Caso ha voluto che l’altro giorno mi trovassi in una piscina di Trastevere a vedere le mie figlie piccole che imparavano a sguazzare in acqua.
Caso ha voluto che, mentre salutavo un po’ ridicolmente l’una e l’altra, mi girassi a destra e mi accorgessi di avere a un metro di distanza un signore anziano molto gentile e molto distinto che, anche lui molto felice, osservava il nipotino che nuotava.
Non mi è servita più di una frazione di secondo per riconoscere in quel signore una leggenda.
Uno che, negli ultimi minuti di una partita di un mondiale, fece una parata sulla linea che eliminò quella che, allora, era considerata la squadra più forte del mondo.
Uno che, qualche anno dopo, ha anche allenato la Nazionale; un monumento del nostro sport che, non solo, ha allenato la Lazio ma ne è anche stato presidente.
Io, che sono per natura restio ad avvicinarmi a personaggi famosi o “vip”, ho avuto un tuffo al cuore e, quando ho visto che il personaggio in questione rispondeva con simpatia e gentilezza ai saluti e alle domande di bambini e adulti, non ho avuto remore a salutarlo dicendogli che avevo tifato per lui come portiere dell’Italia e come allenatore/presidente della Lazio.
Lui, gentile e sorridente (molto più di quanto appaia in tv), mi ha ringraziato stringendomi la mano.
Questo aneddoto solo perché volevo farvi partecipi dell’emozione che mi ha provocato incontrare una leggenda vivente del nostro sport che ha vestito gloriosamente i nostri colori.
Ciao Dino