Ecco -pensavi affranto- questa qui è trigoria,
un circo felliniano di guitti difettosi.
Tu vi giungesti in Vespa, araldo di Vittoria,
accolto dagli osanna degli isterici tifosi.
Or sei rimasto a piedi, relitto della Storia
(e forse afflitto pure da un principio di nevrosi).
Hai fatto un testamento che adesso qui divulgo,
parole alquanto amare e dal tremendo suono:
“Io voglio ricordare a questo ingrato volgo
che un tempo fui Speciale, un Re assiso in trono.
Poi scelsi l’aesse roma, ed ora me ne dolgo,
perché chi abbraccia il Male non merita perdono”.
“Mi sento sotto un treno, e solo mi consòlo
fumandomi sostanze che poi mi sento sciallo.
Le agiografie del Zazza, il tweet con il ghiacciolo:
mi nausea ogni ricordo di ciò ch’è rosso e giallo.
Non voglio più tormenti, adesso voglio solo
salire sulla Vespa e tornare in Portogallo”.