L’ALTRO giorno ho rivisto un mio vecchio compagno di liceo, Angelo. Come due rimbambiti nostalgici siamo andati in macchina davanti al nostro liceo a Talenti, dove abbiamo condiviso anni ruggenti e compiti in classe. Poi abbiamo fatto un giretto intorno. Oltre il liceo, venticinque anni fa c’era il nulla lì intorno. Se facevi cento metri le case si diradavano. Oggi invece proseguono per chilometri, fino al Raccordo dove campeggia un trionfo di centri commerciali. Insomma Roma si espande velocemente. Angelo ha fatto una riflessione divertente in quest’epoca di sciocche affermazioni secessioniste. Se Roma continua ad espandersi a ‘sto ritmo, tra 20 anni ha inglobato Viterbo, tra 50 Orte, tra 200 Firenze e tra mezzo millennio pure Milano.
Insomma, con la stessa dinamica con la quale il Mediterraneo erode i nostri litorali, Roma si espande come una supernova e, a poco a poco, ingloberà tutto. È destino: l’Italia diventerà una supercittà tutta unita, con popolazione multietnica. La più importante conseguenza sarà che Roma-Inter diventerà un derby (la Lazio sarà già estinta per quella legge biologica che si chiama selezione naturale in cui solo i migliori sopravvivono nel lungo periodo). La seconda conseguenza è che tutte le ambizioni padane di divisione nord-sud, cadranno nel vuoto per la gioia postuma di Garibaldi e Mazzini che si erano fatti un mazzo tanto e sarebbe davvero un peccato vanificare tutto il loro ardore.
In questa maximetropoli italiana si mangeranno orecchiette al pesto, trofie all’amatriciana, spaghetti alle cime di rapa, tortellini alla carbonara e pizzoccheri ai frutti di mare. Insomma un gran mischione a cui però ci abitueremo prestissimo, ne sono sicuro. Ci si abitua a tutto
brizzi fausto