al di là dei daspo che possono arrivare a qualche giorno di distanza (quindi non sappiamo ancora se effettivamente non è stato fatto nulla oppure grazie alle telecamere è stato possibile determinare qualche identificazione), c'è da dire che questi provvedimenti non hanno fermato minimamente il fenomeno. Lazio Napoli 0-2 e i cori a Koulibaly fruttarono dieci provvedimenti a carico di altrettanti tifosi laziali, ma non mi sembra che tutto questo abbia ottenuto l'effetto deterrenza sperato.
inoltre lo sappiamo tutti che allo stadio, e specie nei settori in cui c'è il tifo più acceso, il posto non lo rispetta nessuno. giusto o sbagliato che sia, è così, quindi risulta parecchio difficile riuscire a individuare con chiarezza chi fa cosa avendo come punto di riferimento il seggiolino occupato.
questo però non emenda la Lazio dall'immaginare di fare molto altro allo scopo di tutelarsi, non solo i comunicati di diaconale e i ricorsi di gentile.
la uefa sta solo aspettando di colpirne uno per educarne cento e in questo momento la Lazio si sta ponendo nel mucchio dei papabili con la classica posa e atteggiamento di quello a cui dici: "aoh, quando vola il primo schiaffo c'è sempre la faccia tua a prenderselo".
come già detto la Lazio a forza di comunicati non ha cambiato i regolamenti, non ha evitato le squalifiche, non si è messa al riparo dai rischi concreti di uscire dall'europa.
l'unica altra cosa che fa è sperare che siano altri (in questo caso gli ultras) a evitare che tutto questo accada.
ma lo sappiamo benissimo come funziona: il brodo socio culturale in cui l'ululato ha attecchito è noto, c'è questa zona grigia da cui nessuno vuole uscire né tantomeno mettere in discussione. si ricorre a sillogismi infantili, motivazioni goliardiche oppure addirittura funzionali al risultato favorevole della Lazio (o faccio peddeconcentra' l'avversario).
o ad ancora più patetici tentativi di ridimensionamento basati sulle solite eccezioni doppiopesiste. non che tutto questo non sia vero, intendiamoci. lo sappiamo benissimo che a nessuno frega nulla di quanto accade negli stadi italiani, o meglio in alcuni. l'eclatanza degli avvenimenti è funzionale unicamente alle solite pratiche di lavaggio pubblico delle coscienze di politici e amministratori. tutto questo si perpetra in un ciclo continuo che si autoalimenta e che non trova mai la soluzione.
ma tutto questo riguarda un territorio che è al di là di questa zona grigia: e paradossalmente è un qualcosa che la difende invece che metterla in discussione e gettarci luce.
l'ululato in questa zona grigia è al riparo perfetto: è indiscutibilmente razzista, ma è sempre possibile spiegarlo con altro, così come è sempre possibile ridimensionarlo a colpi di benaltrismo o utilizzarlo, quando ottiene una condanna personale nei confronti dell'autore, come ennesimo atto d'accusa nei confronti della repressione.
anche la curva, che da due giorni non fa altro (giustamente), che avvisare e mettere in guardia tutti dal ripetere questi atteggiamenti, non fa la cosa che dovrebbe invece fare, ossia togliere da sotto questa zona grigia l'impianto ideologico che la sostiene, un impianto ideologico non solo repellente e schifoso, ma anche del tutto anacronistico e antiscientifico, perché basato su una visione medievale della società, che prevedeva diritti e doveri sulla base del censo, della razza, dell'estrazione sociale, tutta roba spazzata via con ignominia dalla storia e dal progresso scientifico e filosofico.
cristo, anche se sei un fascista convinto, come cazzo fai a rimanere ancorato a una vetusta e ridicola weltanschauung di cento e passa anni fa? eppure è così, i fasci da noi sono questo, inutile tentare di capire, bisogna prendere atto. so' rimasti a giocare ai giovani balilla con la pelle bianca che amano e difendono la nazione ma sulla base dello stesso terreno ideologico che sostiene la zona grigia, quando stanno allo stadio odiano mortalmente quasi tutti i popoli e le persone che la abitano.
per questo sono un fenomeno trascurabile in Italia, e se è vero che da una parte il problema lo abbiamo allo stadio, dall'altra non lo avremo (ancora per molto) nelle nostre strade e nei luoghi dove si esercita la democrazia e la rappresentanza. la curva, anch'essa imprigionata in queste logiche per un discorso di identificazione di cui non può fare a meno, semplicemente non può fare nulla rispetto alla zona grigia.
ma questo è un altro discorso.
quello da fare è sulla Lazio: perché la Lazio invece dovrebbe essere fuori da questi discorsi.
e allora la Lazio, l'unica che corre il rischio reale, in tutta questa vicenda, perché mai dovrebbe affidarsi a strumenti che non hanno cambiato nulla e non hanno mai portato un solo beneficio, oppure a gente terza, come gli ultras, che però non faranno mai nulla per estirpare davvero la problematica (vedi sopra), e per il resto fare pippa e sperare nell'intervento dall'alto della tanto cara a lotito madonna di lourdes?
la domanda è semplicemente questa.
che altro sta facendo o ha intenzione di fare la Lazio, oltre rispondere alla contraerea con le miccette o sperare in un miracolo altrui. perché la risposta non può essere: niente, non c'è altro da fare. non esiste proprio. è una questione di vita o di morte, e so che nessuno di noi si farebbe impallinare senza tentare il tutto per tutto. non si capisce invece perché la Lazio sì. e perché ci siano Laziali che approvino questa indolenza, attesa dell'inevitabile e immobilismo: "prendete bene la mira, mi raccomando..." ecco cosa comunica oggi la Lazio alla uefa, alla società civile, e soprattutto ai suoi tifosi.