L’onda biancoceleste su Twitter è stata un segnale importante. Forse non ce ne rendiamo ancora conto, ma è, potrebbe essere l’inizio di una nuova narrazione sulla Lazio. La posta in gioco è importante. Oltre che un dovere civile ed etico la messa al bando del fascismo dal senso comune è nevralgica anche per radicare l’immagine della Lazio a livello cittadino e nazionale. Dobbiamo crescere come numero di tifosi. Come qualità di tifo.
Però è un’impresa che non può esaurirsi in un fuoco di paglia, in una notte di passione Twitter. Bisogna darsi visibilità, riferimenti organizzativi, dare la possibilità alla maggioranza silenziosa, dispersa, isolata di agreggarsi, di ritrovarsi insieme e di riconoscersi l’un l’altro. E però bisogna saper fare anche una battaglia intelligente, anche al di là degli steccati, non solo per la Lazio ma più in generale una battaglia di civiltà contro questa teppaglia fascista che sappia parlare anche a tifosi di altre squadre e più in generale all’opinione pubblica. Come sa fare benissimo Portelli, ad esempio. La strada è lunga