ECA o UEFA, Premier o non premier, la questione è essenzialmente economica e segue il modello di concentrazione di capitali presente in ogni mercato di questa terra, dovuta al fatto che cambiano le necessità (e i possibili guadagni) del grande capitale monopolistico o meglio organizzato in cartelli rispetto alla concorrenza minore.
Tendenza rafforzata dalla concentrazione presente nei settori contigui, in particolare quello mediatico.
Come SEMPRE avviene nelle industrie collegate se il capitale si concentra in A per mantenere adeguati rapporti di forza tende a concentrarsi in B. Se i produttori di ferro si organizzano lo faranno anche quelli dell'acciaio.
Vediamo quindi nel calcio quella che è una tendenza economica generale.
Quindi anch'io credo, nel medio periodo, che la cosa sia inaggirabile, al netto di rivoluzioni

Può non essere oggi o tra cinque anni, ma sarà. Perché i campionati nazionali rappresenteranno dei mancati introiti sempre maggiori e questo prima o poi darà forza alla leva contraria, in cui anche le ritorsioni avranno un costo opportunità affrontabile in rapporto ai suddetti guadagni. Senza contare i grandi soggetti coinvolti in termini di partnership e sponsorizzazioni che avranno il loro ruolo lobbistico.
La questione salary cap, draft, inviti non hanno a che fare con una questione culturale, ma di comparabilità di capitali.
Come nella NBA ha senso unirsi in cartello laddove i capitali, i bacini d'utenza, quindi i clienti, infrastrutture che ognuno apporta siano simili e paragonabili, altrimenti si avrebbe chi realizzerebbe un extraprofitto eccessivo a danni di altri.
Questa tendenza è GIA' in atto e operante in tutta l'europa occidentale. E' solo e unicamente questione di tempo, posso scommettere qualsiasi cifra.
Non penso che una roba del genere sia la fine dello sport, come l'NBA negli USA non è stata la fine del basket. Semplicemente è un'esplicitazione più chiara di come uno sport si sia trasformato in industria e quindi ne segua le logiche.
E' il capitalismo baby.
L'ipotesi di PZ è un modo per salvare il salvabile non so quanto possibile.
Più realisticamente vedo un modello stile USA in cui alla superlega ad inviti si affiancano campionati nazionali in cui far sbocciare astri nascenti che poi andranno a giocare nella superlega.
Francamente capisco poco chi si dispera come se già non fosse così. Come se già le superstelle non fossero roba unicamente per un pugno di squadre in tutta europa.
Vale la pena lasciare le cose come stanno solo per avere l'opportunità di giocarci contro?
Per me no. Anzi l'attuale modello, proprio perché in contraddizione con le sue stesse dinamiche di fondo, mostra la corda da un bel po'. Un pugno di squadre che vince tutti i campionati, in modo stucchevole.
A questo punto rendiamo esplicito quel che oggi è implicito, si facessero la lega dei miliardari e la Serie A, come gli altri campionati nazionali, tornerebbero tornei equilibrati in cui un anno vince la Lazio, un anno la Fiorentina e magari un anno pure le merde, tiè

Su volumi d'affari certamente minori, ma, attenzione, un qualcosa che il bilancio della Lazio, a differenza di tante altre, potrebbe anche sostenere.
Anzi, per come la vedo io, in questo modo il calcio TORNEREBBE ad essere uno sport. Almeno il calcio che interessa a me, non quello delle top europee, che ormai fanno un altro sport, un altro business, un altro mondo.