Esterno scattista: gara a distanza con Hakimi sul piano della velocità
Speedy Lazzari notte speciale (Corriere dello Sport)
Da bambino era tifoso del Milan la sfida all’Inter l’ha sempre vissuta come un derby personale
di Daniele Rindone
Roma
Velocità massima. Folate di Lazzari a San Siro, se le aspetta Inzaghi, sempre pronto a gridare «Manu, puntalo!» in ogni stadio d’Italia. Simone si riferisce al suo Speedy Gonzales, l’ordine parte ogni volta che avanza. Con la voce straripante invita Manu (Lazzari) a puntare l’esterno dirimpettaio, chiunque sia, per metterlo in difficoltà, per affondare a destra, per fare della fascia una spianata verde e crossare (sperando indovini la mira, a volte non accade). La manovra è rituale, non è diversiva. Lo schema “Lazzari” è tra i più utilizzati da Inzaghi. Sarà lui la risposta ad Hakimi dell’Inter, vivranno una sfida senza limiti di velocità. Ogni volta che si incrociano si attivano i tachimetri. «Io o Hakimi? Siamo veloci entrambi. Ci sono tanti esterni in Italia molto rapidi, dire chi è il più veloce è molto complicato». L’anno scorso Hakimi in Germania ha toccato i 36,20 km/h. Lazzari in carriera è arrivato a 35,44: «Sì, perché avevo il vento contro», ci ha scherzato su l’ex Spal nei mesi scorsi. Di Hakimi aveva parlato prima del match di andata tra Lazio e Inter: «Lui è veramente un grande giocatore».
La storia. Lazzari si ripresenterà a San Siro con un bagaglio d’esperienza maggiore rispetto agli ultimi anni e la stessa grande emozione della prima volta: «L’Inter mi ricorda un momento bellissimo. Era la mia terza partita in Serie A, si giocava alle 12,30, vidi San Siro pieno di tifosi, per qualche secondo restai a bocca aperta. Come davanti ad un’opera d’arte», ha raccontato Lazzari ai tempi della Spal. Era sbarcato a Milano dopo aver scalato ogni campionato partendo dalla serie D. Da ragazzino tifava Milan, la sfida all’Inter l’ha sempre vissuta come un derby: «Sono milanista, da ragazzo impazzivo per le discese di Cafu e i gol di Sheva. Andavo sempre al bar con mio papà a vedere le partite, il curriculum da calciatore lo avrei inviato a Galliani. Questa fede è un motivo in più per battere l’Inter», ha sempre puntualizzato. Lazzari si ispira a Cancelo, il Cancelo dei tempi migliori: «Il mio punto di riferimento è lui, ogni volta che lo vedo giocare mi innamoro». Ha studiato meccanica da ragazzo, non smette di studiare tecnica calcistica. Ha firmato 5 assist quest’anno, sono indimenticabili le discese nel derby. Con la sua velocità, migliorando la fase di finalizzazione, le sue giocate possono diventare decisive: «Sono migliorato tantissimo al cross perché più che tecnicamente ci ho lavorato di testa e ho capito come va colpito il pallone. Prima ero davvero scarso. Ho capito come fare. Credo sia una questione di testa», ha confessato in passato.
I compiti. Lazzari oggi non avrà solo licenza di affondare in avanti, dovrà dare una mano dietro. Sulla sua fascia si troverà di fronte Perisic (pronosticato in campo dall’inizio), non potrà lasciarla scoperta, sarà chiamato a servizi di pattugliamento e protezione. Lazzari, dopo il derby della vita giocato a gennaio, ha strappato i complimenti di Filippo Tortu, velocista, primatista nazionale dei 100 metri piani, il nuovo Mennea. E’ tifoso juventino, chissà se guarderà Inter-Lazio stasera. Sulla pista di San Siro è in programma la sfida degli esterni scattisti.