Giuliano Fiorini

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Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #40 il: 21 Giu 2019, 23:02 »
I laziali che hanno vissuto quegli anni sanno bene cosa ha significato quel gol per la Lazio.
Ricordo che ero nel periodo dell'esame di maturità, seguivo la partita a "Tutto il calcio minuto per minuto", il telecronista, forse Livio Forma, raccontava l'attesa prima della partita di un pubblico da finale della Coppa Campioni, il tempo che passava, persone che si sentivano male, ambulanze .... e poi quell'urlo mai sentito prima ... la Lazio continuava a vivere! :since :since :ssl 
 
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #41 il: 22 Giu 2019, 00:28 »
Sono passati 32 anni.
1 Scudetto.
1 Coppa delle Coppe.
1 Supercoppa Europea.
4 Supercoppe Italiane.
6 Coppe Italia.

Eppure, l'emozione che suscita questo goal è sempre ineguagliabile.

Anger1

Grazie Giuliano senza di te tutto questo non ci sarebbe mai stato.

 :ssl

Offline Twix

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Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #42 il: 23 Giu 2019, 09:56 »
Che bello quello stadio.
Che emozione.
Al goal ho provato l'ebbrezza di volare.
Da metà curva ho ripreso conoscenza che stavo praticamente in campo.

Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #43 il: 23 Giu 2019, 17:27 »
Come otto anni fa, vale sempre e per sempre:

Sono del '67, ero un ragazzo.
Andai allo stadio da solo, al diavolo le liturgie, niente più scaramanzie, da solo senza la consueta compagnia dei miei 3 amici di sempre. Vissi quella giornata completamente da solo, dalla mattina fino al momento di entrare allo stadio, non ricordo quante ore prima. A casa rimasi tutto il tempo da solo, neanche una parola con mio padre, laziale di vecchissimo corso, solo sguardi di amore e paura, neanche una parola con mia madre, troppo preoccupata per la nostra salute. Le mie sorelle, più grandi di me, non capivano ma erano in silenzio anche loro. Feci il solito percorso da Via Ferrari allo stadio da solo, totalmente incurante di quello che poteva succedere intorno a me. Anche fuori dallo stadio, brulicante di potenziali infartuati, ero assolutamente da solo. Poi salii le scalette e... chi c'era non lo potrà mai dimenticare, chi non c'era non potrà mai capirlo... 80.000 persone in un'anima sola, un popolo che respirava con dignità ed orgoglio al ritmo di un unico battito, il cuore un metronomo che batteva tanto forte da fare male al petto... dopo un'attesa durata anni finalmente entrarono in campo, attraverso le lacrime vidi sfocate solo le maglie biancocelesti... la partita l'ho rimossa, la vissi in uno stato comatoso dal quale mi risvegliai soltanto a 6 minuti dalla morte sportiva... cross, rinvio sbilenco, apertura a sinistra, tiro disperato... 2, 3, 4 secondi durante i quali la palla sparì chissà dove, quell'unico immenso cuore si fermò, calò un silenzio improvviso ed assordante, il popolo rimase in apnea come se venisse strangolato... poi... la palla riapparì in fondo alla rete, gonfiò la rete e gonfiò quel povero vecchio cuore di un amore e di una felicità indelebili, gonfiò quell'unica immensa anima di un'emozione indescrivibile, gonfiò 160.000 occhi di lacrime di gioia che tornano calde a rigare i volti ogni volta che riaffiora il ricordo...lo stadio esplose come mai era esploso prima, come mai sarebbe esploso dopo, come mai potrà esplodere in futuro in qualsiasi posto del mondo... bandiere e sciarpe lo inghiottirono e lo mimetizzarono con i colori del cielo... mi ritrovai abbracciato ad una ragazza, bellissima, che mi stringeva come mai mi aveva stretto nessuno prima, che singhiozzava sul mio petto e sussurrava con un filo di voce "gooooooooooooooooool"... avrebbe voluto gridare, ma dovetti chinare la testa su di lei per sentire, sommesso, quel suono impercettibile: "gooooooooooooooooool"..., poi alzò la testa, mi sorrise tra le lacrime e con voce ancora più flebile sussurrò qualcosa... non l'ho più vista, non ho mai saputo quale fosse il suo nome, non ho mai saputo cosa avesse sussurrato... ripresi la strada di casa, dallo stadio a Via Ferrari completamente da solo, la gente impazzita intorno a me alzava al cielo bandiere e canti... mio padre, gli occhi umidi che tradivano le lacrime asciugate in fretta, mi accolse senza parole, con un abbraccio che non potrò mai più dimenticare... mia madre aveva il volto felice di chi è felice perchè sono felici le persone che ama... le mie sorelle non capirono ma sorrisero felici anche loro...
Solo la sera seppi che quando la palla sparì finì tra i piedi di Giuliano Fiorini e che fu lui a spingerla in fondo alla rete...

