Lo posto qua anche se non riguarda unicamente la Curva Nord.
Ho letto più di qualche giocatore critico con alcuni tifosi biancocelesti, secondo me giustamente.
Hanno prese le difese dei compagni più bistrattati o dell'allenatore o si sono difesi da rimproveri eccessivi. Persone prima ancora di essere calciatori che hanno sempre messo tutto in campo, tutto. Poi si può non essere in forma, fare sbagli per carità ma credo che il supporto ci debba essere sempre a maggior ragione nei momenti difficili.
Luis Alberto:
"Una stagione complicata per me. Anche oggi (ieri, ndr) ho dovuto giocare con un’infiltrazione e per questo sono uscito. Sono contentissimo del trofeo e la presenza nella prossima Europa League. Questo gruppo lo meritava e anche il mister che ha subito critiche gratuite assolutamente immotivate. Sono felice soprattutto per lui perché ha dato tutto se stesso". Inizia così con medaglia al collo e sorriso smagliante, l'intervista di Luis Alberto ai media spagnoli dopo il successo in Coppa Italia contro l'Atalanta. Ai microfoni di Radio Onda Cero e As Tv, il numero dieci biancoceleste ha parlato anche del calcio italiano dominato dalla Juventus, a cui però la Lazio ha giocato più di qualche tiro mancino: "Abbiamo avuto merito doppio perché la Juve in Italia vince tutto e noi gli abbiamo tolto due trofei negli ultimi due anni. La Juve è fortissima ma siamo riusciti a strappargli la Supercoppa in finale lo scorso anno. L’Atalanta rivelazione? No da tre anni fanno bene, è una squadra che mi piace perché gioca all’attacco e giocano come fratelli. Un gruppo unito che andrà lontano. Oggi non hanno vinto, ma io sono contento (ride, ndr). Gli auguro di andare in Champions".
Lo spagnolo va più nei dettagli di cosa gli ha fatto particolarmente male in questa stagione: "Un anno duro per me e la mia famiglia, soprattutto quando i risultati non arrivavano. Quando andava bene ero un fenomeno, quando le cose non giravano dovevo andare via. Non si fa così, non va bene. Questo infastidisce perché la gente non capisce quanto noi soffriamo questa pressione continua. Ora sono troppo felice e mi voglio godere questa vittoria. Futuro? Andiamo a festeggiare con i miei compagni e poi vedremo a luglio. Festeggerò con mia moglie, i miei due figli, i miei genitori e i miei amici che sono qui allo stadio con me". Non poteva mancare alla fine una battuta sul Siviglia, squadra dove ha iniziato a giocare a calcio. Anche gli spagnoli hanno avuto tanti problemi ma Luis spera che il finale della Liga regali qualche gioia: "Seguo il Siviglia, è la squadra del mio cuore e di tutta la mia famiglia. Ha avuto una stagione difficile, spero vada in Champions anche se ci sono poche chance".
Ciro Immobile:
Non si sblocca, ma il sacrificio di Ciro Immobile non manca mai. L’attaccante biancoceleste porta a casa il secondo trofeo con la Lazio e a Lazio Style Channel può sorridere dopo settimane difficili: “Questa gente se lo merita. Sergio non ha vissuto un buon momento, ha chiuso il cerchio e se lo merita. In tre anni ho vinto due coppe. Non sarò Giordano, Chinaglia, Klose o Signori ma la maglia sudata ce l’ho sempre ed esco a testa alta. Per me parlano i numeri: ci sono momenti di crisi, ce l’hanno tutti. Non conta chi segna, il resto sono chiacchiere. Sono entrato nella storia di una società orgogliosa, ho fatto più di 80 gol, vinto due coppe, fatte tre finali. Forse si pensano che siamo macchine da 40 gol a stagione, sono felice per la squadra. Se c’è una squadra che alza i trofei insieme alla Juve è la Lazio. I compagni mi aiutano, io non ce l’ho coi tifosi”.
Francesco Acerbi:
Festa Lazio all’Olimpico. Milinkovic prima, Correa poi regalano a Inzaghi la settima Coppa Italia della storia biancoceleste, la seconda da allenatore della prima squadra per il tecnico di Piacenza. E la gioia è doppia grazie alla possibilità di rigiocare in Europa League. A fine partita così Francesco Acerbi a Lazio Style Channel: “Non abbiamo prenotato nulla per scaramanzia, ora vediamo dove andare ma festeggeremo. Dopo un anno di alti e bassi, in cui rischiavamo di uscire anche dalle coppe, è stata la vittoria più bella. Ho visto la gente felice, il volto dei miei compagni e del mister. Per noi è uno sfogo di felicità: abbiamo vinto la Coppa Italia e siamo entrati in Europa, siamo doppiamente felici. È una liberazione, peccato solo per la Champions League. Se non avessimo vinto oggi, non sarebbe stato facile affrontare le ultime due. Qui c’è troppo pessimismo. Wallace è stato fischiato dopo dieci minuti, una cosa del genere non va bene. La squadra va incitata fino al 95esimo, poi magari alla fine si fischia. Bisogna aspettare il risultato, questo pessimismo non può essere a priori. Contro l’Atalanta abbiamo sbagliato tutti, non solo Wallace. I fischi vanno accettati così come gli elogi. Io non ho problemi: faccio tutto con impegno e dedizione, se dai tutto la gente lo vede. Io la vivo benissimo. Per il resto è gente straordinaria e il trofeo è anche per loro. Stasera l’abbiamo messa sulla cattiveria, abbiamo fatto una partita non bellissima ma con voglia di vincere. La mia stagione? Vinciamo queste due partite prima. Sono arrivato con consapevolezza, ero molto tranquillo e tutti mi hanno subito messo a mio agio. Non potevo perdermi quest’occasione, poi cerco sempre di migliorare ogni giorno. Dove in vacanza? Sono casalingo, mi rilasserò a Milano Marittima coi miei amici”.
Sergej Milinkovic-Savic:
L'uomo che ha sbloccato la finale di Coppa Italia portando il punteggio in favore della Lazio, Sergej Milinkovic-Savic, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel al termine del match: "Questa vittoria non è per me né per Correa, è per tutti noi che abbiamo fatto tante partite per arrivare qui. Una gara molto intensa, l'abbiamo meritata. Con il Milan è stata dura per me dopo l'infortunio, ma ho fatto il massimo con lo staff medico che mi ha preparato per la partita. Il mister mi ha fatto entrare ed è andata bene, era da dopo Milano che mi preparavo per questa partita. C'è stata tanta tensione, nel primo tempo è stata dura. Nella ripresa ci si aspettava che loro facessero bene ma noi abbiamo fatto due gol in cinque minuti che li hanno ammazzati, poi abbiamo chiuso bene. I miei amici? Sono tutti in Tevere, spero di trovare loro dopo e stare insieme. Domani è giorno libero e passeremo una bella giornata, ma poi si comincia subito a preparare la partita con il Bologna. Immobile? La gente guarda solo chi segna quanto segna, bisogna guardare anche il lavoro che c'è dietro. Non era importante chi avrebbe segnato: oggi l'abbiamo fatto io e Tucu, la prossima volta lo farà lui. Se qualcuno commenta così è perché non capisce di calcio e non vede quello che c'è dietro"