Molti mi chiedono, sui social, o mi fermano, per le strade.
Vogliono sapere.
Conoscere.
I motivi, i percorsi, gli obiettivi.
Dunque, occorre precisare.
Non abbiamo nulla in comune con i padri del positivismo, non vogliamo riorganizzare, riordinare, la realtà.
Non cerchiamo adattamenti, non definiamo cornici né metodi.
Amiamo le discontinuità, le studiamo, anche le creiamo artatamente e sappiamo poi come collegarle, tutte, tra loro.
Collegare il Tutto.
Questo il punto.
Non siamo positivi perché ancorati al reale, allo sperimentale.
Non siamo contro l'astratto.
Ma siamo positivi perché fecondi.
Siamo positivi perché scansiamo l'inutile, il dannoso, l'obsoleto.
E non siamo nemmeno visionari.
Non è l'art brut né la "visionaria" contemporanea.
Nemmeno siamo Blake, o Verne.
Noi trascendiamo il mondo fisico utilizzando la stessa fisica.
Noi godiamo di una visione più ampia della consapevolezza proprio perché andiamo oltre la comune consapevolezza.
Noi non siamo uomini e donne di lettere.
Noi siamo la nuova letteratura.
Questo dovevo, con questo ho assolto.
#forzaforzaforza
Che la Lazio sia sempre con noi.