CN11,5

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Re:CN11,5
« Risposta #1820 il: 21 Mag 2019, 12:30 »
Non capisco la loro voglia di essere "la più grande tifoseria che non tifa" in Italia.

La voglia risiede nel fatto che in questo modo pensano di dimostrare la loro importanza.

In qualche modo Reja legittimò questo loro pensiero quando accollò la mancata qualificazione all'EL nel 2014 a "liberalaLazio".

D'altra parte in campionato Sassuolo, Chievo, Atalanta e Bologna, con sciopero del tifo, sono state tutte non-vittorie...

Fa eccezione la Coppa, ma credo che in quel caso la posta in palio era così alta che lo stadio pieno e la passione abbiano comunque supplito all'assenza del tifo organizzato.

Offline ES

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Re:CN11,5
« Risposta #1821 il: 21 Mag 2019, 12:31 »
Ma nessuno deve cacciare nessuno, basta con questa storia.
In questa stagione sono stati loro a venire meno al loro ruolo. Se sono contenti così vadano avanti, nessuno gli nega questo onore. Non capisco la loro voglia di essere "la più grande tifoseria che non tifa" in Italia.

A loro non conviene andare avanti così, questo è chiaro, perché verrebbero isolati.
È sorto problema con società.

Ora è discorso di corda, ultima volta hanno trovato sperimentalmente carico di rottura, ora sanno quando fermarsi.
Spero.

Offline TomYorke

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Re:CN11,5
« Risposta #1822 il: 21 Mag 2019, 12:32 »
La voglia risiede nel fatto che in questo modo pensano di dimostrare la loro importanza.

In qualche modo Reja legittimò questo loro pensiero quando accollò la mancata qualificazione all'EL nel 2014 a "liberalaLazio".

D'altra parte in campionato Sassuolo, Chievo, Atalanta e Bologna, con sciopero del tifo, sono state tutte non-vittorie...

Fa eccezione la Coppa, ma credo che in quel caso la posta in palio era così alta che lo stadio pieno e la passione abbiano comunque supplito all'assenza del tifo organizzato.

Chiaro, ma mo con 'sta importanza che ce devono fa?
Ma veramente, a 'na certa, problemi loro.
Re:CN11,5
« Risposta #1823 il: 21 Mag 2019, 12:34 »
Chiaro, ma mo con 'sta importanza che ce devono fa?
Ma veramente, a 'na certa, problemi loro.

Trattare condizioni di favore con la Società come l'esperienza del terzo tempo, l'ingresso ad 1 euro malgrado la squalifica del settore, interventi mediatici di Diaconale a copertura di qualche marachella...

...ma credo che la mossa D'angelo da parte della Società stia proprio a significare che il tempo dei compromessi è finito.

Offline edge24

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8860
Re:CN11,5
« Risposta #1824 il: 21 Mag 2019, 12:37 »
Ecco, allora non so perchè quest'anno hanno fatto come cazzo je pare. Perchè D'angelo c'è da pochi giorni, ma gli scioperi ci sono da inizio anno
Va meglio cosi?
O devo correggere qualche altro termine?
Ma stai calmo, non era un attacco a te.
Dicevo la mia su un termine, "dinamiche", letto così tante volte in questi anni, ormai sono sgamati. Dinamiche non significa un cazzo

Offline bak

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20168
Re:CN11,5
« Risposta #1825 il: 21 Mag 2019, 13:16 »
Barcellona e Real Madrid

Intervista. Violenti in fuorigioco, il modello Barcellona
Marco Birolini sabato 18 gennaio 2014
   