Sono passati 32 anni da quel giorno afoso, assurdo, meraviglioso e indimenticabile. A Giuliano devo tutta la mia vita di innamorato privilegiato, innamorato di un ideale sportivo irripetibile.
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #44 il: 23 Giu 2019, 18:32 »
Ancora oggi l'emozione al gol di Giuliano supera di gran lunga qualsiasi altro gol (da quello di Re Cecconi al Milan nel 1973/74 a quello di Correa all'Atalanta) stavo in Tevere e mi stavo sentendo male.
A distanza di 32 anni e a quasi 60 anni di età piango ogni volta a quella visione, tacci vostra...

Offline Omar65

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Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #45 il: 23 Giu 2019, 18:35 »
Ancora oggi l'emozione al gol di Giuliano supera di gran lunga qualsiasi altro gol (da quello di Re Cecconi al Milan nel 1973/74 a quello di Correa all'Atalanta) stavo in Tevere e mi stavo sentendo male.
A distanza di 32 anni e a quasi 60 anni di età piango ogni volta a quella visione, tacci vostra...

In Tevere pure io.

Io c'ho ancora paura che il gol non arrivi, pensa te...

Offline Biafra

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Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #46 il: 23 Giu 2019, 20:25 »
Come otto anni fa, vale sempre e per sempre:

Sono del '67, ero un ragazzo.
Andai allo stadio da solo, al diavolo le liturgie, niente più scaramanzie, da solo senza la consueta compagnia dei miei 3 amici di sempre. Vissi quella giornata completamente da solo, dalla mattina fino al momento di entrare allo stadio, non ricordo quante ore prima. A casa rimasi tutto il tempo da solo, neanche una parola con mio padre, laziale di vecchissimo corso, solo sguardi di amore e paura, neanche una parola con mia madre, troppo preoccupata per la nostra salute. Le mie sorelle, più grandi di me, non capivano ma erano in silenzio anche loro. Feci il solito percorso da Via Ferrari allo stadio da solo, totalmente incurante di quello che poteva succedere intorno a me. Anche fuori dallo stadio, brulicante di potenziali infartuati, ero assolutamente da solo. Poi salii le scalette e... chi c'era non lo potrà mai dimenticare, chi non c'era non potrà mai capirlo... 80.000 persone in un'anima sola, un popolo che respirava con dignità ed orgoglio al ritmo di un unico battito, il cuore un metronomo che batteva tanto forte da fare male al petto... dopo un'attesa durata anni finalmente entrarono in campo, attraverso le lacrime vidi sfocate solo le maglie biancocelesti... la partita l'ho rimossa, la vissi in uno stato comatoso dal quale mi risvegliai soltanto a 6 minuti dalla morte sportiva... cross, rinvio sbilenco, apertura a sinistra, tiro disperato... 2, 3, 4 secondi durante i quali la palla sparì chissà dove, quell'unico immenso cuore si fermò, calò un silenzio improvviso ed assordante, il popolo rimase in apnea come se venisse strangolato... poi... la palla riapparì in fondo alla rete, gonfiò la rete e gonfiò quel povero vecchio cuore di un amore e di una felicità indelebili, gonfiò quell'unica immensa anima di un'emozione indescrivibile, gonfiò 160.000 occhi di lacrime di gioia che tornano calde a rigare i volti ogni volta che riaffiora il ricordo...lo stadio esplose come mai era esploso prima, come mai sarebbe esploso dopo, come mai potrà esplodere in futuro in qualsiasi posto del mondo... bandiere e sciarpe lo inghiottirono e lo mimetizzarono con i colori del cielo... mi ritrovai abbracciato ad una ragazza, bellissima, che mi stringeva come mai mi aveva stretto nessuno prima, che singhiozzava sul mio petto e sussurrava con un filo di voce "gooooooooooooooooool"... avrebbe voluto gridare, ma dovetti chinare la testa su di lei per sentire, sommesso, quel suono impercettibile: "gooooooooooooooooool"..., poi alzò la testa, mi sorrise tra le lacrime e con voce ancora più flebile sussurrò qualcosa... non l'ho più vista, non ho mai saputo quale fosse il suo nome, non ho mai saputo cosa avesse sussurrato... ripresi la strada di casa, dallo stadio a Via Ferrari completamente da solo, la gente impazzita intorno a me alzava al cielo bandiere e canti... mio padre, gli occhi umidi che tradivano le lacrime asciugate in fretta, mi accolse senza parole, con un abbraccio che non potrò mai più dimenticare... mia madre aveva il volto felice di chi è felice perchè sono felici le persone che ama... le mie sorelle non capirono ma sorrisero felici anche loro...
Solo la sera seppi che quando la palla sparì finì tra i piedi di Giuliano Fiorini e che fu lui a spingerla in fondo alla rete...

