Io, invece, penso che tutto questo, i commenti, le reazioni, stia accadendo proprio perché Sarri è… Sarri. L’addio di Inzaghi, per dire, è avvenuto in tutt’altro contesto “semantico”. Qui non si tratta di schemi tattici, di moduli, di 4-3-3, qui è in gioco ben altro, quello che Sarri ha significato, come ha interpretato la lazialità. È piombato dall’esterno, allenatore di alto lignaggio con un curriculum affermato, eppure ha saputo cogliere la lazialità al di fuori dei luoghi comuni e l’ha elevata oltre il provincialismo e oltre il beceronazismo ultrà. Non lascia vuota solo una panchina, lascia proprio un vuoto simbolico.