Il calcio, se vuole, può mettere in fuorigioco i tifosi violenti. Il messaggio arriva dalla Spagna e porta la firma di Joan Laporta, ex presidente del Barcellona. Quando si insediò, nel 2003, adottò immediatamente la linea dura contro i “Boixos Nois” (che tradotto suona all’incirca come “Ragazzi pazzi”), storico gruppo di curvaioli fascistoidi che negli anni si era macchiato di una lunga striscia di tafferugli, prepotenze e altri episodi assortiti di violenza. Laporta tagliò in modo netto i rapporti con i tifosi turbolenti, decretando la loro messa al bando dal Camp Nou. Un gesto forte per il mondo del calcio, che raramente ha provato a recidere i suoi legami ambigui con le frange estreme del tifo. Ne sappiamo qualcosa in Italia, dove i club sono abituati ad accettare supinamente tutte le sbandate delle curve. Anche nel resto d’Europa sono pochi quelli che dicono basta, però gli esempi sono illustri. In Francia ci ha provato il Paris Saint Germain. Dopo una faida nella tifoseria che portò all’assassinio di un capo ultrà nel 2010, l’ex presidente Leproux impedì l’ingresso a 13 mila «soggetti non graditi», sciolse i club organizzati e iniziò ad assegnare i posti in modo casuale.Anche il Real Madrid, lo scorso dicembre, ha deciso di usare il pugno duro. Dopo le ennesime intemperanze, Florentino Perez ha di fatto estromesso gli “Ultras Sur” dal Santiago Bernabeu, riorganizzando il settore che occupavano di solito: al posto dei violenti d’ora in poi ci saranno i giovani tifosi.Anche Laporta a Barcellona, all’epoca, non volle sentir ragioni. Mantenne la sua fermezza nonostante una reazione durissima, che culminò in gravi minacce di morte a lui e ai suoi cari. Tra i “Boixos” c’erano alcuni elementi molto pericolosi: successive operazioni di polizia dimostrarono le loro responsabilità addirittura in omicidi, traffico di droga e armi. Laporta però non si spaventò e tirò dritto per la sua strada. Il Barcellona continuò a vincere anche senza i “Ragazzi pazzi”. Undici anni dopo l’ex presidente, che ora guida il partito Democrazia Catalana e siede nel consiglio comunale di Barcellona, racconta ad Avvenire come e perché cacciò i violenti dallo stadio. Ancora oggi sostiene la «tolleranza zero» contro i teppisti della domenica. Perché arrivò alla decisione di proibire ai Boixos Nois l’ingresso al Camp Nou?«La nostra gestione poggiava sul consenso di una maggioranza di soci che ci avevano dato democraticamente la loro fiducia nelle elezioni del 2003. Perché avremmo dovuto cercare l’appoggio di un’assoluta minoranza? Per il fatto che godevano di più privilegi di qualsiasi altra persona che fa parte del popolo barcellonista? Pretendevano un trattamento di favore nello stadio, negli spostamenti, volevano essere sovvenzionati dalla società. Ma noi non accettammo alcun patto. Siamo sostenitori della cultura del dialogo, ma non di quella dell’imposizione e men che mai del ricatto. E quindi hanno iniziato la guerra contro di noi, contro di me in particolare. Durante la partita del trofeo Gamper lanciarono dei bengala sul prato. Certo, la multa del club l’hanno poi dovuta pagare tutti i soci, più di novemila euro per bengala».È vero che subì minacce dopo quella decisione?«Non è stato per nulla piacevole ricevere minacce di morte, e ancor meno quando le hanno ricevute le persone che più amo, la mia famiglia, i miei figli. Ancor oggi ringrazio per gli attestati di solidarietà a sostegno della lotta contro i violenti, ma, sinceramente, mi sarebbe piaciuto, per il bene di tutti, che altre società calcistiche, altri dirigenti, altri responsabili della vita sociale e politica, avessero mantenuto la stessa fermezza che abbiamo mostrato noi. Non è, il mio, un rimprovero aspro, perché sono cosciente - e l’ho vissuto in prima persona - del prezzo che ciò comporta. Non è facile sentirsi solo. Quando ti minacciano, per quanto tu abbia molti amici e colleghi che ti appoggiano, ti senti assolutamente solo. Gli arresti di certi individui avvenuti negli ultimi tempi, alcuni dei quali paiono essere i presunti autori delle minacce alla mia vita e alla mia famiglia, hanno reso chiaro di che tipo di personaggi si tratta». Com’è la situazione degli ultras adesso al Barcellona? «Non sono più all’interno del club e quindi non posso dare giudizi sull’attuale situazione, ma insisto sul fatto che la lotta contro i violenti non è questione legata a un certo presidente o una certa giunta direttiva. Al contrario, è frutto di un lavoro costante di tutte le persone che hanno responsabilità di governo nel Barça. Mi ha rattristato profondamente quando l’attuale presidente ha riconosciuto d’aver avuto contatti con alcuni gruppi di cui fanno parte persone violente, durante la campagna elettorale per la presidenza del Barcellona nel 2010. Non tutto è giustificabile. La sicurezza dei soci e dei tifosi, e in generale, la responsabilità sociale è assolutamente al di sopra dei vantaggi elettorali».<+NEROAGORA>I “Boixos” sono ancora fuori dallo stadio?<+TONDOAGORA>«Questa domanda in realtà dovrebbe essere rivolta all’attuale giunta direttiva e alla polizia, i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, che sin dal primo giorno hanno gestito la situazione in modo professionale ed eccellente per evitare che i gruppi violenti rientrassero nello stadio».Secondo lei è giusto dialogare con i tifosi violenti o può essere interpretato come segno di debolezza?«Sono sostenitore della “tolleranza zero” con i violenti. La polizia ci disse che se avessimo collaborato seguendo ciò che ci suggerivano i professionisti della sicurezza pubblica, sarebbe stato possibile farla finita con la piaga dei violenti. Certo, bisognava essere fermi e non cedere in nessun momento. È questo ciò che chiamiamo tolleranza zero. Ed è ciò che abbiamo fatto, almeno sino a quando io sono stato presidente».

