Una delle neoplasie sociali, culturali e politiche di questa nazione di merda è "l'accordo" faustiano stipulato tra magistratura e giornalai.
Un condizionale in mezzo a un metro cubo di merda messa in caratteri di stampa basta per neutralizzare un'azione di risarcimento; poi se mai si arriva a un giudizio di responsabilità, l'ammontare del danno liquidato è risibile. Puoi dare del pedofilo a un Santo, e il bocchivendolo di turno sarà condannato a pagare 20.000 euro di risarcimento (dopo 4-5 di processo).
Mentitori di professione (ci sono due quotidiani, di posizione politica opposta e con un ossimoro nel nome, che lo fanno di mestiere), ricatattori con dossier che manco la stasi (povero Platone), bocchivendoli vari possono scrivere quello che vogliono nel nome, ahimè, della "libertà di stampa", della "liberà di critica", della "libertà di informazione".
Come tutte le cose peggiori dell'Italia, la bontà del fine perseguito all'inizio enunciando una regola o prevedendo un'istituzione (vedi CSM, tanto per restare all'attualità) si converte nel suo esatto opposto.
Servirebbe condannare i bocchivendoli recidivi a un risarcimento pecuaniario "punitivo", all'americana tanto per intendersi. Ma poi le conseguenze sarebbero peggiori.
E dunque, teniamoci la merda, che oggi colpisce la Lazio, domani un politico nemico, a volte un giudice non allineato.
Burp.