Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...

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Offline ES

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20560
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #40 il: 13 Mar 2014, 13:48 »
Bravissimo fat, è quel che sto provando a dire.
basta ste caxxo de contestazioni, studiamo come comprarcela noi la Lazio, l'azionariato vero e proprio non lo puoi fare tutto di un botto, ma puoi iniziare a costituire un fondo per comprarci la Lazio tra qualche anno.
E per fare un progetto identico a quello, pulito, essenziale, calcio allo stato puro.
Si può fare, invece che bastonare la Lazio cominciamo a studiare un progetto del genere.
Certo, una cosa del genere non la puoi dare in mano ai comunicatori, la devi dare in mano a gente specchiata, pulita, illuminata, che sappia gestirla, perchè è pericoloso un progetto del genere.

Pericoloso, ma affascinante, studiamo la strategia e la tattica conseguente, questa è una cosa intelligente.
E allo stadio si tifi solo pro Lazio... altrimenti che progetto tiri su?

Offline iDresda

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7399
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #41 il: 13 Mar 2014, 13:48 »
(insomma, a Dresda qualche Scheiss Dynamo è partito, eh!)

;)

e io che ho detto? E se li meritavano tutti.
M'hanno sfonnato uno dei mei pub preferiti (quello dove siamo passati quella mattina appena posteggiata la macchina e ti ho detto che c'erano i tifosi del St. Pauli)


Si vabbe' pero' cosi' non andiamo da nessuna parte eh.

non capisco, ti riferisci al mio ultimo intervento?
:(

Offline pentiux

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18584
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #42 il: 13 Mar 2014, 13:50 »
e io che ho detto? E se li meritavano tutti.
M'hanno sfonnato uno dei mei pub preferiti (quello dove siamo passati quella mattina appena posteggiata la macchina e ti ho detto che c'erano i tifosi del St. Pauli)
Ma assolutamente si... (è che avevo iniziato a scrivere prima di leggere il tuo intervento, e poi avevo dimenticato di premere invio!)
 :beer:
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #43 il: 13 Mar 2014, 13:50 »
Non so se hanno lo stesso spirito "politico", pero' qui in Francia, a Parigi c'é una squadra che ha una tradizione assai simile.
O che almeno evoca storie simili.
Il Red Star.
La squadra fondata da Jules Rimet, quello che ha inventato i campionati del mondo di calcio.
La sua anima popolare, malgrado l'arrivo del gigante PSG e l'apparizione spesso effimera del racing é ininterrotta da più di cento anni. E giocano in uno stadio incastrato all'interno del tessuto urbano della banlieu in cui é nato.
Ho degli amici che sono nati e cresciuti in questa banlieu o negli arrondissement settentrionali di Parigi e mi raccontano storie simili.
Ancorate nelle loro storie familiari, di patatine fritte mangiate in braccio ai nonni durante le partite, di un'atmosfera spesso ancora intatta.
Con un mio carissimo amico, tifoso da sempre, ci siamo ripromessi di andare a vedere una partita.
Sportivamente vale la Lega Pro, pero' pare che si esca sempre vincitori quando si entra allo Stade Bauer.`



http://stadebauer.fr/actions.php

Offline fish_mark

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15968
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #44 il: 13 Mar 2014, 13:53 »
Bravissimo fat, è quel che sto provando a dire.
basta ste caxxo de contestazioni, studiamo come comprarcela noi la Lazio, l'azionariato vero e proprio non lo puoi fare tutto di un botto, ma puoi iniziare a costituire un fondo per comprarci la Lazio tra qualche anno.
E per fare un progetto identico a quello, pulito, essenziale, calcio allo stato puro.
Si può fare, invece che bastonare la Lazio cominciamo a studiare un progetto del genere.
Certo, una cosa del genere non la puoi dare in mano ai comunicatori, la devi dare in mano a gente specchiata, pulita, illuminata, che sappia gestirla, perchè è pericoloso un progetto del genere.

Pericoloso, ma affascinante, studiamo la strategia e la tattica conseguente, questa è una cosa intelligente.
E allo stadio si tifi solo pro Lazio... altrimenti che progetto tiri su?

Un'altra LAZIO è possibile. Adesso! :D :D :D
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #45 il: 13 Mar 2014, 13:55 »
Si vabbe' pero' cosi' non andiamo da nessuna parte eh.

