Nella fretta avevamo saltato questo:
La Lazio vola al secondo posto. Roma, solo un pari a Torino: 1-1
di Piero Mei (Il Messaggero)
“Il sorpasso”, il film, ha più di 50 anni, ma se ne parla ancora; il sorpasso sportivo è neonato e vagisce appena, ma molto se ne parlerà. Nei bar e negli uffici, nelle scuole e nei mercati e ovunque si troveranno almeno un laziale e un romanista. Se ne twitterà, facebookerà, instagrammerà, whatsupperà seguendo l’ultima moda della conversazione virtuale. Brevemente e a consolazione del popolo giallorosso si ricorderà che il titolo di quel film doveva essere, pare, “Il giretto”, che ha un suono meno definitivo del sorpasso e che ripropone l’idea di un derby infinito, il derby più lungo del mondo, che continuerà non i classici due tempi d’una partita,ma le otto volte che Lazio e Roma, in ordine alfabetico e di classifica, scenderanno in campo e una, la penultima, sarà quella che le vedrà addirittura di fronte, che potrebbe essere il giudizio di Dio del Medioevo, ma anche no, perché quel giorno, chissà come e a favore di chi, potrebbe essere tutto già deciso, anche le casse che saranno arricchite dalla diretta qualificazione in Champions League. L’importante, per tutti, dal Nord al Sud delle curve e dei salotti davanti o dentro radio e tv, sarà viverlo con la leggerezza che merita.
Sembrava una “mission impossible” per la Lazio, ma così non è stato. Perché proprio quando la Lazio s’è messa a trovare anche i risultati oltre che il gioco (che, onore all’allenatore Stefano Pioli) ha sempre avuto, la Roma, chissà perché, chissà cosa è successo e se mai lo sapremo in questo Paese d’ogni mistero, ha tirato il freno e non l’ha tolto più.
La Lazio veniva avanti imperiosa e prepotente, rosicchiando un paio di punti per volta, perché la Roma non sapeva più vincere e il suo attacco, specialmente (ma qual è, poi?: s’è fatta un po’ di confusione nei ruoli e nei modi d’attaccare), non riusciva a segnare. Il mercato di riparazione non ha riparato un bel niente, ma forse ha ulteriormente rotto quel che si reggeva con lo sputo; e gli infortuni si sono susseguiti a raffica. La Lazio avanzava correndo, la Roma inciampava qua e là; il sorpasso era nell’aria da svariati turni di campionato ed era stato rinviato solo in virtù d’un arrocco giallorosso e di un paio di striminzite vittorie da real politik. Ma ieri, mentre la Lazio tracimava all’Olimpico romano, la Roma restava, dal punto di vista del risultato, appesa a un gol su rigore che veniva presto pareggiato, all’Olimpico torinese, dal Toro. Il “golletto” non è bastato più.
Ed ecco questa Lazio senza pensieri portarsi avanti alla Roma dal pensiero cupo: il pensiero che tutti cercano di scacciare in casa giallorossa, perché quello che doveva essere l’anno boom sta facendo splash. Ora tutti a studiare il calendario: quando può esserci, se mai ci sarà, il controsorpasso? Attenzione a far di conto: poi capita che la Juve perda con il Parma.