Nato e cresciuto Laziale a San Paolo, nella Roma sud piena di topi e macerie descritta dall'amico con i negozi a Roma nord.
Al tecnico industriale di zona, da che ricordo, eravamo circa sette contro duemila.
Noi tutti che andavamo allo stadio, loro che si accontentavano di scrivere forza roma sullo zaino.
Dopo la scuola, nella comitiva del quartiere, eravamo, curiosamente, quasi tutti Laziali, tutti curvaroli.
Adesso in classe di mio figlio sono due su venti.
Il Laziale non è ascrivibile ad una zona di Roma, a un censo o a un maglioncino (e aridaje!) alla moda.
La Lazio è una categoria dello spirito.
Ho vissuto sempre zone di Roma e ambienti geopolitici dove, l'assimilazione con le merde appare scontata, immediata e totale.
E ho trovato sempre i Laziali.
Belli, diversi, unici.
Una differenza che salta agli occhi, puoi stare a Via dei Volsci o a Trastevre, a Garbatella o a Forte Prenestino, troverai sempre i Laziali, pochi e ironici, eleganti e furiosi, spavaldi e coi [...] in fiamme.
E forse non tutti ricordano che:
La Nord fino a qualche tempo fa era retta da gente del Quadraro, ell'Appio, di Trastevere, di Garbatella.
Il primo storico striscione "tenghi er prestigio della capitale" era di Primavalle, il primo con la scritta Ultras era di Garbatella, i primi storici circoli biancazzurri, ai temi di Zenobi nascono, oltre che a Parioli e al Flaminio a Trastevere, a Rione Campitelli, a Casilino.....