Mi spiace di non poter essere presente stamattina ai funerali. Ho potuto conoscerlo e parlarci a lungo circa diciotto anni fa, fui chiamato da lui al telefono perchè voleva parlarci, c'era una cosa che riguardava mio figlio (all'epoca 8/9 anni). Il bimbo l'avevamo mandato, insieme ad altri bambini che giocavano con lui nella squadretta di quartiere (la stessa da dove proveniva Murgia) al campus estivo della Lazio che, quell'anno, era a Trevignano. Non capivo il motivo, ho subito pensato che avessero fatto qualche marachella fra ragazzini, ma poi fra me e me pensavo che mio figlio era talmente tranquillo e buono che non poteva essere qualcosa di negativo. Arrivai nel pomeriggio e mi accolse con un sorriso, mi tranquillizzò e mi disse queste parole:
"M.... è il portierino mio, è un bravo ragazzino e vorrei portarlo alla Lazio, però ci sono delle condizioni: in primis deve comportarsi bene e deve andare bene a scuola, non deve trascurare lo studio per il pallone, vogliamo controllare la sua pagella,ecc. (anche se poi alcuni suoi compagni, fra cui alcuni che hanno potuto e tuttora stanno giocando in serie professionistiche, proprio fenomeni scolastici non erano...); seconda cosa: la Lazio non parteciperà a nessun campionato, perchè non è bello che le partite finiscano tanto a niente fra ragazzini di 8/9 anni. All'epoca mio figlio (1991) giocava anche sotto età con i '90 e qualche volta è capitato anche con gli '89) ed il non giocare partite poteva essere un dispiacere; io risposi che doveva scegliere mio figlio, se andava bene a lui andava bene anche a me e che avrei chiesto il permesso all'altra società se potevamo andar via. Patarca mi disse che, se necessario, potevo dare il suo numero di telefono e ci avrebbe pensato lui per un eventuale accordo. La sua onestà e trasparenza mi colpì (già all'epoca c'era qualcuno molto famoso che ti chiedeva soldi per prendere tuo figlio, naturalmente non nella Lazio) e così mio figlio rimase nella Lazio fino al 2005, alla fine del primo anno della nuova gestione "Coletta". Naturalmente le personalità forti dei soggetti in questione portò Patarca e poi molti degli allenatori ed istruttori del suo staff ad uscire dalla Lazio e anche molti di quei ragazzi, all'epoca quattordicenni, furono, diciamo così, allontanati. Il dispiacere fu grande, ma poi alla fine quello che contava è che il ragazzo si divertisse. Mio figlio fu chiamato da un'altra società professionistica fuori Roma e lì ha giocato due anni ancora, prima di dire basta al calcio. Quell'estate fu l'ultima volta che potei parlare con lui dei ragazzi,dei suoi ragazzi, poi ci siamo incontrati e salutati qualche volta allo stadio, perchè comunque lui la Lazio la seguiva.
Peccato, se ne va una persona che, secondo me, ha dato tutto per la sua passione, che era quella di insegnare calcio e vita ai ragazzini.
Riposa in pace.