In realtà, gran parte del fascino del Sankti Pauli deriva non soltanto dalla forma di Governo assembleare alla guida della società ma in tante particolarità della sua attività che sono veramente accattivante.
Ad esempio, all’interno dello stadio – non più grande del nostro Flaminio - vi sono dei lussuosi box che i vari nightclub di Amburgo possono noleggiare per fare esibire le loro strip-girl. Tutto questo rende questo club una delle squadre più conosciute anche a livello mondiale, con cinque fan club sparsi nei vari continenti e questo avrebbe sicure ricadute sul nostro merchandising.
Del resto, il club di Amburgo è espressione del primo connubio tra sport ed erotismo e di uno stile di vita unico nel suo genere: perché non seguire il loro esempio?
D’altronde, la gente si reca allo stadio non soltanto per guardare le partite, ma anche per vedere le esibizioni delle ragazze che ballano e si spogliano. Tutto questo ha anche ricadute economiche visto che la società ha dichiarato pubblicamente che l’affitto di uno dei box per l’intera stagione viene infatti a costare ben 65.000 euro agli imprenditori del settore, bisognosi di nuovi spazi di azione in un mercato asfittico come quello romano.
Purtroppo, di recente, qualcosa è cambiato anche all’interno di quella società, e il club diventato culto di un intera nazione sta per tornare ad essere una squadra di calcio tradizionale. Il presidente Stephan Orth ha infatti dichiarato di aver ricevuto proteste da parte di alcuni tifosi infuriati per la commercializzazione eccessiva e spregiudicata che la squadra sta esprimendo e di avere deciso, per questo motivo, di interrompere gli strip show durante le partite. Come vedete, anche da quelle parti ci sono frizioni tra tifoseria e società, tanto è vero che sui muri del quartiere del Reperbahn sono comparse scritte minacciose come “Orth gehen!” (Orth vattene).
Si è deciso quindi che gli apprezzabili spettacoli potranno riprendere soltanto dopo i match. Tuttavia, questa decisione ha spaccato in due la tifoseria del St. Pauli, tra chi è soddisfatto per la decisione presa dalla società e chi invece vorrebbe un ritorno al passato e all’immagine libertina che ha caratterizzato il loro club per due decenni.
Non farete fatica a immaginare per quale fazione si possa schierare lo scrivente.
St.Pauli, i ribelli della Bundesliga la squadra più a sinistra del mondo
Prendete una squadra di calcio. Di quelle che non vincono mai. Prendete l' impegno sociale, una bandiera dei pirati, la lotta all' omofobia e al razzismo. Prendete il comunismo, il punk anni ' 80, la prostituzione libera, l' anarchia sociale e l' aria umida di un porto tedesco. Mettete tutto nel peggior quartiere della Germania. A quel punto avrete il St. Pauli Football Club, la squadra più a sinistra del mondo. Nel giorno in cui ricomincia la caccia ai campioni del Bayern, la Bundesliga ritrova anche quegli anarchici incalliti del St. Pauli, secondo club di Amburgo. L' ultima apparizione fu un disastro: nel 2002 solo 4 vittorie e una retrocessione.
Poi ha vivacchiato, per lo più in III Divisione, fino a quando è passato nelle mani dell' impresario teatrale Corry Littmann, il primo presidente dichiaratamente omosessuale nella storia del calcio tedesco. Appena arrivato, Littmann ha capito che il St. Pauli non era una società come le altre. Qui contano i principi, bisogna essere fedeli alla linea. Tutto ciò che è business ed establishment viene apprezzato quanto un astemio in un pub amburghese. Bilancio e classifica sono dettagli. Una filosofia di vita stampata nello stemma: "Non established since 1910". Liberamente tradotto: rifiutiamo tutto ciò che è "sistema".
Per trovare la sede sociale del St. Pauli bisogna infilarsi nel quartiere più malfamato di Amburgo, segnalato in tutte le guide europee come il posto da non visitare mai: il distretto a luci rosse Reeperbahn, vicino al porto. Nascondiglio per prostitute, ruffiani, spacciatori e criminali. Tutti tifosi del St. Pauli, naturalmente. La bandiera della squadra è il vessillo dei pirati, adottato dal club quando un gruppo di squatter lo portò per scherzo ai giocatori vent' anni fa. Da allorai tifosi si sono ribattezzati "i bucanieri".
La leggenda del St. Pauli, squadra dai risultati sportivi irrilevanti senza fenomeni in campo, con in panchina il suo ex giocatore Holgar Stanislawski, nasce negli anni ' 80. Punk, artisti, prostitute, studenti e banditi bazzicavano tutti le vie di Reeperbahn. Risse, criminalità e guerre tra bande erano pane quotidiano. Poi la domenica occupavano i 35mila posti del Millerntor Stadium. In mano la bandiera dei pirati, o quella di Che Guevara. Addosso magliette contro il razzismo e il neonazismo.
Ieri se n' è occupata la Cnn. È stata la prima società di calcio a promuovere campagne sociali. Ha ospitato il mondiale per nazioni non riconosciute, ha giocato contro Cuba per solidarietà a Castro, ha messo in piedi un torneo per rifugiati politici. Quanto basta per raccogliere - secondo Ufa Sports - 11 milioni di fan. Tifosi che decidono le politiche della società: di recente hanno impedito la vendita dei diritti del nome dello stadio, mossa che avrebbe portato nelle casse svariati milioni, ma giudicata commerciale. Così il St. Pauli ha solo due obiettivi: battere i cugini ricchi dell' Amburgo e rimanere fedeli alla linea.