https://www.avvenire.it/agora/pagine/violenti-fuorigioco-modello-barcellona
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Volendo, si può fare.
Re:CN11,5
« Risposta #1826 il: 21 Mag 2019, 13:20 »
Io non credo alla Maestrelli, ma l'anno prossimo in Curva ostaggio di questi criminali NON laziali non ci sto più. Io andrò in DN, a proposito consigli a riguardo? Est o Ovest? Papà da piccolo mi portava in DNE e probabilmente tornerò lì, ma magari scopro che in DNO c'è la più grande comunità di lazionettaroli mai vista  :beer:
ciao, io sto in distinti NO e ti assicuro che il clima inizia a cambiare da queste parti, ieri sera bei fischi contro la nord

Nesta idolo

Nesta idolo

Re:CN11,5
« Risposta #1827 il: 21 Mag 2019, 13:27 »
non capisco cosa c'entrino le amicizie trasversali tra fasci, che io sappia de rossi è sempre stato di sinistra, quantomeno simpatizzante
la politica non c'entra proprio nulla, è solo una provocazione al resto della tifoseria sana che in quanto tale odia quella merda roscia
Prendo spunto dal tuo post. Una persona distratta o in ogni modo non avvezza al mondo calcio o altre situazioni ancora più specifiche, farebbe il tuo stesso errore.
L'obiettivo degli Zoro, di Repubblica, degli "influencer" sul Twitter, di quegli altri che fanno le stories politicizzate su Instagram, degli attori impegnati romanisti,ecc è fare opinione.
In questo singolo caso far passare De Rossi per ciò che vorrebbero fosse. Lui da discreto paraculo, ipocrita qual'è siccome gli fa comodo non oppone resistenza, pur fregandosene anche perché i suoi "giri" ben definiti li ha, qualcosa si è potuto leggere in passato e non mi riferisco a vicende personali.
Tornando a 'sti personaggi che vanno a corrente alternata, a seconda della loro convenienza in nome di una superiorità morale (secondo il loro punto di vista) che però uno dovrebbe sempre dimostrare con i fatti (ripeto, sempre) senza "dimenticarsi" o far finta di nulla.
De Rossi in campo ha avuto comportamenti censurabili tra insulti razzisti, gomitate, pugni, gesti offensivi, fosse stato un altro si sarebbero adoperati nelle loro ramanzine, a colpi di tweet, di frasi su instagram, articoli taglienti.
Per come la penso e vedo io non si combattono determinate derive in questa maniera improba e faziosa. Al contrario si fa il gioco dei neofascisti, Salvini, Berlusconi, Meloni vari e infatti mi pare che il consenso di costoro con il passare del tempo aumenti.
Questo per dire che ci sono gravi responsabilità anche di chi come loro si sente intoccabile, alla larga da responsabilità.