Sono passati 32 anni da quel giorno afoso, assurdo, meraviglioso e indimenticabile. A Giuliano devo tutta la mia vita di innamorato privilegiato, innamorato di un ideale sportivo irripetibile.

m'hai fatto scendere più di una lacrima...  :hail:
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #47 il: 23 Giu 2019, 21:37 »
Il racconto di Dal Bianco, il portiere del Vicenza di quella giornata, è assurdo
Un anedotto raccontato a Radiosei qualche mese fa:
"dopo la sconfitta contro la Lazio tornai subito a Vicenza, in caso di vittoria sarei andato in ritiro a Napoli.
Tornato a casa la stessa notte mio figlio si senti male e lo portai all ospedale dove li operaronk e gli salvarono la vita, infatti in salotto ho appeso il gol di Fiorini, che salvo la vita a mio figlio. "
Pazzesco, incrocio di destini, romanticismo.

Offline dario

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1292
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #48 il: 23 Giu 2019, 21:44 »
Ancora oggi l'emozione al gol di Giuliano supera di gran lunga qualsiasi altro gol (da quello di Re Cecconi al Milan nel 1973/74 a quello di Correa all'Atalanta) stavo in Tevere e mi stavo sentendo male.
A distanza di 32 anni e a quasi 60 anni di età piango ogni volta a quella visione, tacci vostra...
Applausi!

Offline dario

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1292
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #49 il: 23 Giu 2019, 21:46 »
Il racconto di Dal Bianco, il portiere del Vicenza di quella giornata, è assurdo
Un anedotto raccontato a Radiosei qualche mese fa:
"dopo la sconfitta contro la Lazio tornai subito a Vicenza, in caso di vittoria sarei andato in ritiro a Napoli.
Tornato a casa la stessa notte mio figlio si senti male e lo portai all ospedale dove li operaronk e gli salvarono la vita, infatti in salotto ho appeso il gol di Fiorini, che salvo la vita a mio figlio. "
Pazzesco, incrocio di destini, romanticismo.
L’ho sentito anch’io. Mi sembra il giorno in cui invitarono Eugenio Fascetti. Miracoli del destino.

