Sarò pazzo.
Ma questa squadra sembra aver capito tutto.
Già da prima.
Fino a sabato aveva preso una maturità con 100 centesimi.
Gli e' bastato indossare una maglia, quella maglia, una maglia che significa tanto per i tifosi.
E improvvisamente, stasera ci siamo ritrovati una squadra laureata.
Con 110 e lode.
La partita di stasera è nello spirito di quella Lazio li.
Di quella Lazio da cui non se ne andò nessuno, per salvarla.
Stefano Pioli, si Stefano Pioli, non Josè Mourinho, ha plasmato un gruppo di giocatori pronti a tutto.
Tutti in campo per un unico obiettivo: la vittoria.
Anche nelle condizioni peggiori.
50 minuti in 10.
Eppure mai, e ripeto MAI, in quei 50 minuti si è palesata la sensazione di poter perdere.
Una squadra che ha coperto il campo meravigliosamente.
Una squadra che non ha mollato su un pallone che fosse uno.
Diego Novaretti.
A quanti di noi sono tremati i polsi nel momento in cui Mauricio è uscito ed e' entrato lui ?
Forse sono tremate le gambe anche a lui.
Eppure prendendo in prestito lo sticazzismo di guzzantiiana memoria, lui si e' messo li in campo.
E si e' detto: "Sono un giocatore di pallone, indosso la maglia della Lazio.
E la ha portata come non mai.
Una partita maiuscola, senza sbavature.
Certo, un conto sarebbe stato Sheva, un altro conto e' Menez falso nueve.
Ma lui c'era.
E in questa Lazio, sono pronto a ricredermi, come dice Purple Zack puo' fare bene anche Bergessio.
Perchè questa è una Lazio che va oltre i limiti tecnici.
Perchè questa squadra è guidata da un GRANDE ALLENATORE.
Si. Un grande allenatore.
Uno che non vuole educare nessuno.
Uno che non vuole spostare chiese per rimetterle al centro di ipotetici villaggi.
Uno che non e' convinto che la sua squadra vincerà.
Uno che pero' fa di tutto perche' questa squadra arrivi al massimo risultato anche attraverso il gioco.
Senza proclami.
Intanto partendo dal basso, o se preferite dal Bassano, si e' conquistato una semifinale di coppa Italia.
Ha conquistato il cuore dei tifosi.
Perchè noi tifosi, sappiamo che questa Lazio potrà anche perdere, ma sappiamo che quando questi giocatori escono dal campo, hanno dato tutto.
Per la Lazio.
Per noi.
Per la squadra, per quel senso profondo e storico di appartenenza, di sofferenza, che si chiama Lazio.