libri

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Re:libri
« Risposta #860 il: 26 Set 2013, 09:36 »
Scusate, non l'ho ancora finito ma mi sbilancio. Regalatevi questo gioiellino!

Ora sto invece leggendo questo:



La riedizione di un libro uscito da noi nel '77 e poi scomparso. Un romanzo comico ambientato ai tempi della guerra fredda davvero gustoso.

Non mi capitava da tanto tempo di ridere da solo come un cretino leggendo un libro. Stanotte non riuscivo a staccarmene e a letto ho fatto i numeri a colori per strozzarmi le risate in gola e non svegliare la mia signora. È incredibile che nessuno abbia mai approfittato di questa sceneggiatura già scritta per realizzare un film comico strepitoso.
Qualche decina di pagine per apparecchiare una situazione surreale in una minuscola isoletta a sud dell'Inghilterra e si parte con una serie infinita di gag tra due scombinati avamposti di marine americani e marinai/pescatori russi.
Come tipo di comicità provate a immaginare Douglas Adams che scrive degli episodi di M.A.S.H. ambientati in uno scenario da guerra fredda...

porgascogne

porgascogne

Re:libri
« Risposta #861 il: 26 Set 2013, 09:42 »
fico, allora => lo compro
 :p

su DFW io ho una mia idea, che evito di dire, perché sennò mi sbranate

Offline vaz

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Re:libri
« Risposta #862 il: 26 Set 2013, 10:13 »
eddai diccela

porgascogne

porgascogne

Re:libri
« Risposta #863 il: 26 Set 2013, 10:22 »
no, meglio di no
ma non riguarda lui, la sua vita, la sua sfortunata ma voluta fine, la sua cifra di scrittore

riguarda noi lettori, la ns ricerca del contorto, il ns gusto per ciò che capiamo poco o che ci spiazza
il che è, a suo modo, una connotazione di un target da raggiungere
Re:libri
« Risposta #864 il: 26 Set 2013, 10:23 »
no, meglio di no
ma non riguarda lui, la sua vita, la sua sfortunata ma voluta fine, la sua cifra di scrittore

riguarda noi lettori, la ns ricerca del contorto, il ns gusto per ciò che capiamo poco o che ci spiazza
il che è, a suo modo, una connotazione di un target da raggiungere

Argomenta, Porga, so' curioso.

Offline arkham

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13461
Re:libri
« Risposta #865 il: 26 Set 2013, 10:24 »
Francesco Formaggi, il casale, Neri Pozza. Per me il miglior titolo di narrativa italiana uscito quest'anno.
E poi Trilobiti di BREECE D'J PANCAKE, l'editore non me lo ricordo.

Offline vaz

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Re:libri
« Risposta #866 il: 26 Set 2013, 10:37 »
ah trilobiti (cuoricino)

porgascogne

porgascogne

Re:libri
« Risposta #867 il: 26 Set 2013, 11:51 »
Francesco Formaggi, il casale, Neri Pozza. Per me il miglior titolo di narrativa italiana uscito quest'anno.
E poi Trilobiti di BREECE D'J PANCAKE, l'editore non me lo ricordo.

lessi (arf arf arf) trilobiti una cosa tipo 7 o 8 anni fa
in seguito proprio ad una segnalazione di un netter
dimme te...

Argomenta, Porga, so' curioso.

mah, io forse so' prevenuto e altrettanto forse sono un lettore pigro
però, dopo aver letto con gran giubilo "una cosa..." ed aver finito con somma difficoltà "la scopa del sistema" (ma capitemi, mi stavo separando: lo leggevo a lume di candela o in autobus strapieno, stante la nuova condizione di nuovo-povero-post-avvocati...del libro ricordo bene quella che diventerà la frase mantra di tarallo "molte ragazze belle hanno dei piedi davvero brutti"), ho tentato di leggere "IJ" fermandomi alle prime 40 pagine

non capendo nulla eh, cioè no non capendo cose c'era scritto ma dove volesse andare a parare
e, soprattutto, a che fine

così, quando ho iniziato a leggere lodi sperticate (ovviamente, postume: prima della morte, almeno in italia, DFW non se lo cacava nessuno) da parte di persone che magari ti dicevano "mah, dostojevskij...che noia", oppure "si perec è bravo, ma il libro è troppo contorto", o anche "beh, bulgakov è troppo onirico", quando poi i tre temi (prolissità, contorsione dialettica e oniricità, ovviamente IMHO) sono tre cifre stilistiche di DFW, beh, allora ho iniziato a capire che certi lettori amano leggere perché si deve, soprattutto dopo una morte tragica

e che, però, molti autori scrivono proprio così, perché la ricerca della difficoltà nella lettura è, in molti casi, un target da raggiungere, nè più nè meno come una vacua inutile leggerezza da libri da parrucchiera (tipo moccia) che raggiungono a loro volta un altro target

secondo me

Offline blow

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Re:libri
« Risposta #868 il: 26 Set 2013, 12:07 »
lessi (arf arf arf) trilobiti una cosa tipo 7 o 8 anni fa
in seguito proprio ad una segnalazione di un netter
dimme te...
io l'ho comprato dopo la segnalazione di Silverado, poi ho continuato a sponsorizzarlo in sua assenza, libro di una crudezza disarmante, un pugno nello stomaco.

