Ma cedere Milinkovic (a mercato chiuso o quasi) non ha proprio senso con la politica trasferimenti attuale.
Perchè hai pescato un diamante che tanto hai pochissime possibilità di rimpiazzare senza perderci tecnicamente, complessivamente.
Ed economicamente non ne abbiamo bisogno, nel senso che siamo finanziariamente sanissimi, non stiamo con le pezze come bilan e corropoli.
Per noi, 80, 100 o 200 hanno praticamente lo stesso valore, ossia quello dato dalla capacità e dall'intenzione di reinvestirli, peraltro l'inflazione a noi ci ucciderebbe, basti vedere cos'è successo a club MOLTO più ricchi di noi dopo che avevano venduto benissimo.
Se la Lazio cambiasse politica e decidesse di reinvestire con forza e convinzione, fregandosene magari di "cedere prima", di "uno entra uno esce" avrebbe un senso nell'ottica di rafforzare la squadra, cosa che comunque rimane fattibile anche senza cedere Milinkovic visto la frequenza e la consistenza degli utili delle ultime stagioni.
Ma se vendi Milinkovic e rimani comunque con una difesa da bassa serie A e una fascia destra da media serie B la squadra non la rinforzi , al massimo ci vai pari se hai la super mega iper fortuna e coincidenza di beccare un giocatore che lo rimpiazzi a livello di rendimento (sul solco Leiva al posto di Biglia per intenderci).
In quest'ottica ci ha fatto molto più male vendere Keita a "20" che perdere De Vrji a zero.
Per finire, a mio avviso l'errore che si fa è di considerare collegati il piano sportivo e quello economico.
NON lo sono affatto, non per noi, perlomeno.
Solo per qualche (neanche tutti, peraltro) i super top club.
Noi saremmo economicamente sanissimi pure arrivando 10mi per 5 anni di fila.
Bravo, questo è il punto:
oggi si parla di calcio giudicando anche l'economicità gestionale di una società, mentre prima quello che contava era la potenzialità sul campo, la previsione e l'attualità, e su questo criterio che si giudicava bene questo o quel movimento di mercato.
Sono le storture della propaganda da calcio parlato che ci hanno rin[...]to negli ultimi 15-20, che hanno finito per rovinare questa bellissima passione.
La Champions League, ed i ricavi che si porta dietro, per non parlare dei diritti televisivi, stanno uccidendo la passione, i presidenti non si preoccupano più di alimentare le speranze o le illusioni di vittorie, prima ogni squadra comprava i o il campione, perchè se è vero che vinceva quasi sempre una delle 3 strisciate, ogni presidente doveva alimentare i sogni della propria tifoseria, pure l'Avellino ed il Cagliari compravano gli Uribe ed i Barbadillo (all'epoca due assi peruviani), mentre oggi, con i ricavi da diritti tv, per le medio piccole, e con i ricavi della Champions, per le grandi, non c'è più, Juve e forse Milan ed Inter a parte, la necessità di puntare alla vittoria, basta vedere il modello gestionale di De Laurentiis.
Pensate avrebbero vinto Dino Viola, Ferlaino, o Mantovani, se dopo un paio di anni avessero venduto i vari Conti, Pruzzo, Falcao, Bagni, Maradona, Mancini, Vialli...ecc. ecc..... ?