su Facebook lo sceneggiatore e produttore: «Io c’ero, tutti sapevano. Dai produttori ai registi alla stampa. Abbiamo taciuto perché ci faceva comodo, perché lui era grandioso, e siamo tutti complici»
di Annalisa Grandi
È un lungo post quello pubblicato e poi rimosso dal produttore e sceneggiatore Scott Rosenberg. Che a Facebook ha affidato il suo racconto, il suo pensiero sullo scandalo che ha sconvolto Hollywood e travolto il re delle case di produzione Harvey Weinstein. Una lettera aperta per raccontare che «Tutti sapevano». E che tutti hanno scelto di tacere perché in fondo, tutti avevano bisogno di Weinstein.
«Quei giorni gloriosi»
Rosenberg, produttore e sceneggiatore (tra l’altro di «Con Air» e «Alta fedeltà») affida ai social network il compito di raccontare quello che i suoi occhi hanno visto. Quel mondo dorato di cui lui e Weinstein facevano parte. E di quell’«orco» che tutti conoscevano ma su cui tutti hanno deciso di tacere. Un post su Facebook, poi rimosso, che lancia accuse precise. «Io c’ero. C’ero dal 1994 agli anni 2000. L’età dell’oro. Gli anni di «Pulp Fiction», «Will Hunting», «La vita è bella». Harvey e Bob (i fratelli Weinstein) hanno prodotto i miei primi due film. Avrebbero pubblicato il mio romanzo. Mi hanno consacrato, mi hanno dato la mia carriera. Avevo a malapena trent’anni». «E quei giorni gloriosi a Tribeca? - ricorda lo sceneggiatore - Le riunioni diventavano programmi che poi diventavano notti folli in giro per la città. Per farla breve: Miramax era una figata. Quindi sì io c’ero. E lasciatemi essere chiaro su una cosa: tutti sapevano».
«Io sapevo, tutti sapevano»
«Non che stuprasse - precisa - Ma sapevamo dei suoi comportamenti aggressivi. Sapevamo della fame di quell’uomo, come un’orco insaziabile uscito dalle favole dei fratelli Grimm. Tutto avvolto in promesse vaghe di ruoli nei film». Accuse precise, quelle dello sceneggiatore e produttore che rincara: «E sapete perché sono sicuro che sia così? - prosegue - Perché io c’ero. Vi ho visti. Ne abbiamo parlato insieme. Voi, i grandi produttori; voi, i grandi registi; voi, i grandi agenti; voi, i grandi finanzieri. E voi, i capi dei grandi studios rivali; voi, i grandi attori; voi, le grandi attrici; voi, le grandi modelle. Voi, i grandi giornalisti; voi, i grandi sceneggiatori; voi, le grandi rockstar; voi, i grandi ristoratori; voi, i grandi politici. Io ero lì con voi». «Forse non conoscevamo il livello di questo schifo, gli stupri, le donne sbattute al muro. Ma qualcosa sapevamo. Ma che avremmo dovuto fare? A chi avremmo dovuto dirlo? Harvey aveva la stampa in pugno. Avremmo dovuto chiamare la polizia? Per dire cosa. Le vittime hanno scelto di non parlare ma se ne avessero parlato con i loro agenti gli avrebbero consigliato di tacere».
«Era la gallina dalle uova d’oro»
«Tutti conoscevamo qualcuno che aveva ricevuto le sue avances. Ma in qualche modo ridevamo della sua arroganza, la vedevamo come una grottesca esibizione di potere. Era molto più facile per noi crederci. Perché...e qui lo schifo incontra la melma: con Harvey abbiamo passato i momenti migliori. Ci portava ai Golden Globe organizzava feste pazzesche. Cannes, Berlino, Venezia, jet privati, limousine. Una volta mi ha portato ai Caraibi per dodici giorni. Non sapevo neanche che quel posto esistesse. Lui dava, dava, e dava. E i suoi soldati dovevano ripagarlo con una fedeltà degna di un padrino mafioso. Era glorioso, tutto. Che sarà mai se era un po’ prepotente con qualche giovane modella? Perché avremmo dovuto noi fermare il gioco? La gallina dalle uova d’oro non capita molte volte nella vita di un uomo. Ci servivano le uova. Okay, forse non ci servivano ma ci piacevano davvero davvero molto».
«Mi dispiace e mi vergogno»
«Per questo sarò eternamente dispiaciuto, per tutte le donne che hanno dovuto subire. Il loro coraggio è un faro che illumina la mia vergogna - spiega ancora - Mi scuserò in eterno con tutti quelli che hanno sofferto in silenzio. E che hanno scelto di rimanere in silenzio oggi. Ho perso i contatti con i Weinstein dal 2000. Ma qualche mese fa mi ha chiamato, per parlare dei tempi andati. Voleva riunire la banda, fare un film, avevo la sensazione di uno che camminava verso il patibolo. Poche settimane dopo ho capito». «Mi dispiace - conclude - Mi scuso e mi vergogno, perché alla fine sono stato complice, non ho detto niente. Harvey con me è stato meraviglioso quindi mi sono preso i benefici e ho tenuto la bocca chiusa. Ma anche tutti voi dovete scusarvi. Voi sapete chi siete. Sapevate tutto e sapete che io so che ne eravate al corrente perché ero lì con voi. E perché tutti, tutti sapevano».