Offline vaz

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Re:libri
« Risposta #869 il: 26 Set 2013, 14:23 »
così, quando ho iniziato a leggere lodi sperticate (ovviamente, postume: prima della morte, almeno in italia, DFW non se lo cacava nessuno) da parte di persone che magari ti dicevano "mah, dostojevskij...che noia", oppure "si perec è bravo, ma il libro è troppo contorto", o anche "beh, bulgakov è troppo onirico", quando poi i tre temi (prolissità, contorsione dialettica e oniricità, ovviamente IMHO) sono tre cifre stilistiche di DFW, beh, allora ho iniziato a capire che certi lettori amano leggere perché si deve, soprattutto dopo una morte tragica

e che, però, molti autori scrivono proprio così, perché la ricerca della difficoltà nella lettura è, in molti casi, un target da raggiungere, nè più nè meno come una vacua inutile leggerezza da libri da parrucchiera (tipo moccia) che raggiungono a loro volta un altro target

secondo me

non hai torto, a me La scopa del sistema è piaciuto tanto, mi ha folgorato per stile di scrittura e, non scherzo, proprio perchè ci ho trovato dentro il buon Fedor, che personalmente adoro alla follia.

Offline TheVoice

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6457
Re:libri
« Risposta #870 il: 26 Set 2013, 17:44 »

mah, io forse so' prevenuto e altrettanto forse sono un lettore pigro
però, dopo aver letto con gran giubilo "una cosa..." ed aver finito con somma difficoltà "la scopa del sistema" (ma capitemi, mi stavo separando: lo leggevo a lume di candela o in autobus strapieno, stante la nuova condizione di nuovo-povero-post-avvocati...del libro ricordo bene quella che diventerà la frase mantra di tarallo "molte ragazze belle hanno dei piedi davvero brutti"), ho tentato di leggere "IJ" fermandomi alle prime 40 pagine

non capendo nulla eh, cioè no non capendo cose c'era scritto ma dove volesse andare a parare
e, soprattutto, a che fine

così, quando ho iniziato a leggere lodi sperticate (ovviamente, postume: prima della morte, almeno in italia, DFW non se lo cacava nessuno) da parte di persone che magari ti dicevano "mah, dostojevskij...che noia", oppure "si perec è bravo, ma il libro è troppo contorto", o anche "beh, bulgakov è troppo onirico", quando poi i tre temi (prolissità, contorsione dialettica e oniricità, ovviamente IMHO) sono tre cifre stilistiche di DFW, beh, allora ho iniziato a capire che certi lettori amano leggere perché si deve, soprattutto dopo una morte tragica

e che, però, molti autori scrivono proprio così, perché la ricerca della difficoltà nella lettura è, in molti casi, un target da raggiungere, nè più nè meno come una vacua inutile leggerezza da libri da parrucchiera (tipo moccia) che raggiungono a loro volta un altro target

secondo me

Io credo che tu in buona misura abbia ragione ma confondi due piani ontologici che viaggiano in parallelo e che non necessariamente si sovrappongono sempre.

Io sono un lettore di cose "contorte": mi piace, non ci posso fare niente.
Sarà colpa dei Salesiani, dei miei studi classici, della stessa mia vita che tanto lineare non è. Non saprei dire, veramente.

Non che non ami letture più leggere ma traggo maggior piacere da Musil o Dostoevsky o Joyce.
Non so se adoro di più il senso di soddisfazione di esserne venuto a capo oppure il vuoto che provo alla fine (perchè la lettura ha lasciato un segno e mi serve tempo per metabolizzare o perché mi piace credere che la lettura lo abbia lasciato quel segno, chissà..)

Fatto sta che rimango sempre piacevolmente sorpreso quando un libro molto lineare mi lascia le stesse sensazioni (soddisfazione e "vuoto post-lettura").
Ad esempio Cesare Pavese mi fa quest'effetto, anomalo per quanto mi riguarda (almeno quanto lo è Pavese nella letteratura del novecento).

A parte le "anomale eccezioni", io sono dunque un target ed ammetto di esserlo, senza problemi.

