per anni il catetere ci ha fatto vivere una falsissima illusione, quella che bombardando ogni canale di discussione o mediatico di livore e odio verso la presidenza, martellandoci i collioni oltre ogni ragionevolezza (cfr. topic "Li abbiamo battezzati tutti"
, ma anche la fantastica vulgata per cui "non vado più allo stadio per troppo amore"
), andando appresso a qualunque scarto umano dichiarasse l'interesse di un qualche fantamiliardario uzbeko nei confronti della Lazio oppure disertando lo stadio con splendida indifferenza nei confronti dei risultati, il tifoso potesse avere un margine di azione e determinare scelte e dinamiche societarie, a partire dalla vera e unica questione che stiamo vivendo da ormai 13 anni ad oggi: la messa in vendita della Lazio da parte di lotito.
la gente Laziale ha sinceramente pensato, non si sa in base a quale presupposto logico, che poteva contribuire in concreto alla cacciata dell'odiato gestore dalla stanza dei bottoni di formello.
sulla base di questa malriposta onnipotenza, si è dato altre priorità: la Lazio stessa non lo è stata più, quella che scende in campo tutte le domeniche e difende la gloriosa maglia biancoceleste datata 1900.
ma soprattutto ha rifiutato il suo spirito identitario che lo contraddistingue da tutti gli altri tifosi in italia, e principalmente da quelli della sponda opposta.
è diventato praticamente un cliente, rancoroso e con la bile sempre a livelli di guardia (io sinceramente non capisco come uno si possa volere così male da esporsi quotidianamente alla valanga di pessimismo cosmico che ormai tracima dalle radio e dai forum... io non ce la farei a campa' così... tre minuti di radio 6 la mattina con bastanza o de angelis, oppure 4 post di un paio di netter a caso, mi bastano per rovinarmi l'umore, e allora me tocca mette sul ruggito del coniglio o sul canale youtube di remi gaillard), insoddisfatto non tanto del prodotto che un negozio vende, che ce po' pure sta', ma proprio del padrone del negozio.
quest'ultimo, che di cazzate ne ha fatte a bizzeffe (e col quale sono avvelenato anche io), potrebbe pure fare i salti mortali all'indietro su una gamba sola (e obiettivamente non ne ha alcuna intenzione, lo sappiamo), ma non c'è alcun verso che possa modificare la tendenza.
d'altronde l'ha scritto pantarei, e anche molto bene. finché non se ne va, nulla migliorerà. nel frattempo però il tifoso Laziale si è perso per strada. si è ritrovato lì dentro allo stadio, dove naturalmente deve stare, in pochissime occasioni, diametralmente opposte come situazioni contingenti: tutto bene (Lazio empoli) o tutto male (Lazio sassuolo).
cliente occasionalissimo, che si affaccia appena appena solo quando il prodotto è buonissimo, oppure quando fa veramente schifo.
questo il Laziale allo stato attuale. l'aurea mediocritas, oggettiva per certi versi, non c'entra proprio nulla.
la CN sta invertendo la tendenza, per fortuna. meglio tardi che mai, speriamo faccia ritrovare la retta via a parecchi.
ma detto questo la conclusione è unica: se il Laziale ha smesso di essere tale, deve dare la colpa principalmente a se stesso e alla sua assurda fiducia in chi gli diceva che poteva fisicamente prendere a spallate lotito, rimanendone, come facilmente prevedibile, con un pugno di mosche e frustrazione.