Beh, ad oggi è semplice puntare il dito sulla Lazio visto che è in difficoltà contro qualsiasi squadra e, obiettivamente, non è competitiva per traguardi importanti.
Se invece si fa un'analisi più in là nel tempo e con meno spirito catastrofistico questi modelli descritti così distanti, non lo sono così tanto nel complesso.
Non mi sembra che la tendenza sia l'esaltazione e la cultura del piedestallo in questo ambiente. Si palesa, invece, l'esatto contrario: tutte "pippe" e incapaci da buttare nel cesto alle prime difficoltà evidenti.
La critica non la muovo alla società Lazio ma al atteggiamento di noi tifosi, alla mentalità (molto provinciale) di pensare che chiunque sia da noi è di diritto indiscutibile: basta l'attaccamento alla maglia o aver segnato in un derby e diventi intoccabile.
E magari sputiamo a prescindere su giocatori potenzialmente a noi funzionali bollandoli come pippe assolute, quando poi inseriti nelle loro squadre sono più funzionali dei nostri campioni intoccabili.
Lo facciamo da dieci anni almeno, per ragionare con il cuore siamo riusciti a trattare da intoccabili campioni giocatori che poi si sono rivelati nella loro carriera degli onesti mestieranti: Candreva, Zarate, Keita, Hernanes, Biglia.
Buoni giocatori ma non sti fenomeni insostituibili che credevamo.
La loro carriera calcistica dopo di noi lo dice.
Io non voglio spalare m***a sui nostri giocatori, figurati, vorrei che li valutassimo con oggettività perché poi è inutile svegliarsi incazzati quando il Patric di turno fa la seicentesima scelleratezza: Patric è così dal primo anno, siamo noi che abbiamo voluto vederlo come un giocatore funzionale e potenzialmente adatto solo perché indossa la nostra maglia e ce mette er core.
È sempre stato uno inadatto a giocare in una squadra di vertice.
Spero di aver chiarito il punto