Offline riccio72

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Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #50 il: 23 Giu 2019, 22:01 »
Come otto anni fa, vale sempre e per sempre:

Sono del '67, ero un ragazzo.
Andai allo stadio da solo, al diavolo le liturgie, niente più scaramanzie, da solo senza la consueta compagnia dei miei 3 amici di sempre. Vissi quella giornata completamente da solo, dalla mattina fino al momento di entrare allo stadio, non ricordo quante ore prima. A casa rimasi tutto il tempo da solo, neanche una parola con mio padre, laziale di vecchissimo corso, solo sguardi di amore e paura, neanche una parola con mia madre, troppo preoccupata per la nostra salute. Le mie sorelle, più grandi di me, non capivano ma erano in silenzio anche loro. Feci il solito percorso da Via Ferrari allo stadio da solo, totalmente incurante di quello che poteva succedere intorno a me. Anche fuori dallo stadio, brulicante di potenziali infartuati, ero assolutamente da solo. Poi salii le scalette e... chi c'era non lo potrà mai dimenticare, chi non c'era non potrà mai capirlo... 80.000 persone in un'anima sola, un popolo che respirava con dignità ed orgoglio al ritmo di un unico battito, il cuore un metronomo che batteva tanto forte da fare male al petto... dopo un'attesa durata anni finalmente entrarono in campo, attraverso le lacrime vidi sfocate solo le maglie biancocelesti... la partita l'ho rimossa, la vissi in uno stato comatoso dal quale mi risvegliai soltanto a 6 minuti dalla morte sportiva... cross, rinvio sbilenco, apertura a sinistra, tiro disperato... 2, 3, 4 secondi durante i quali la palla sparì chissà dove, quell'unico immenso cuore si fermò, calò un silenzio improvviso ed assordante, il popolo rimase in apnea come se venisse strangolato... poi... la palla riapparì in fondo alla rete, gonfiò la rete e gonfiò quel povero vecchio cuore di un amore e di una felicità indelebili, gonfiò quell'unica immensa anima di un'emozione indescrivibile, gonfiò 160.000 occhi di lacrime di gioia che tornano calde a rigare i volti ogni volta che riaffiora il ricordo...lo stadio esplose come mai era esploso prima, come mai sarebbe esploso dopo, come mai potrà esplodere in futuro in qualsiasi posto del mondo... bandiere e sciarpe lo inghiottirono e lo mimetizzarono con i colori del cielo... mi ritrovai abbracciato ad una ragazza, bellissima, che mi stringeva come mai mi aveva stretto nessuno prima, che singhiozzava sul mio petto e sussurrava con un filo di voce "gooooooooooooooooool"... avrebbe voluto gridare, ma dovetti chinare la testa su di lei per sentire, sommesso, quel suono impercettibile: "gooooooooooooooooool"..., poi alzò la testa, mi sorrise tra le lacrime e con voce ancora più flebile sussurrò qualcosa... non l'ho più vista, non ho mai saputo quale fosse il suo nome, non ho mai saputo cosa avesse sussurrato... ripresi la strada di casa, dallo stadio a Via Ferrari completamente da solo, la gente impazzita intorno a me alzava al cielo bandiere e canti... mio padre, gli occhi umidi che tradivano le lacrime asciugate in fretta, mi accolse senza parole, con un abbraccio che non potrò mai più dimenticare... mia madre aveva il volto felice di chi è felice perchè sono felici le persone che ama... le mie sorelle non capirono ma sorrisero felici anche loro...
Solo la sera seppi che quando la palla sparì finì tra i piedi di Giuliano Fiorini e che fu lui a spingerla in fondo alla rete...

Sono passati 32 anni da quel giorno afoso, assurdo, meraviglioso e indimenticabile. A Giuliano devo tutta la mia vita di innamorato privilegiato, innamorato di un ideale sportivo irripetibile.

