Sabatini come suo solito la mette in maniera un po' estrema.
Trovo anch'io che un fondamento di verità la sua argomentazione ce l'abbia, del resto i risultati della nazionale e le difficoltà di ricambio ad alti livelli lo dimostrano in maniera oggettiva.
Facendo però un discorso di sistema, che tagli fuori da un lato le eccellenze difficili da sostituire e dall'altro gli "scarsi scarsi" che non hanno grossi margini di miglioramento, credo che possa esserci una grossa fascia di giocatori italiani "medi", di qualità quanto meno paragonabile a stranieri a loro volta non fenomeni, che dalla presenza di questi ultimi si vedono bloccati nella crescita.
È vero che dare minuti agli scarsi non li migliora, ma è vero anche che se sei un discreto giocatore e non hai minutaggio è più facile che la tua evoluzione sia verso il basso piuttosto che verso l'alto. Qualche giorno fa si parlava dell'attuale nazionale U21 Quagliata, che si è messo in discussione andando a giocare in una squadra di bassa Eredivisie (livello comunque piuttosto basso), aprendosi così prospettive di carriera sicuramente migliori che non restare a fare panchina tra C e B, magari a un mestierante trentacinquenne o a uno straniero di valore paragonabile, magari preso per dinamiche tra società e agenti.
Confrontarsi a livello più alto e giocare con continuità non fa diventare fenomeni, se uno non ne ha le doti naturali, ma sicuramente aiuta.