Online fiord

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Re:CN11,5
« Risposta #1828 il: 21 Mag 2019, 13:32 »
Barcellona e Real Madrid

Intervista. Violenti in fuorigioco, il modello Barcellona
Marco Birolini sabato 18 gennaio 2014
   
Il calcio, se vuole, può mettere in fuorigioco i tifosi violenti. Il messaggio arriva dalla Spagna e porta la firma di Joan Laporta, ex presidente del Barcellona. Quando si insediò, nel 2003, adottò immediatamente la linea dura contro i “Boixos Nois” (che tradotto suona all’incirca come “Ragazzi pazzi”), storico gruppo di curvaioli fascistoidi che negli anni si era macchiato di una lunga striscia di tafferugli, prepotenze e altri episodi assortiti di violenza. Laporta tagliò in modo netto i rapporti con i tifosi turbolenti, decretando la loro messa al bando dal Camp Nou. Un gesto forte per il mondo del calcio, che raramente ha provato a recidere i suoi legami ambigui con le frange estreme del tifo. Ne sappiamo qualcosa in Italia, dove i club sono abituati ad accettare supinamente tutte le sbandate delle curve. Anche nel resto d’Europa sono pochi quelli che dicono basta, però gli esempi sono illustri. In Francia ci ha provato il Paris Saint Germain. Dopo una faida nella tifoseria che portò all’assassinio di un capo ultrà nel 2010, l’ex presidente Leproux impedì l’ingresso a 13 mila «soggetti non graditi», sciolse i club organizzati e iniziò ad assegnare i posti in modo casuale.Anche il Real Madrid, lo scorso dicembre, ha deciso di usare il pugno duro. Dopo le ennesime intemperanze, Florentino Perez ha di fatto estromesso gli “Ultras Sur” dal Santiago Bernabeu, riorganizzando il settore che occupavano di solito: al posto dei violenti d’ora in poi ci saranno i giovani tifosi.Anche Laporta a Barcellona, all’epoca, non volle sentir ragioni. Mantenne la sua fermezza nonostante una reazione durissima, che culminò in gravi minacce di morte a lui e ai suoi cari. Tra i “Boixos” c’erano alcuni elementi molto pericolosi: successive operazioni di polizia dimostrarono le loro responsabilità addirittura in omicidi, traffico di droga e armi. Laporta però non si spaventò e tirò dritto per la sua strada. Il Barcellona continuò a vincere anche senza i “Ragazzi pazzi”. Undici anni dopo l’ex presidente, che ora guida il partito Democrazia Catalana e siede nel consiglio comunale di Barcellona, racconta ad Avvenire come e perché cacciò i violenti dallo stadio. Ancora oggi sostiene la «tolleranza zero» contro i teppisti della domenica. Perché arrivò alla decisione di proibire ai Boixos Nois l’ingresso al Camp Nou?«La nostra gestione poggiava sul consenso di una maggioranza di soci che ci avevano dato democraticamente la loro fiducia nelle elezioni del 2003. Perché avremmo dovuto cercare l’appoggio di un’assoluta minoranza? Per il fatto che godevano di più privilegi di qualsiasi altra persona che fa parte del popolo barcellonista? Pretendevano un trattamento di favore nello stadio, negli spostamenti, volevano essere sovvenzionati dalla società. Ma noi non accettammo alcun patto. Siamo sostenitori della cultura del dialogo, ma non di quella dell’imposizione e men che mai del ricatto. E quindi hanno iniziato la guerra contro di noi, contro di me in particolare. Durante la partita del trofeo Gamper lanciarono dei bengala sul prato. Certo, la multa del club l’hanno poi dovuta pagare tutti i soci, più di novemila euro per bengala».