Lo vedo in mio figlio e nei suoi amici.
Vent'anni, testa sempre aperta.
Amici qualificati solo dalla parola amico (non amic*) a prescindere dal colore e dal sesso del loro partner.
Porta di casa sempre aperta a qualsiasi persona (e con persona li freghi pure sulla vocale) lui avesse deciso di avere a fianco.
Però vedendo quei fogli ha manifestato, per la prima volta in vita sua intolleranza.
Non verso i gay ma verso la sottocultura delle didascalie, della caccia alla parola alla faccia dei contenuti, dei sensori tarati sulle vocali senza una vera volontà di insegnare qualcosa ma con una malcelata volontà di punire e basta.
L'ignoranza si combatte con la cultura non con l'inquisizione, è la storia che ce lo insegna.
se dobbiamo combattere l'ignoranza con la cultura, proviamo a dire almeno delle cose consapevoli.
l'asterisco, oggi sostituito più volentieri dallo schwa, non c'entra nulla con l'omosessualità ma con la questione femminile che è, purtroppo, ancora una questione.
ed è una questione di cultura. cambiare il linguaggio cambia il pensiero.
in che modo poi sostituire una finale o porsi domande sulla grammatica inclusiva sia "...malcelata volontà di punire e basta" non si capisce sinceramente. se non attraverso un pregiudizio.
l'assunto che fai tra "vent'anni" e "testa aperta" anche, è molto semplicistico. magari tuo figlio è davvero uno molto aperto, inclusivo, ma i pregiudizi sono spesso insiti dall'infanzia in modo inconscio in ciascuno di noi, per quanto aperti possiamo pensare di essere.
a me non sembra sano essere intollerante al fatto che molte, sempre più, persone cerchino di usare un genere neutro/indefinito nella lingua italiana.