E che caxxo
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #51 il: 23 Giu 2019, 23:12 »
I laziali che hanno vissuto quegli anni sanno bene cosa ha significato quel gol per la Lazio.
Ricordo che ero nel periodo dell'esame di maturità, seguivo la partita a "Tutto il calcio minuto per minuto", il telecronista, forse Livio Forma, raccontava l'attesa prima della partita di un pubblico da finale della Coppa Campioni, il tempo che passava, persone che si sentivano male, ambulanze .... e poi quell'urlo mai sentito prima ... la Lazio continuava a vivere! :since :since :ssl

L'urlo della rinascita !!!!
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #52 il: 23 Giu 2019, 23:25 »
I laziali che hanno vissuto quegli anni sanno bene cosa ha significato quel gol per la Lazio.
Ricordo che ero nel periodo dell'esame di maturità, seguivo la partita a "Tutto il calcio minuto per minuto", il telecronista, forse Livio Forma, raccontava l'attesa prima della partita di un pubblico da finale della Coppa Campioni, il tempo che passava, persone che si sentivano male, ambulanze .... e poi quell'urlo mai sentito prima ... la Lazio continuava a vivere! :since :since :ssl

Io ricordo un bellissimo servizio da brividi di plastino con le riprese fatte da dietro la porta e with or without you degli U2 come colonna sonora

Online paolo71

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19449
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #53 il: 24 Giu 2019, 11:51 »
Io ricordo un bellissimo servizio da brividi di plastino con le riprese fatte da dietro la porta e with or without you degli U2 come colonna sonora

visto varie volte, bellissimo.
Come otto anni fa, vale sempre e per sempre:

Sono del '67, ero un ragazzo.
Andai allo stadio da solo, al diavolo le liturgie, niente più scaramanzie, da solo senza la consueta compagnia dei miei 3 amici di sempre. Vissi quella giornata completamente da solo, dalla mattina fino al momento di entrare allo stadio, non ricordo quante ore prima. A casa rimasi tutto il tempo da solo, neanche una parola con mio padre, laziale di vecchissimo corso, solo sguardi di amore e paura, neanche una parola con mia madre, troppo preoccupata per la nostra salute. Le mie sorelle, più grandi di me, non capivano ma erano in silenzio anche loro. Feci il solito percorso da Via Ferrari allo stadio da solo, totalmente incurante di quello che poteva succedere intorno a me. Anche fuori dallo stadio, brulicante di potenziali infartuati, ero assolutamente da solo. Poi salii le scalette e... chi c'era non lo potrà mai dimenticare, chi non c'era non potrà mai capirlo... 80.000 persone in un'anima sola, un popolo che respirava con dignità ed orgoglio al ritmo di un unico battito, il cuore un metronomo che batteva tanto forte da fare male al petto... dopo un'attesa durata anni finalmente entrarono in campo, attraverso le lacrime vidi sfocate solo le maglie biancocelesti... la partita l'ho rimossa, la vissi in uno stato comatoso dal quale mi risvegliai soltanto a 6 minuti dalla morte sportiva... cross, rinvio sbilenco, apertura a sinistra, tiro disperato... 2, 3, 4 secondi durante i quali la palla sparì chissà dove, quell'unico immenso cuore si fermò, calò un silenzio improvviso ed assordante, il popolo rimase in apnea come se venisse strangolato... poi... la palla riapparì in fondo alla rete, gonfiò la rete e gonfiò quel povero vecchio cuore di un amore e di una felicità indelebili, gonfiò quell'unica immensa anima di un'emozione indescrivibile, gonfiò 160.000 occhi di lacrime di gioia che tornano calde a rigare i volti ogni volta che riaffiora il ricordo...lo stadio esplose come mai era esploso prima, come mai sarebbe esploso dopo, come mai potrà esplodere in futuro in qualsiasi posto del mondo... bandiere e sciarpe lo inghiottirono e lo mimetizzarono con i colori del cielo... mi ritrovai abbracciato ad una ragazza, bellissima, che mi stringeva come mai mi aveva stretto nessuno prima, che singhiozzava sul mio petto e sussurrava con un filo di voce "gooooooooooooooooool"... avrebbe voluto gridare, ma dovetti chinare la testa su di lei per sentire, sommesso, quel suono impercettibile: "gooooooooooooooooool"..., poi alzò la testa, mi sorrise tra le lacrime e con voce ancora più flebile sussurrò qualcosa... non l'ho più vista, non ho mai saputo quale fosse il suo nome, non ho mai saputo cosa avesse sussurrato... ripresi la strada di casa, dallo stadio a Via Ferrari completamente da solo, la gente impazzita intorno a me alzava al cielo bandiere e canti... mio padre, gli occhi umidi che tradivano le lacrime asciugate in fretta, mi accolse senza parole, con un abbraccio che non potrò mai più dimenticare... mia madre aveva il volto felice di chi è felice perchè sono felici le persone che ama... le mie sorelle non capirono ma sorrisero felici anche loro...
Solo la sera seppi che quando la palla sparì finì tra i piedi di Giuliano Fiorini e che fu lui a spingerla in fondo alla rete...