È vero che subì minacce dopo quella decisione?«Non è stato per nulla piacevole ricevere minacce di morte, e ancor meno quando le hanno ricevute le persone che più amo, la mia famiglia, i miei figli. Ancor oggi ringrazio per gli attestati di solidarietà a sostegno della lotta contro i violenti, ma, sinceramente, mi sarebbe piaciuto, per il bene di tutti, che altre società calcistiche, altri dirigenti, altri responsabili della vita sociale e politica, avessero mantenuto la stessa fermezza che abbiamo mostrato noi. Non è, il mio, un rimprovero aspro, perché sono cosciente - e l’ho vissuto in prima persona - del prezzo che ciò comporta. Non è facile sentirsi solo. Quando ti minacciano, per quanto tu abbia molti amici e colleghi che ti appoggiano, ti senti assolutamente solo. Gli arresti di certi individui avvenuti negli ultimi tempi, alcuni dei quali paiono essere i presunti autori delle minacce alla mia vita e alla mia famiglia, hanno reso chiaro di che tipo di personaggi si tratta». Com’è la situazione degli ultras adesso al Barcellona? «Non sono più all’interno del club e quindi non posso dare giudizi sull’attuale situazione, ma insisto sul fatto che la lotta contro i violenti non è questione legata a un certo presidente o una certa giunta direttiva. Al contrario, è frutto di un lavoro costante di tutte le persone che hanno responsabilità di governo nel Barça. Mi ha rattristato profondamente quando l’attuale presidente ha riconosciuto d’aver avuto contatti con alcuni gruppi di cui fanno parte persone violente, durante la campagna elettorale per la presidenza del Barcellona nel 2010. Non tutto è giustificabile. La sicurezza dei soci e dei tifosi, e in generale, la responsabilità sociale è assolutamente al di sopra dei vantaggi elettorali».<+NEROAGORA>I “Boixos” sono ancora fuori dallo stadio?<+TONDOAGORA>«Questa domanda in realtà dovrebbe essere rivolta all’attuale giunta direttiva e alla polizia, i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, che sin dal primo giorno hanno gestito la situazione in modo professionale ed eccellente per evitare che i gruppi violenti rientrassero nello stadio».Secondo lei è giusto dialogare con i tifosi violenti o può essere interpretato come segno di debolezza?«Sono sostenitore della “tolleranza zero” con i violenti. La polizia ci disse che se avessimo collaborato seguendo ciò che ci suggerivano i professionisti della sicurezza pubblica, sarebbe stato possibile farla finita con la piaga dei violenti. Certo, bisognava essere fermi e non cedere in nessun momento. È questo ciò che chiamiamo tolleranza zero. Ed è ciò che abbiamo fatto, almeno sino a quando io sono stato presidente».

https://www.avvenire.it/agora/pagine/violenti-fuorigioco-modello-barcellona
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Volendo, si può fare.



L'esempio non è pertinente, queste sono squadre che portano 70.000 persone ogni partita, con gli ultras o senza.

