La cronaca, come spesso accade, ci costringe a fare i conti con quei temi che di solito vengono abbandonati a loro stessi, relegati in qualche angolo del dibattito con una attenzione sempre minore fino a diventare una questione sempre più minoritaria.
Inter-Napoli è stato il paradigma di molti aspetti della vita sociale, nella quale violenza, razzismo e violenza razzista si intrecciano e alimentano e finiscono per essere aspetti fondanti per una ri-costruzione identitaria ben precisa. Inutile, a tratti patetico, celare tutto dietro il richiamo alla “Logica Ultras”. Lo scontro fisico tra gruppi di tifosi, non necessariamente gruppi organizzati, può seguire varie modalità. L’agguato ad un gruppo di tifosi, magari anche inferiori in numero, rimanda a connotazioni politiche ben precise, come poi la triste biografia dello sventurato tifoso interista pare confermare.
Quello che accadrà nel mondo del tifo è abbastanza facile da prevedere. L’accaduto verrà acriticamente utilizzato per riproporre in maniera ancora più forte una ben precisa scelta identitaria, e credo non serva essere dei veggenti per dire che gli episodi che sono avvenuti all’interno dello stadio, con i soliti e squallidi espressioni di discriminazione nei confronti di un giocatore si moltiplicheranno e saranno ancora più rivendicati, magari appuntandosi sul petto il santino del tifoso morto, affinché la sua morte non sia vana perpetrare l’odio nelle sue forme più becere sarà un ordine, magari un ordine nuovo.
La reazione più comune è quella dell’invocare lo Stato di Polizia, e se proprio la storia non ha insegnato nulla sulla inefficacia di questo tipo di approccio (gli anni più violenti della storia ultras erano pieni di Polizia) bisognerebbe fermarsi a capire se quest’idea spacciata per soluzione, non sia in realtà parte importante di quel clima culturale che si sta affermando in modo sempre più violento nella nostra società (ordine e disciplina).
Qualche palliativo è giusto invocarlo, fermare le partite mi pare tutto sommato una cosa buona e giusta, ma sarà un altro modo per chi si vuole costruire una identità per compattarsi, soli contro il mondo.
Le soluzioni?
Io non ho strumenti, ma cominciamo a chiamare le cose con il loro nome, e diamoci degli strumenti nuovi, altrimenti lo 0-3 sarà inevitabile.
Parliamone sentendo tutti la responsabilità del momento storico che ci è toccato vivere.