Sono passati 32 anni da quel giorno afoso, assurdo, meraviglioso e indimenticabile. A Giuliano devo tutta la mia vita di innamorato privilegiato, innamorato di un ideale sportivo irripetibile.

andai anch'io da solo a 15 anni quel giorno, stavo in vacanza nella casa dei nonni di Santa Maria delle mole, treno fino a termini poi la metro e a piedi...a/r...che giornata, che partita che botta de vita pazzesca...
m'hai fatto piagne al lavoro, ma grazie di averti letto...

Offline bak

*
20168
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #54 il: 24 Giu 2019, 14:39 »
Il racconto di Dal Bianco, il portiere del Vicenza di quella giornata, è assurdo
Un anedotto raccontato a Radiosei qualche mese fa:
"dopo la sconfitta contro la Lazio tornai subito a Vicenza, in caso di vittoria sarei andato in ritiro a Napoli.
Tornato a casa la stessa notte mio figlio si senti male e lo portai all ospedale dove li operaronk e gli salvarono la vita, infatti in salotto ho appeso il gol di Fiorini, che salvo la vita a mio figlio. "
Pazzesco, incrocio di destini, romanticismo.

Il gol di Fiorini nel racconto emozionante di Dal Bianco, il portiere di quel Vicenza

In occasione dei 32 anni dalla storica, fondamentale rete di Giuliano Fiorini contro il Vicenza, abbiamo chiesto all’allora portiere biancorosso di raccontarci il suo ricordo privilegiato – intervista di Alessandro Crescenzi
La partita giocata il 21 giugno 1987 allo Stadio Olimpico tra Lazio e Vicenza è entrata nella storia biancoceleste: il gol di Fiorini ha evitato alla Lazio di scomparire con la retrocessione in Serie C.
Per l’occasione, abbiamo voluto chiedere un ricordo particolare, inedito: quello di Ennio Dal Bianco, il portiere del Lanerossi Vicenza, protagonista in campo quel giorno di 32 anni fa. Insieme a lui, è possibile rivivere le emozioni di quella storica sfida da un punto di vista insolito e privilegiato.
Il ricordo di Ennio Dal Bianco: “Vedere 80.000 laziali, uno spettacolo”
Ennio Dal Bianco, persona squisita e gentile – con un inconfondibile accento veneto – ricorda con piacere le emozioni di quel giorno:
“Ero abituato al pubblico di Vicenza, molto caldo, ma entrare in campo quel giorno e vedere 80.000 laziali è stato davvero unico e spettacolare. Rimasi impressionato dal calore della gente e dai colori, bianco e celeste, che tingevano lo stadio”.
Ennio aveva attraversato anni difficili per colpa di molteplici infortuni al ginocchio e, in quella stagione, aveva giocato solo le ultime 9 partite di campionato:
“Ero sereno – stranamente – visto che sono una persona estremamente emotiva: durante il riscaldamento le due squadre erano separate da una siepe e io, seduto su una panchina, mi misi ad osservare Terraneo, che stimavo come calciatore esperto, per carpire da lui qualche segreto. Si percepiva l’importanza della partita”.
“La palla arrivò casualmente nell’area del Vicenza, poi però…”
La partita è tesa, tattica e le due squadre giocano con la paura, la Lazio è costretta a vincere e si getta nella metà campo biancorossa:
“Il primo tempo fu una sofferenza, la Lazio attaccava e il vero protagonista diventai io: su un tiro da fuori di Poli, fui costretto a un intervento sulla sinistra, proprio la parte sulla quale avevo problemi… Di slancio riuscii a prenderla, fu la parata più bella di tutta la partita”.