I nostri 25.000 (in uno stadio da 70.000 posti) senza gli ultras rendono lo stadio un mortorio
Re:CN11,5
« Risposta #1829 il: 21 Mag 2019, 13:59 »
credo che la mossa D'angelo da parte della Società stia proprio a significare che il tempo dei compromessi è finito.

che iddio volesse
Re:CN11,5
« Risposta #1830 il: 21 Mag 2019, 14:02 »
ciao, io sto in distinti NO e ti assicuro che il clima inizia a cambiare da queste parti, ieri sera bei fischi contro la nord
ottimo. Per la cronaca ieri sera al momento dello striscione per lo zozzo anche dalla curva stessa sono partiti diversi fischi (eravamo a naso più o meno metà curva  a fischiare).
Però non basta, come si diceva sono una struttura para-militare, violenta, opprimente. Devono essere buttati fuori dallo stadio, perché tutto sono tranne che tifosi della Lazio
Re:CN11,5
« Risposta #1831 il: 21 Mag 2019, 14:07 »
il distinto nord est al distinto nord ovest je spiccia casa, non scherziamo.
Re:CN11,5
« Risposta #1832 il: 21 Mag 2019, 14:09 »
il distinto nord est al distinto nord ovest je spiccia casa, non scherziamo.
in che termini? tifo? frequentazioni? congiunture astrali?
Io per ricordi di infanzia sono più legato al DNE
Re:CN11,5
« Risposta #1833 il: 21 Mag 2019, 14:16 »
in termini alcolici
Re:CN11,5
« Risposta #1834 il: 21 Mag 2019, 14:17 »
ottimo!  :beer: :beer: :beer:
+1 per il DNO

Online FeverDog

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15332
Re:CN11,5
« Risposta #1835 il: 21 Mag 2019, 14:26 »
ottimo. Per la cronaca ieri sera al momento dello striscione per lo zozzo anche dalla curva stessa sono partiti diversi fischi (eravamo a naso più o meno metà curva  a fischiare).
Però non basta, come si diceva sono una struttura para-militare, violenta, opprimente. Devono essere buttati fuori dallo stadio, perché tutto sono tranne che tifosi della Lazio
scusa tatoccolo, visto che frequenti la curva, ho una curiosità: perché anche quando è abbastanza piena viene lasciato vuoto un settore evidenziando un "buco" quadrato nella parte bassa a destra della curva?
Curiosità mia, grazie.
Re:CN11,5
« Risposta #1836 il: 21 Mag 2019, 14:37 »
Non ho una risposta certa, però per sensazione personale direi che è proprio una specie di "presa di distanza" dagli irriducibili. Io personalmente mi aggiro intorno alle file tra 20 e 25, e quando gli irriducibili ci hanno chiesto di scendere ad occupare il vuoto non ho visto grossa partecipazione in questo senso.
Sensazione personale, magari mi sbaglio.

Online FeverDog

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15332
Re:CN11,5
« Risposta #1837 il: 21 Mag 2019, 14:42 »
Non ho una risposta certa, però per sensazione personale direi che è proprio una specie di "presa di distanza" dagli irriducibili. Io personalmente mi aggiro intorno alle file tra 20 e 25, e quando gli irriducibili ci hanno chiesto di scendere ad occupare il vuoto non ho visto grossa partecipazione in questo senso.
Sensazione personale, magari mi sbaglio.
Grazie. Pensa che avevo immaginato il contrario, ovvero che gli irr volessero tenere uno spazio vuoto per manifestare non so cosa. L’avevo notato anche in finale di coppa.
Re:CN11,5
« Risposta #1838 il: 21 Mag 2019, 14:45 »
Il contrario sicuro no, più di una volta è capitato che gli irriducibili ci chiedessero di scendere per accorparci a loro occupando il buco. Ma io col ca**o che mi accorpo a loro
Re:CN11,5
« Risposta #1839 il: 21 Mag 2019, 18:22 »
ahahahahah

"Vatte a fa 'na zuppa de farro"

Sicuramente che ritorno del vecchio minestraro ora si spiega da solo.
 

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