Infatti. Ecco perchè quotavo Kalle.

Volere è potere...

Cominciamo da questo Forum a massacrare i testicoli di tutto il mondo Lazio: cambiamo noi stessi (come nella grande jihad di Evola) prima di rivoluzionare il sistema calcio in Italia.

PS
Che poi, dimola tutta, a molti tra noi (VDM) massacrare i testicoli viene tanto bene...  :beer:
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #46 il: 13 Mar 2014, 13:58 »
Tutto molto molto bello e spettacolare.
Ma sul serio voi riuscireste a non intonare un piccolo piccolo coro romammerda nel nostro stadio?
Magari al derby.

Offline fish_mark

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15968
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #47 il: 13 Mar 2014, 14:00 »
In realtà, gran parte del fascino del Sankti Pauli deriva non soltanto dalla forma di Governo assembleare alla guida della società ma in tante particolarità della sua attività che sono veramente accattivante.
Ad esempio, all’interno dello stadio – non più grande del nostro Flaminio - vi sono dei lussuosi box che i vari nightclub di Amburgo possono noleggiare per fare esibire le loro strip-girl. Tutto questo rende questo club una delle squadre più conosciute anche a livello mondiale, con cinque fan club sparsi nei vari continenti e questo avrebbe sicure ricadute sul nostro merchandising.
Del resto, il club di Amburgo è espressione del primo connubio tra sport ed erotismo e di uno stile di vita unico nel suo genere: perché non seguire il loro esempio?

D’altronde, la gente si reca allo stadio non soltanto per guardare le partite, ma anche per vedere le esibizioni delle ragazze che ballano e si spogliano. Tutto questo ha anche ricadute economiche visto che la società ha dichiarato pubblicamente che l’affitto di uno dei box per l’intera stagione viene infatti a costare ben 65.000 euro agli imprenditori del settore, bisognosi di nuovi spazi di azione in un mercato asfittico come quello romano.

Purtroppo, di recente, qualcosa è cambiato anche all’interno di quella società, e il club diventato culto di un intera nazione sta per tornare ad essere una squadra di calcio tradizionale. Il presidente Stephan Orth ha infatti dichiarato di aver ricevuto proteste da parte di alcuni tifosi infuriati per la commercializzazione eccessiva e spregiudicata che la squadra sta esprimendo e di avere deciso, per questo motivo, di interrompere gli strip show durante le partite. Come vedete, anche da quelle parti ci sono frizioni tra tifoseria e società, tanto è vero che sui muri del quartiere del Reperbahn sono comparse scritte minacciose come “Orth gehen!” (Orth vattene).

Si è deciso quindi che gli apprezzabili spettacoli potranno riprendere soltanto dopo i match. Tuttavia, questa decisione ha spaccato in due la tifoseria del St. Pauli, tra chi è soddisfatto per la decisione presa dalla società e chi invece vorrebbe un ritorno al passato e all’immagine libertina che ha caratterizzato il loro club per due decenni.
Non farete fatica a immaginare per quale fazione si possa schierare lo scrivente.


St.Pauli, i ribelli della Bundesliga la squadra più a sinistra del mondo

Prendete una squadra di calcio. Di quelle che non vincono mai. Prendete l' impegno sociale, una bandiera dei pirati, la lotta all' omofobia e al razzismo. Prendete il comunismo, il punk anni ' 80, la prostituzione libera, l' anarchia sociale e l' aria umida di un porto tedesco. Mettete tutto nel peggior quartiere della Germania. A quel punto avrete il St. Pauli Football Club, la squadra più a sinistra del mondo. Nel giorno in cui ricomincia la caccia ai campioni del Bayern, la Bundesliga ritrova anche quegli anarchici incalliti del St. Pauli, secondo club di Amburgo. L' ultima apparizione fu un disastro: nel 2002 solo 4 vittorie e una retrocessione.

Poi ha vivacchiato, per lo più in III Divisione, fino a quando è passato nelle mani dell' impresario teatrale Corry Littmann, il primo presidente dichiaratamente omosessuale nella storia del calcio tedesco. Appena arrivato, Littmann ha capito che il St. Pauli non era una società come le altre. Qui contano i principi, bisogna essere fedeli alla linea. Tutto ciò che è business ed establishment viene apprezzato quanto un astemio in un pub amburghese. Bilancio e classifica sono dettagli. Una filosofia di vita stampata nello stemma: "Non established since 1910". Liberamente tradotto: rifiutiamo tutto ciò che è "sistema".