Nel secondo tempo, il LR Vicenza giocò in 10, ma la Lazio era stanca, non creava più i pericoli del primo tempo:
“Eravamo consapevoli di essere vicini al traguardo, percepivamo la stanchezza fisica e mentale della Lazio”.
Poi, quasi dal nulla, l’azione del gol di Fiorini:
“La palla arrivò casualmente nell’area di rigore del Vicenza con un tiro senza pretese di Podavini. La traiettoria però spinse la palla verso Fiorini, che riuscì con una magia a liberarsi di Bertozzi. Ero sicuro di prendere il tiro, uscii in presa bassa, ma con un colpo di punta riuscì a eludere il mio intervento”.
Dopo il gol il boato dello stadio:
“Per noi fu come perdere la finale di Champions League, ma ricordo ancora l’urlo forte e liberatorio dell’Olimpico, qualcosa che è difficile descrivere”.
“Calleri mi voleva alla Lazio”
Tra Ennio e la Lazio un filo conduttore sempre vivo negli anni:
“Dopo la retrocessione in Serie C con il Vicenza, fui vicino ad indossare la maglia della Lazio. Il presidente Calleri, impressionato dalla prestazione della partita dell’anno prima, mi voleva come portiere. Tutto saltò perché la Lazio decise di puntare su Fiori e la mia carriera continuò con il Padova”.
“La Lazio è la mia seconda squadra del cuore”
Le sensazioni forti di quel giorno sono rimaste nel cuore e nella mente di Dal Bianco:
“La Lazio comunque è entrata indissolubilmente nella mia vita, è la mia seconda squadra del cuore. Sono consapevole di essere entrato nella storia della squadra biancoceleste perché ancora, a distanza di anni, ricevo con piacere chiamate da Roma che mi ricordano quella partita, le mie parate e le emozioni: il 21 giugno per me rimane un giorno speciale”.
“Quella partita salvò la vita a mio figlio”. E una promessa…
Una partita che cambia la storia della Lazio, ma che cambia anche la vita di Ennio:
“Ero diventato padre da qualche mese e, se oggi ho la fortuna di avere con me un ragazzo di 32 anni, lo devo esclusivamente al gol di Fiorini e alla Lazio. Nel caso in cui avessimo pareggiato la partita, non sarei tornato a Vicenza e sarei partito direttamente per il ritiro di Napoli per giocare gli spareggi la settimana successiva. Invece ho avuto la fortuna di rientrare: mio figlio ha avuto un grave malore e ho deciso di persona di portarlo in ospedale dove è stato operato di urgenza, un intervento delicato. La fortuna di esserci è stata determinante, aspettare un altro giorno avrebbe significato perdere un figlio e questo lo devo anche al quel Lazio-Vicenza”.
Tornando al presente:
“Ho deciso di aiutare i ragazzi e le persone che hanno avuto i problemi che ho affrontato anche io negli anni: ho aperto un centro fisioterapico e ortopedico per mettere al servizio degli altri la mia esperienza personale. E seguo con piacere la Lazio: è una realtà importante, gioca un buonissimo calcio e la speranza è quella di vederla stabilmente tra le prime quattro squadre in Serie A; sarebbe il giusto premio al progetto di crescita intrapreso”.
Ci salutiamo con una promessa:
“Tornerò all’Olimpico per vedere una partita della Lazio”.
Noi lo aspettiamo, perché ormai Ennio è diventato un tifoso laziale.

https://sololalazio.it/2019/06/21/lazio-vicenza-giuliano-fiorini-1987-intervista-dal-bianco/

