Sabato prossimo 11 Giugno alle 16:00 parte la 24 Ore di Le Mans.
Si tratta dell'80a edizione della classica gara Francese di endurance, la prima fu organizzata nel 1923.
Una corsa massacrante, un circuito di quasi 14 km su strade "normali" che vengono chiuse al traffico per la gara, con un rettilineo (les Huanudiéres) lungo quasi 7 km e altri 7 km di curve e controcurve impegnative. Oggi il rettilineo è spezzato da due chicane costruite dopo il 1990, fino a qualche anno fa era il posto al mondo dove le macchine da corsa raggiungevano le velocità più elevate. L'inglese Jackie Oliver nel 1971 con una Porsche 917 in prova superò i 400 Km/h (sì, hai letto bene, 400 km/h!!!), quasi venti anni dopo, nel 1988 nel pieno dell'era del turbo, un quasi-sconosciuto pilota francese, Roger Dorchy in una vettura semi-artigianale, la WM - Peugeot fu cronometrato ufficialmente a 405 km/h. Un record che, ovviamente ancora resiste.
E il rettilineo delle Hunaudiéres non è proprio piatto, ma pieno di saliscendi, addirittura verso la fine c'è un "bump", un dosso dove le macchine quasi si sollevano. In quel punto le Mercedes di Mark Webber (sì proprio lui) e dello scozzese Peter Dumbreck nel 1999 presero letteralmente il volo, decollarono e finirono malamente in mezzo agli alberi. Non si sa come, ma nessuno dei due si fece male.
Una volta si correva in due, praticamente senza dormire per un giorno intero, poi a partire dagli anni '80 furono consentiti equipaggi da tre piloti.
Le Mans è stata teatro della più grande tragedia dell'automobilismo, avvenuta nel 1955. Il pilota Pierre Levegh e più di 80 spettatori furono uccisi. Un incidente terrificante, che ancora fa discutere. Passando sul traguardo l'inglese Hawthorn (che poi vinse) decise all'improvviso di entrare ai box sulla destra della pista, e tagliò la strada di un doppiato che stava superando. Questo fece una manovra decisa per evitarlo e finì sulla sinistra dove sopraggiungeva al triplo della velocità la Mercedes-Benz di Levegh, in quel momento in lotta per i primo posti. Levegh, che all'epoca aveva più di 50 anni, urtò l'altra macchina che gli fece da trampolino, fiondandolo oltre il terrapieno. La Mercedes finì in mezzo alla tribune falciando centinaia di persone, si spezzò in due e scoppiò in fiamme. Un inferno.
Alla fine 80 (o 83, o 85 il conteggio definitivo non si è mai saputo) persone persero la vita.
Gli organizzatori, per poter consentire alle ambulanze di entrare e uscire dal circuito, decisero di non bloccare la gara. Al di là dello sconcerto, probabilmente fecero bene, se tutta la folla (si parla ogni anni di 250/300 mila persone, si fosse riversata sulla via del ritorno, si sarebbero intasate tutte le strade.
Da qualche anno, a Le Mans sono state ammesse le vetture diesel. Ovviamente non sono i fumosi motori dei camio che conosciamo... ma veri e propri mostri, 5000cc turbo, 12 cilindri. Delle bestie. Peugeot e Audi si combattono atrocemente da un po' di anni, i francesi hanno vinto deu anni fa, i tedeschi l'anno scorso. Quest'anno le cilindrate sono state drasticamente ridotte (3700cc), Peugeot è passata a un 8 cilindri, l'Audi a un 6. Sarà battaglia vera.
Fra i piloti, nei due team di punta c'è un solo Italiano, Rinaldo Capello di Asti, che ha 47 anni e Le Mans l'ha già vinta tre volte. Corre (per l'Audi) in un super-team di veteran di successo, con il Danese Tom Kristensen (43 anni), recordman delle vittorie (otto!) e lo Scozzese Allan McNish (45) che mi pare ne abbia vinte due. La Peugeot invece preferisce i piloti Francesi (ma va?) mettendone uno, o due per macchina. L'Audi ne schiera 3 ufficiali, la Peugeot 3 + 1 privata ma aggiornata come le macchine ufficiali. Fra gli outsider, ma ovviamente con scarsissime possibilità, c'è l'Aston Martin e la Lola-Toyota del team svizzero Rebellion, su cui corre il modenese Andrea Belicchi (fortissimo).
Su Eurosport e Eurosport-2 riusciranno a fare la diretta integrale di tutte le 24 Ore.