Per trovare la sede sociale del St. Pauli bisogna infilarsi nel quartiere più malfamato di Amburgo, segnalato in tutte le guide europee come il posto da non visitare mai: il distretto a luci rosse Reeperbahn, vicino al porto. Nascondiglio per prostitute, ruffiani, spacciatori e criminali. Tutti tifosi del St. Pauli, naturalmente. La bandiera della squadra è il vessillo dei pirati, adottato dal club quando un gruppo di squatter lo portò per scherzo ai giocatori vent' anni fa. Da allorai tifosi si sono ribattezzati "i bucanieri".

La leggenda del St. Pauli, squadra dai risultati sportivi irrilevanti senza fenomeni in campo, con in panchina il suo ex giocatore Holgar Stanislawski, nasce negli anni ' 80. Punk, artisti, prostitute, studenti e banditi bazzicavano tutti le vie di Reeperbahn. Risse, criminalità e guerre tra bande erano pane quotidiano. Poi la domenica occupavano i 35mila posti del Millerntor Stadium. In mano la bandiera dei pirati, o quella di Che Guevara. Addosso magliette contro il razzismo e il neonazismo.

Ieri se n' è occupata la Cnn. È stata la prima società di calcio a promuovere campagne sociali. Ha ospitato il mondiale per nazioni non riconosciute, ha giocato contro Cuba per solidarietà a Castro, ha messo in piedi un torneo per rifugiati politici. Quanto basta per raccogliere - secondo Ufa Sports - 11 milioni di fan. Tifosi che decidono le politiche della società: di recente hanno impedito la vendita dei diritti del nome dello stadio, mossa che avrebbe portato nelle casse svariati milioni, ma giudicata commerciale. Così il St. Pauli ha solo due obiettivi: battere i cugini ricchi dell' Amburgo e rimanere fedeli alla linea.

Sankt Pauli è anche grande quartiere a luci rosse d’Europa, il quartiere notturno più attivo in citta, luogo di torbidi commerci e di artigiani che producevano le corde per le navi da cui Reeperbahn (la via dei cordai), la principale strada del quartiere. Insomma, è.

Anche se molto è cambiato, il quartiere mantiene quel carattere anarchico senza essersi snaturato troppo.
Allo stesso modo la squadra di calcio e i suoi tifosi. I tifosi, proprietari del club da sempre secondo la formula dell’azionariato popolare, vantano una lunga militanza politica antifascista. Punto forte della società e il merchandising, con cento punti vendita nel territorio tedesco e referenti n tutto il mondo, dall’Australia fino all’Italia.

Altro punto di forza i tifosi che anche economicamente sostengono il club.
Tutto questo non ha impedito ai tifosi di rifiutare di concedere il nome dello stadio a una sponsorizzazione privata, giudicata un’operazione commerciale non in linea con lo spirito dei pirati.

Lo stadio è il Millerntor Stadion, capace di 23 mila posti. Intitolato per quasi trent’anni al presidente Wilhelm Koch, che aveva guidato la squadra per i trent’anni precedenti, nel 1998 un’assemblea dei soci decise di tornare al vecchio nome sotto pressione dei tifosi che imputavano allo storico presidente trascorsi, seppur marginali al partito nazionalsocialista.

Fuori dallo stadio un cartello ricorda chi ha combattuto il nazifascismo con il pallone
Zum Gedenken an die Mitglieder und Fans des FC ST. Pauli, die wahrend der Jahre 1933 bis 1945 durch die Nazi-diktatur verfolgt oder ermodet wurden (in memoria dei soci e tifosi di FC. Pauli, che sono stati negli anni 1933-1945 perseguitati dalla dittatura nazista – traduzione con google; si chiede anticipatamente scusa a netter che sappiano il tedesco).

Fino al 1977 non salì in Bundesliga, mentre negli anni ottanta comincia la sua ascesa fino a diventare un fenomeno culturale amato in città e fuori. In questo periodo decuplicano le presenze allo stadio e viene adottato il simbolo non ufficiale del Jolly Roger (bandiera piratesca raffigurante due tibie incrociate sotto a un teschio).