Offline bak

*
20168
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #55 il: 05 Ago 2020, 08:57 »
Mio intervento trasmesso su radio quarantena lo scorso giovedì:


L'emblema della carriera calcistica di Giuliano Fiorini lo ritrae piangente in slip sotto la Nord, dopo IL GOAL segnato al LRV, la slaiding doors in positivo per lui e per la Lazio, senza il quale la stessa non avrebbe avuto il palmares che ha avuto.
Gli inizi sono con il Bologna, stagione 74-75, quella successiva alla vittoria della Coppa Italia dei petroniani contro il Palermo e l'esordio fu col botto; un suo cross fu tramutato in rete da Beppe Savoldi nel derby dell'Appennino. Negli allenamenti si divertiva a fare tunnel a Bulgarelli che, dopo un primo momento di scazzo lo volle titolare.
Poi varie tappe (Rimini, Brescia dove aveva accanto gente come Beccalossi e Altobelli) per poi fare ritorno sotto le due torri dove compone il tandem d'attacco con un altro "personaggio" del calcio italiano, Gil De Ponti. Si congedò definitivamente da quella società ormai in disfacimento chiedendo al presidente Fabbretti almeno i soldi per le vacanze; il tutto in modo scherzoso.
La prima e forse unica stagione da bomber fu a Piacenza; (39 presenze e 21 goal); unica perché pur essendo una punta non era un bomber nel vero senso della parola.
Poi Genoa e Sambenedettese; a Genova incontra il Mister gentiluomo Gigi Simoni, colui che poi lo volle alla Lazio, benché all'inizio non fu vero amore visto che il tecnico di Crevalcore gli preferiva Briaschi. Ma Giuliano si faceva amare dai passionali tifosi del Grifo perché in campo dava l'anima, tanto che i genoani lo ricordano per il goal del pari in un derby.
Tappa successiva in prestito la riviera delle palme marchigiana; l'aneddotica dice che il presidente dei rivieraschi lo invitava a bere una coppa di champagne prima dei match e lui lo ricambia contribuendo con i suoi goal alla salvezza dei rossoblù. Ritorno a Genova e la Lazio di cui oltre al goal contro i lanieri si contraddistinse in due occasioni: prima evitando di mettere in mora la società nel 1986 grazie anche a Gigi Simoni che tenne unito un gruppo nonostante lo sbando societario post Chinaglia, nonostante in cassa non ci fosse una lira, poi dopo la retrocessione per le scommesse di vinazzani e dopo che Fascetti, sconfortato per il verdetto disse "chi vuole può anche andarsene" lui per primo si alzò dicendo che non si sarebbe mosso, facendo da traino anche per tutti gli altri compagni di squadra.
Finì la carriera a Venezia, allenato da Ferruccio Mazzola e ancora adesso ricordo lo striscione Eagles' Lazio sez Giuliano Fiorini, a suggellare un legame di sangue tra noi e lui.
Carattere franco al limite del brusco, era un ribelle alle ferree regole calcistiche oltre a essere un accanito fumatore e frequentatore delle trattorie sotto le due Torri(almeno così dicono). Si fidanzò da ragazzino con quella che poi fu sua moglie. Un bohemien di fine anni settanta, amato non solo da noi laziali (spesso la figlia viene all'Olimpico a vedere la Lazio) ma da tutte quelle tifoserie sopra citate, morto troppo giovane a 47 anni per un tumore ai polmoni.

Un bacio al cielo, Giulia'.

Online arturo

*****
14819
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #56 il: 05 Ago 2020, 09:26 »
Bello!
Grazie Bak!
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #57 il: 05 Ago 2020, 23:56 »
Un bacio al cielo, Giulia'.
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #58 il: 05 Ago 2020, 23:58 »
Un bacio al cielo, Giulia'.

Offline Goceano

*****
5379
Re:Giuliano Fiorini
« Risposta #59 il: 06 Ago 2020, 11:36 »
Un altro eroe andato via troppo presto per un maledetto cancro ai polmoni, grazie Giuliano.
 

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