Non so proprio dove metterlo... mi sembra inappropriato anche questo topic, che di sicuro Stefano Cucchi avrebbe tanto voluto non diventarlo, famoso.
Ma è un pel pezzo, merita di essere letto e io non so dove altro piazzarlo. Da Zona Lazio.
http://www.[...].it/2018/09/19/ilaria-cucchi-e-una-lotta-damore-stefano-e-morto-solo-e-da-ultimo-la-sua-storia-va-raccontata-era-un-laziale-di-nonno-in-nipote/
Ilaria Cucchi e una lotta d’amore: “Stefano è morto solo e da ultimo, la sua storia va raccontata. Era un Laziale di nonno in nipote “Stefano Cucchi era “un Laziale vero”. È morto il 22 ottobre 2009, quando aveva solo 31 anni. La giustizia, però, deve ancora decidere come è morto Stefano. Di questa travagliata vicenda parla Sulla mia pelle, il film diretto da Alessio Cremonini e magistralmente interpretato da Alessandro Borghi. Una storia che tutti più o meno conoscono e che ha toccato, impressionato, emozionato, scosso, fatto arrabbiare l’opinione pubblica. Una storia con tante ombre, controversa, che sembrava aver avuto un finale che, però, non è ancora finito. Per questo l’intervista a Ilaria Cucchi, che da 10 anni porta avanti una lotta d’amore, una lotta che non conosce tregua e che merita ogni attenzione.
Ciao Ilaria, lo scorso 12 settembre è uscito in alcune sale cinematografiche e su Netflix il film Sulla mia pelle: “È un film emozionante. Il riscontro che sta avendo, le associazioni spontanee di persone che si organizzano per vederlo si contrappone alla solitudine in cui è morto mio fratello. Perché Stefano è morto da solo, in silenzio. Stefano è morto da ultimo”
Come nasce questo film? “Nasce da un’idea di Cremonini. Io e la mia famiglia non abbiamo avuto un ruolo nell’organizzazione del film. Alessio Cremonini ci ha cercato solo per sapere di Stefano, per conoscerlo attraverso le nostre parole e quindi poterlo raccontare. La trama si basa esattamente sugli atti, quindi è un film vero che non ha voluto santificare minimamente mio fratello. Anzi, ad essere sincera, a volte è stato anche un po’ esagerato nei confronti di Stefano. Ma posso dire che il film riporta la storia di Stefano”.
La storia di Stefano è finita in tribunale dopo la morte. Possiamo dire che non ha avuto proprio un iter scontato. “Loro (le forze dell’ordine) probabilmente non avevano messo in conto che io e la mia famiglia avremmo fatto una battaglia per la verità. C’è stato un primo processo “sbagliato”, durato 6 anni e che ha avuto il numero più alto di udienze. Un processo finito in un modo per noi non giusto e così non abbiamo voluto arrenderci. Abbiamo avuto man forte anche dall’allora presidente Grasso, il quale disse espressamente: “chi sa, parli!” Iniziarono, così, a venire fuori le prime testimonianze delle forze dell’ordine. In particolare quella di Riccardo Casamassima e Maria Rosati. Loro raccontarono quello che avevano visto la sera dell’arresto di Stefano, ma in seguito a queste loro testimonianze hanno subito vessazioni di tutti i tipi. E questa è una cosa molto grave perché scoraggia tutte le altre persone che sono a conoscenza dei fatti o che hanno visto a parlare”.
A novembre dello scorso anno parte il processo Cucchi Bis “Il questore di Roma si è mostrato disponibile a riaprire le indagini. E da queste sono emerse delle intercettazioni in cui, alcuni carabinieri, parlano di come si erano divertiti a pestare mio fratello. Addirittura emergono telefonate in cui, le parti coinvolte, si accordano circa la versione da fornire al PM. Anche se le indagini sono ancora in corso, posso dire che da questo secondo processo stanno emergendo delle verità inaccettabili. Come inaccettabile è stata la fatica di cui ci siamo dovuti sobbarcare durante il primo processo e che ci saremmo potuti risparmiare”.
La vicenda di tuo fratello e la vostra battaglia hanno dato adito a una serie di polemiche che alludono ad una strumentalizzazione della storia da parte vostra e tua in particolare. “Non voglio spenderci più neanche una parola per rispondere a queste persone che, sostenendo cose del genere, si dimostrano davvero piccole. Anzi, sai cosa ti dico? La storia di Stefano la uso e la userò perché ha un’utilità sociale, pubblica. Ma capisco che tutto questo possa cozzare con quella visione che bada solo proprio orticello”.
Stefano era Laziale. Nel film si vede bene la sciarpa della Lazio appesa nella parete della sua camera. Parlami della sua fede. “In realtà Stefano nasce romanista, siamo una famiglia di romanisti. Ad un certo punto venne a vivere con noi nostro nonno Arduino, che era Laziale. Con Stefano avevano un rapporto speciale del quale ero anche gelosa. Spesso discutevano e si stuzzicavano parlando di Lazio e di Roma. Ma il loro era un rapporto davvero esclusivo, al punto che quando nonno è morto, Stefano ha immediatamente messo al collo la sciarpa della Lazio. Era un Laziale vero, andava sempre allo stadio. Fino a poco prima di morire, abbiamo discusso perché Stefano voleva che i miei figli tifassero Lazio. E devo dire che alla fine l’ha spuntata: Valerio e Giulia sono Laziali. E io sono in minoranza”.
Sì è conclusa con un sorriso la chiacchierata con Ilaria Cucchi. E piace pensare che al derby, Giulia e Valerio indosseranno la sciarpa di zio Stefano e possano gridare, tutti insieme, Forza Lazio!
C.D.