I problemi iniziano nel nuovo millennio. Dopo la breve apparizione in Bundesliga (2001-02) il club rischia ancora una volta la bancarotta. A quel punto i supporter intervengono nel 2003 con la Retteraktion (raccolta fondi per salvare l società).

Furono organizzati concerti, stampate e vendute nel giro di sei settimane, più di 140 mila magliette con lo stemma del Sankt Pauli e la scritta Retter (soccorritore) raccogliendo 900 mila euro.
Altri fondi furono raccolti sulla Reeperbahn e al mercato ittico, vi furono poi 200 mila euro di donazioni libere e la mobilitazione della birreria Astra (sponsor del Sankt Pauli) con una campanga “Astra Trinken – St. Pauli retten” per cui per ogni cassa venduta un euro andava al salvataggio della società, furono raccolti più di 120 mila euro che si aggiungevano ai 20 mila raccolti dai pub del quartiere che avevano promosso la campagna Saufen fun Sankt Pauli (sbevazza per il Sankt Pauli).
Si mobilità anche il Bayern Munchen per una partita amichevole per la raccolta fondi con la quale furono raccolti 270 mila euro.
La maggior parte degli introtiti vennero dalla vendita al Comune di Amburgo del Jugenlestingszentrum am Brummerskamp (cnetor ricreativo giovanile) per la cifra di 720 mila euro.

Dopo la retteraktion si cominciò a pensare gli altri

2005 Viva con agua de Sankt Pauli per l’aprpovigionamento d’acqua in cento scuole de L’Avana a Cuba.
Lo stadio del Sankt Pauli ospita il campionato per rifugiati politici e nel 2006 il mondiale per naizoni non riconosciute (da nonconfondoere con la VIVA World Cup vinta nel 2008 dalla Padania) che ha visto trionfare il Cipro Nord di fronte a Groenlandia, Zanzibar, Gibileterra, Repubblica di Sankt Pauli e Tiber (a cui la FIFA chiese di non giocare sotto pressione cinese).

Ancora sull’impegno sociale dei tifosi
Lotta al razzismo
i tifosi del St. Pauli tra i primi a condannare atti di razzismo nei confronti di giocatori di colore
Lotta al sessismo
I tifosi si impongono contro lo sponsor della rivista maschile Maxim considerato sessista e misogino.
Altro episodio riguarda il proprietario del Susis Show Bar (noto locale di lapdancer della citta) che in un box dello stadio aveva organizzato degli spettacolini d’intrattenimento con ballerine al palo che si esibivano durante le partite. Il presidente Stefan Orth, pressato dai tifosi ha dovuto imporre lo svolgimento di questi spettacoli nel box dedicato, solo prima e dopo la partita, mentre durante la gara le ragazze sono costrette a rimanere vestite e se dovessero ballare anche solo una volta senza veli saranno costrette a lasciare lo stadio.

porgascogne

porgascogne

Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #48 il: 13 Mar 2014, 14:02 »
Si vabbe' pero' cosi' non andiamo da nessuna parte eh.

vabbe', però, tara'
mo' mica me dirai che alcuni processi mentali, campanilistici, etici, morali e sociali occorsi nelle due nazioni da, diciamo, il 1945 in poi so' gli stessi, no?

io capisco che non dobbiamo denigrare l'italia, perchè alla fine tutto il mondo è paese (ed il ritmo nel sangue, ecc), però neanche possiamo negare che altrove ci siano situazioni simili perché e differente l'humus sociale nel quale tali situazioni sono nate, no?

è OVVIO, almeno per me, che sarebbe lo zenit al quale puntare, il St. Pauli
OVVIO

ma significherebbe ignorare e non fare i conti con tutto quanto è successo negli stadi italiani dal 1977 in poi

detto questo, giù il cappello di fronte quella tifoseria ed honore a loro
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #49 il: 13 Mar 2014, 14:02 »
In realtà, gran parte del fascino del Sankti Pauli deriva non soltanto dalla forma di Governo assembleare alla guida della società ma in tante particolarità della sua attività che sono veramente accattivante.
Ad esempio, all’interno dello stadio – non più grande del nostro Flaminio - vi sono dei lussuosi box che i vari nightclub di Amburgo possono noleggiare per fare esibire le loro strip-girl. Tutto questo rende questo club una delle squadre più conosciute anche a livello mondiale, con cinque fan club sparsi nei vari continenti e questo avrebbe sicure ricadute sul nostro merchandising.
Del resto, il club di Amburgo è espressione del primo connubio tra sport ed erotismo e di uno stile di vita unico nel suo genere: perché non seguire il loro esempio?

