Acerbi, quando leadership e qualità si spostano (per ora) sul centro sinistra (Il Messaggero del 27 ottobre)
ROMA Meno centrale, più licenza d'offendere. Acerbi a sinistra è la nuova arma biancoceleste. Succedeva a tratti la scorsa stagione, adesso sta diventando sempre più una costante dell'assetto difensivo di Simone Inzaghi. La lunga assenza di Radu è l'occasione, ma ci sta prendendo gusto, il difensore. Sabato scorso con il Bologna non la smetteva più d'accelerare. Ace ora sradica palloni e si propone, con i cross è pericoloso e decisivo, ha regalato il gol a Milinkovic contro l'Inter. Non è però solo una voglia del difensore, quella di salire. Forse è addirittura l'epitome dell'Inzaghismo militante: la mossa estrema è utilizzare il suo miglior difensore per spingere ulteriormente. Al mister si rimprovera spesso di essere attaccato alle sue idee integraliste, eppure lui dimostra di saperle plasmare a seconda degli uomini a disposizione.
Avendo diversi giocatori al centro (Patric, Luiz Felipe e Hoedt) in grado d'impostare, Simone ha trovato così una soluzione per avere a sinistra contemporaneamente maggiore copertura e progressione. Va solo trovato il giusto equilibrio per non pestare i piedi a Fares e davanti le zolle di Correa e Immobile.
Acerbi è contento di questa nuova propensione, riscoperta con piacere (già l'anno scorso al posto di Chiellini) anche e sopratutto col ct Mancini in Nazionale. Ha il piacere di correre, alla faccia di un 32enne. Nello spogliatoio è diventato un veterano. Punto di riferimento per i colleghi di reparto e per i compagno di squadra più giovani. «Non mi sentirete mai dire che sono stanco e che non voglio giocare». Sì presentò così al suo arrivo a Formello nell'estate del 2018. Ora è leader dentro e fuori dal campo. «Sono contento per la vittoria, ma adesso testa subito alla partita con il Bruges». Aveva scritto sui social dopo il 2-1 con il Bologna. Un monito per avvicinarsi al primo mercoledì da Leone.
Valerio Cassetta