... spesso ne sento parlare soprattutto qui dentro leggendo le vostre storie le vostre gioie quotidiane o se preferite le vostre tribolazioni. Io ho 46 anni una famiglia un lavoro ed un solo amico, quello, per intenderci, con il quale ho condiviso l adolescenza le cazzate le risate le fughe i sogni le speranze e tanta tanta Lazio, quello per cui il telefono squilla raramente, ma è come se squillasse ogni giorno, quello, però, che mi è mancato nei momenti tristi e dolorosi, perché l ho tenuto fuori dalla porta convinto com'ero di poter tenere botta a tutto, convinto com'ero di saper risolvere ogni cosa, già, l essere umano spesso rasenta l onnipotenza forse per diritto genetico.
Questo luogo, dove condivido le mie emozioni, è composto da persone vere, ma che si celano dietro un nomignolo, e prendendo spunto da un concetto di Porgascogne....
io credo che uno preferisca parlare, e gli venga più facile, con persone che conosce solo virtualmente, piuttosto che con amici (che in realtà potrebbero non esserlo) reali
il concetto di "amicizia", completamente annientato dai SF oggi, è semplice: un amico dovrebbe essere un testimone della tua vita, uno che fra 30 anni ti potrà ricordare le cazzate che hai fatto, le cose giuste che hai fatto e la crescita o decrescita che hai avuto, ma che non necessariamente debba fare da grillo parlante e correggere le cazzate in corsa perchè certe volte lo sai che la stai facendo, la cazzata, ma te la vuoi bere tutta e da solo
e fanculo i consigli e magari non tutti oggi sono propensi ad avere testimoni in giro, quindi meglio avere rapporti meno invadenti nella vita di tutti i giorni, anche se possono essere più pesanti i giudizi, a volte, proprio perché espressi da chi, alla fine manco te conosce
e mi domando voi come vi relazionate con il mondo circostante, se contano ancora i rapporti materiali fatti di sguardi di suoni di odori perché no, oppure come le nuove generazioni vi siete fatti trascinare nel mondo virtuale e inconsciamente ne siete prigionieri.
Io come tanti di voi provengo da una generazioni fatta di amicizie dove contava anche solo una pacca sulla spalla o un vaffancu.lo a denti stretti e proprio perché posso dire di conoscere le due facce della medaglia spesso mi sento preso in mezzo ad una morsa, perché so che certi momenti di aggregazione non torneranno più, ma so anche che questo spreco di banda non potrà minimamente farmi rivivere tali stati materialmente emotivi ed è terrificante spesso provare a trasmettere le mie emozioni perché il tratto visivo è soppiantato definitivamente dal suono asettico di una tastiera e sapere che quello che scrivo è destinato a tutti i giudizi del mondo mi mette l ansia, ma è un problema tutto mio e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.