D’altronde, la gente si reca allo stadio non soltanto per guardare le partite, ma anche per vedere le esibizioni delle ragazze che ballano e si spogliano. Tutto questo ha anche ricadute economiche visto che la società ha dichiarato pubblicamente che l’affitto di uno dei box per l’intera stagione viene infatti a costare ben 65.000 euro agli imprenditori del settore, bisognosi di nuovi spazi di azione in un mercato asfittico come quello romano.

Purtroppo, di recente, qualcosa è cambiato anche all’interno di quella società, e il club diventato culto di un intera nazione sta per tornare ad essere una squadra di calcio tradizionale. Il presidente Stephan Orth ha infatti dichiarato di aver ricevuto proteste da parte di alcuni tifosi infuriati per la commercializzazione eccessiva e spregiudicata che la squadra sta esprimendo e di avere deciso, per questo motivo, di interrompere gli strip show durante le partite. Come vedete, anche da quelle parti ci sono frizioni tra tifoseria e società, tanto è vero che sui muri del quartiere del Reperbahn sono comparse scritte minacciose come “Orth gehen!” (Orth vattene).

Si è deciso quindi che gli apprezzabili spettacoli potranno riprendere soltanto dopo i match. Tuttavia, questa decisione ha spaccato in due la tifoseria del St. Pauli, tra chi è soddisfatto per la decisione presa dalla società e chi invece vorrebbe un ritorno al passato e all’immagine libertina che ha caratterizzato il loro club per due decenni.
Non farete fatica a immaginare per quale fazione si possa schierare lo scrivente.




La stessa cosa succede negli skybox di S.Siro quando gioca il Milan, ma la cosa non è pubblicizzata, nè tanto meno l'accesso è pubblico.

Offline Kalle

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22024
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #50 il: 13 Mar 2014, 14:04 »
Tutto molto molto bello e spettacolare.
Ma sul serio voi riuscireste a non intonare un piccolo piccolo coro romammerda nel nostro stadio?
Magari al derby.

Se ti dico che non lo faccio da anni mi credi?

(a casa mia qualche volta li insulto se vedo le loro partite. lo ammetto.. ma allo stadio mai..)
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #51 il: 13 Mar 2014, 14:07 »
Se ti dico che non lo faccio da anni mi credi?

(a casa mia qualche volta li insulto se vedo le loro partite. lo ammetto.. ma allo stadio mai..)

Certo che ti credo, figuriamoci.
E la cosa ti fa onore.
Io, che sono molto meno rispettoso dell'altrui fazione, farei più fatica.
Ma questo ha a che fare col vissuto di ognuno e non con l'educazione di una tifoseria. IMHO.

Offline vaz

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54804
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #52 il: 13 Mar 2014, 14:08 »
un sogno.
grazie della/e testimonianza/e

Offline Kalle

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22024
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #53 il: 13 Mar 2014, 14:09 »
Certo che ti credo, figuriamoci.
E la cosa ti fa onore.
Io, che sono molto meno rispettoso dell'altrui fazione, farei più fatica.
Ma questo ha a che fare col vissuto di ognuno e non con l'educazione di una tifoseria. IMHO.

Sia chiaro non è una questione di educazione o puzza sotto il naso.

Ritengo che sprecare del tempo dellaa mia giornata con la Lazio per pensare a quel rifiuto dell'umanità denominato aesseroma è solo tempo sprecato.

Anche al derby al memorial.

Offline fish_mark

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15968
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #54 il: 13 Mar 2014, 14:11 »
Bello, tutto bellissimo, ma inapplicabile a qualsiasi altra realtà perché la mentalità è diversa e il contesto sociale pure.
Lo stadio non è uno sfogo, ma una distrazione, uno spettacolo di cui godere e per quanto possibile partecipare.

