Me la sono vista. Per dieci minuti con DUE uomini in meno verso la fine, si sono difesi alla morte. Una cosa da paura.
Il rugby australiano ha un problema di fondo.
E' il quarto sport preferito nel paese. Ha sempre avuto bisogno di dover mostrare spettacolo e gioco aperto.
Proprio per una questione di sopravvivenza di fronte al football australiano, al criquet e al rugby a 13, più spettacolari e televisivamente telegenici.
Per questo la loro mischia é sempre stata trascurata, é un momento della partita piuttosto ruvido, pieno di tecnicismi e aspetti che sono importanti ma visualmente difficili da apprezzare dal grande pubblico. La filosofia del rugby australiano é sempre stata una filosofia di movimento, di pallone che viaggia. Alcuni anni fa, d'altronde, furono loro a far modificare le regole delle maul e della mischia da parte dell'International Board. Regole poi rimesse.
Era la loro forza ma anche la loro debolezza.
Da un anno, invece, hanno dato le redini della squadra a Michale Cheika, uno che ha giocato anche a Rovigo peraltro, che da allenatore ha vinto sia nell'emisfero sud che in quello nord (una coppa europa con il Leinster). Uno che conosce il rugby moderno e ha capito che avrebbe potuto rendere la sua squadra ancora più forte con una grande mischia.
Per questo ha chiamato ad aiutarlo Mario Ledesma, tallonatore argentino di tante battaglie e soprattutto campione di Francia con il Clermont, che ha portato una solidità agli avanti australiani da renderli una delle migliori mischie del mondo.