Sankt Pauli è anche grande quartiere a luci rosse d’Europa, il quartiere notturno più attivo in citta, luogo di torbidi commerci e di artigiani che producevano le corde per le navi da cui Reeperbahn (la via dei cordai), la principale strada del quartiere. Insomma, è.
Anche se molto è cambiato, il quartiere mantiene quel carattere anarchico senza essersi snaturato troppo.
Allo stesso modo la squadra di calcio e i suoi tifosi. I tifosi, proprietari del club da sempre secondo la formula dell’azionariato popolare, vantano una lunga militanza politica antifascista. Punto forte della società e il merchandising, con cento punti vendita nel territorio tedesco e referenti n tutto il mondo, dall’Australia fino all’Italia.
Altro punto di forza i tifosi che anche economicamente sostengono il club.
Tutto questo non ha impedito ai tifosi di rifiutare di concedere il nome dello stadio a una sponsorizzazione privata, giudicata un’operazione commerciale non in linea con lo spirito dei pirati.
Lo stadio è il Millerntor Stadion, capace di 23 mila posti. Intitolato per quasi trent’anni al presidente Wilhelm Koch, che aveva guidato la squadra per i trent’anni precedenti, nel 1998 un’assemblea dei soci decise di tornare al vecchio nome sotto pressione dei tifosi che imputavano allo storico presidente trascorsi, seppur marginali al partito nazionalsocialista.
Fuori dallo stadio un cartello ricorda chi ha combattuto il nazifascismo con il pallone
Zum Gedenken an die Mitglieder und Fans des FC ST. Pauli, die wahrend der Jahre 1933 bis 1945 durch die Nazi-diktatur verfolgt oder ermodet wurden (in memoria dei soci e tifosi di FC. Pauli, che sono stati negli anni 1933-1945 perseguitati dalla dittatura nazista – traduzione con google; si chiede anticipatamente scusa a netter che sappiano il tedesco).
Fino al 1977 non salì in Bundesliga, mentre negli anni ottanta comincia la sua ascesa fino a diventare un fenomeno culturale amato in città e fuori. In questo periodo decuplicano le presenze allo stadio e viene adottato il simbolo non ufficiale del Jolly Roger (bandiera piratesca raffigurante due tibie incrociate sotto a un teschio).
I problemi iniziano nel nuovo millennio. Dopo la breve apparizione in Bundesliga (2001-02) il club rischia ancora una volta la bancarotta. A quel punto i supporter intervengono nel 2003 con la Retteraktion (raccolta fondi per salvare l società).
Furono organizzati concerti, stampate e vendute nel giro di sei settimane, più di 140 mila magliette con lo stemma del Sankt Pauli e la scritta Retter (soccorritore) raccogliendo 900 mila euro.
Altri fondi furono raccolti sulla Reeperbahn e al mercato ittico, vi furono poi 200 mila euro di donazioni libere e la mobilitazione della birreria Astra (sponsor del Sankt Pauli) con una campanga “Astra Trinken – St. Pauli retten” per cui per ogni cassa venduta un euro andava al salvataggio della società, furono raccolti più di 120 mila euro che si aggiungevano ai 20 mila raccolti dai pub del quartiere che avevano promosso la campagna Saufen fun Sankt Pauli (sbevazza per il Sankt Pauli).
Si mobilità anche il Bayern Munchen per una partita amichevole per la raccolta fondi con la quale furono raccolti 270 mila euro.
La maggior parte degli introtiti vennero dalla vendita al Comune di Amburgo del Jugenlestingszentrum am Brummerskamp (cnetor ricreativo giovanile) per la cifra di 720 mila euro.
Dopo la retteraktion si cominciò a pensare gli altri
2005 Viva con agua de Sankt Pauli per l’aprpovigionamento d’acqua in cento scuole de L’Avana a Cuba.
Lo stadio del Sankt Pauli ospita il campionato per rifugiati politici e nel 2006 il mondiale per naizoni non riconosciute (da nonconfondoere con la VIVA World Cup vinta nel 2008 dalla Padania) che ha visto trionfare il Cipro Nord di fronte a Groenlandia, Zanzibar, Gibileterra, Repubblica di Sankt Pauli e Tiber (a cui la FIFA chiese di non giocare sotto pressione cinese).
Ancora sull’impegno sociale dei tifosi
Lotta al razzismo
i tifosi del St. Pauli tra i primi a condannare atti di razzismo nei confronti di giocatori di colore
Lotta al sessismo
I tifosi si impongono contro lo sponsor della rivista maschile Maxim considerato sessista e misogino.
Altro episodio riguarda il proprietario del Susis Show Bar (noto locale di lapdancer della citta) che in un box dello stadio aveva organizzato degli spettacolini d’intrattenimento con ballerine al palo che si esibivano durante le partite. Il presidente Stefan Orth, pressato dai tifosi ha dovuto imporre lo svolgimento di questi spettacoli nel box dedicato, solo prima e dopo la partita, mentre durante la gara le ragazze sono costrette a rimanere vestite e se dovessero ballare anche solo una volta senza veli saranno costrette a lasciare lo stadio.