E notate che il St. Pauli non è un'eccezione nel panorama calcistico tedesco per quanto riguarda il tifo.
Prendete le tifoserie di Schalke, 'Gladbach, Leverkusen, Köln, Dortmund, Frankfurt etc.
Squadre di primo livello o meno, non conta, questi vanno allo stadio e tifano come forsennati, dal primo all'ultimo minuto, senza pause.
C'era un topic da qualche parte con video di tifoserie in cui i tifosi dell'Eintracht fanno letteralmente tremare le impalcature dello stadio mentra saltano all'unisono.

 
Per questo sono d'accordo con porga

In un paese in cui i sindacati fanno parte dei consigli di amministrazione di importanti gruppi industriali che primeggiano per qualità e fatturato nei vari settori (mistbestimmung) è logico, naturale e coerente che la quasi totalità delle squadre calcistiche, a cominciare dal Bayern munchen, capace di 180 mila soci che esprimono una maggioranza del 90% dell'azionariato (l'altro 10 se lo dividono Audi e Adidas, aziendine locali, come sapete), sia gestita con questo modello di governance.

Da queste parti, aspettiamo da sempre - e putroppo lo faremo per sempre - l'arrivo del santone di turno, del finanziere d'assalto, dell'imprenditore rampante, che ci stupisca e ci guidi verso il successo.

Non è inutile parlarne, ma siamo italiani.

Offline Tarallo

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111509
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #55 il: 13 Mar 2014, 14:11 »
porga, tutto vero.
Pero' rassegnarsi perche' ecc ecc non va bene nemmeno.
Poi non me chiede cosa si debba fare perche' non lo so, ma rinunciare perche' noi siamo noi, cosi' non cambieremo mai.... Anche da noi succedono cose che uno direbbe ao pero', e' successa da noi!
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #56 il: 13 Mar 2014, 14:12 »

porgascogne

porgascogne

Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #57 il: 13 Mar 2014, 14:14 »
porga, tutto vero.
Pero' rassegnarsi perche' ecc ecc non va bene nemmeno.
Poi non me chiede cosa si debba fare perche' non lo so, ma rinunciare perche' noi siamo noi, cosi' non cambieremo mai.... Anche da noi succedono cose che uno direbbe ao pero', e' successa da noi!

ah, se se tratta de rassegnasse, ne trovi sai quanti pure qui
io NO, manco pe' niente

però, dico, quei valori del st. pauli si basano sul fatto che in germania, al netto delle svisate nazi che ancora ci sono, la stessa gente che va in quello stadio vive una società nella quale l'omofobia o il sessismo sono due parole sulle quali non è necessario farci una legge (pure monca, qui da noi) per vedere reietti da quella stessa società civile, eh

Offline fish_mark

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15968
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #58 il: 13 Mar 2014, 14:19 »
porga, tutto vero.
Pero' rassegnarsi perche' ecc ecc non va bene nemmeno.
Poi non me chiede cosa si debba fare perche' non lo so, ma rinunciare perche' noi siamo noi, cosi' non cambieremo mai.... Anche da noi succedono cose che uno direbbe ao pero', e' successa da noi!

Carissimo
da queste parti ci fu un timido tentativo - Lazionista. Ora è inutile stare a vedere il perché di un fallimento, perché c'è una ragione, una soltanto, che ne spiega quell'esito: la nostra indisponibiità culturale a fare operazioni come quella.
Non ci fidiamo uno dell'altro, abbiamo un tasso di litigiosità tra i pià alti d'Europa (mai partecipato a un assemblea di condominio?) e ora sognate di riunirvi al Palladium per deliberare il seguente ordine del giorno:
- nomina per la presidenza per il periodo 2014-2017 tra i sig.ri Posalaquaglia Antonio (mozione "un'altra LAZIO ora") e  Cuticchia Cesare (mozione "scudetto, perchè no?").
- delibera sul piano di consolidamento e ristrutturazione per l'impianto "Flaminio", sito in Roma, Via Flaminia snc
-  prezzo dei biglietti della stagione 2014-15,
- la scelta delle maglie della prossima stagione tra le proposte di "Robe di Kappa", "Adidas" e "NR"
- l'approvazione del preventivo per il main sponsor alla società "cavallino rosso", marchio di liquori

Offline Tarallo

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111509
Re:Cara Lazio, ti racconto il St.Pauli...
« Risposta #59 il: 13 Mar 2014, 14:21 »
:lol:
 

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