Il discorso è vecchio.
Fatto al riguardo di tante, troppe, situazioni passate.
Il problema è sempre lo stesso, la Lazio non ha copertura politica e mediatica. E gli arbitri fanno come gli pare, se hanno un dubbio, al 98% fischiano contro la Lazio, tanto non ci sono interpellanze parlamentari, il presidente del Coni non telefona ai vertici AIA minacciando di togliere privilegi.
La Lazio, dal canto suo, anche giustamente dal punto di vista sportivo, vuole parlare attraverso il calcio giocato.
Ma questo non sempre è sufficiente per raggiungere i meritati obiettivi. Lo sappiamo bene. La storia è sempre lì a ricordarcelo. La Lazio è condannata ad essere più forte di tutto e tutti, se vuole ottenere quello che merita e che altri ottengono per le vie più comode grazie a qualche decisione arbitrale favorevole al momento giusto.
Discorso vecchio, che oggi si riaggiorna e si conferma. Con il Milan, nonostante l'arbitraggio alla Lazio è bastato giocare meglio dell'avversario, con il Napoli no e neppure ieri sera con l'Inter, dove da un certo punto in poi, non gli è stato più permesso di esprimere il suo gioco, nonostante ciò, la Lazio ci ha sempre provato, fedele a se stessa.
La Lazio non ha mai jolly da giocarsi quando servirebbe. Nessuno gli regala mai nulla, semmai tolgono alla Lazio, prendono, rubano, approfittano.
La rincorsa al secondo posto viaggia su equilibri labili, basta poco per spostare 40 milioni di euro. Gli arbitri possono risultare decisivi e su quale sia la loro tendenza, basta vedere come Mazzoleni dopo 40 secondi lascia il Milan in 10 per tutta la partita a Napoli. Basta vedere come Tagliavento riesce a tenere in partita la juventus di trigoria a Milano contro il Milan, prima non espellendo Astori per aver interrotto una chiara azione da rete di Destro e poi concedendo un rigore inesistente su iturbe. Massa l'abbiamo ammirato all'Olimpico poche ore fa.
In tutto questo assistiamo anche alla chiara dimostrazione dell'arroganza del potere, da parte di quelli che se lo possono permettere: da bertolacci che da peggiore in campo per il Genoa, viene acclamato dai suoi reali tifosi di riferimento e complimentato da tutti quelli che dovevano essere degli avversari. Fino a quanto accaduto a Parma, dove i napoletani pretendevano dal Parma la vittoria e in questa vicenda si profilerebbe l'illecito sportivo, dei tesserati che chiedono in campo ad altri tesserati di farli vincere. Ma siamo in Italia dove i mensurati e i foschini continuano la loro guerra contro la Lazio, attraverso le accuse a Mauri. Tutto il resto non lo vedono e non gli interessa, il loro obiettivo è danneggiare il più possibile la Lazio, soprattutto nell'immagine.
La Lazio non si difende (o, evidentemente, lo fa in maniera non proficua) e anzi passa addirittura per una società "protetta" perchè il suo presidente Lotito è ai vertici di Lega e Federazione. Ma sappiamo tutti che la posizione egemone di Lotito è sua personale e non viene usata certo per l'interesse della Lazio.
Dimostrazione pratica, qualche mese fa, con la polemica sui tagli finanziari agli arbitri e immediata la rappresaglia in campo contro la Lazio, che probabilmente ha avuto la sua sublimazione ieri con Massa.
La Lazio deve imparare a difendersi, lo devono fare tutte le sue componenti, deve saperlo fare la società, se vuole difendere il suo patrimonio e il lavoro fatto in questa stagione. Nessun lamento, ma forte presa di posizione, chiara ed inequivocabile, con accuse precise e pretesa di equità. Consapevoli che comunque potrebbe essere insufficiente, ma almeno vale la pena provarci.