Altro è invece "il leggere perché si deve, soprattutto dopo una morte tragica".
Si hanno a disposizione pochi libri l'anno. O si ha il culo di imbattersi in un testo nel momento giusto (e il culo si aiutava fino a poco tempo fa solo andando in libreria, anzi nelle librerie "giuste") oppure si rischia (anzi, è probabile) di "bucare" qualche autore.
E quindi - duole dirlo ma è così - siccome la letteratura fa più spesso notizia in coincidenza della morte dell'autore, scoperta l'ignoranza si corre ai ripari, maledicendosi e maledicendo il tempo tiranno.

Poi però, una volta letto l'autore e colmata quindi la lacuna (che per molti spesso è vissuta come un insopportabile macigno), non è che ti debba piacere per forza.
Forse l'essersi tolto "il peso dell'ignoranza" motiva e rende comprensibili - ma non giustificabili - alcuni giudizi troppo affrettati e tranchant.

Offline cosmo

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Re:libri
« Risposta #871 il: 26 Set 2013, 19:39 »
Non sono un critico letterario e di Palahniuk ho letto solo Fight Club (lacuna che mi riprometto di colmare prima o poi...) per poter esprimere un giudizio articolato.

Direi che il punto di riferimento per entrambi, non solo stilistico, è Don DeLillo.

Ma - ed il mio giudizio è sicuramente influenzato per l'ammirazione che provo - il livello di introspezione psicologica e di critica sociale che Wallace propone è di altro livello, così come alcune sue singolarità stilistiche (le note, ad esempio, spesso la parte più interessante...) e di struttura del testo.

Comunque, se stai leggendo Il re Pallido, la nota introduttiva del curatore (l'unica cosa che ho letto al momento) spiega molto bene il suo modo di lavorare e di scrivere...

P.S. Ho letto Wallace prima del suicidio. Più dei "5-6 anni fa" quindi di cui parlavo nel precedente post...
Mado' come passa il tempo... :)

Non vedo affinità stilistiche fra Palanhiuk e DFW, lo stile del primo è più immediato e rozzo. Lo considero una specie di netturbino delle perversioni umane ma come tipo di scrittura - se proprio vogliamo trovare una somiglianza - direi che DFW ha più punti di contatto con Pynchon, altrettanto labirintico e per certi versi irritante (Vyneland l'ho lasciato dopo 50 pagine). Dato che lo abbiamo introdotto, di Palanhiuk, di cui ho letto molto ma non apprezzato tutto, consiglierei "Invisible Monsters".
Sono d'accordo con The Voice quando dice che la morte di un autore te lo rimette automaticamente in agenda e fa passare i suoi libri dallo scaffale (o dalla libreria) al comodino proprio perché ti senti che devi colmare una lacuna.
Don De Lillo: ho adorato Underground e Rumore Bianco soprattutto per la scrittura evoluta e fluida; ma se leggete i suoi primi lavori tipo Great Jones Street e Americana sembra che li abbia scritti un altro: sono ruvidi e per certi versi approssimativi.
Se poi riuscite a leggere "I nomi" senza tirarlo contro un muro, complimenti :-)

ps. Non avevo mai letto l'onirico Bulgakov (cit.) d Il maestro e Margherita. Ci ho messo 83 giorni per finirlo. E non che non mi sia piaciuto ma a volte certi libri arrivano nel momento sbagliato. toglierlo dal comodino è stata una liberazione come quando finivi un esame e mannavi affanc.ulo libri e fotocopie.
Ecco, Bulgakov. Sarà stato il traduttore eccezionale, ma certe descrizioni così vivide le ho lette raramente.
Re:libri
« Risposta #872 il: 27 Set 2013, 09:32 »
Oltre a "Invisible monsters", già citato da Cosmo, di Palahniuk vanno letti "Survivor" e "Soffocare".
Il resto è più o meno ripetitivo.

(Anche se darei il mio braccio sinistro per saper scrivere come lui)

Offline arkham

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13461
Re:libri
« Risposta #873 il: 27 Set 2013, 10:08 »


ps. Non avevo mai letto l'onirico Bulgakov (cit.) d Il maestro e Margherita. Ci ho messo 83 giorni per finirlo. E non che non mi sia piaciuto ma a volte certi libri arrivano nel momento sbagliato. toglierlo dal comodino è stata una liberazione come quando finivi un esame e mannavi affanc.ulo libri e fotocopie.
Ecco, Bulgakov. Sarà stato il traduttore eccezionale, ma certe descrizioni così vivide le ho lette raramente.

Per aver detto che non ho amato questo libro, ho perso il saluto di diversi amici :)

porgascogne

porgascogne

Re:libri
« Risposta #874 il: 27 Set 2013, 11:11 »
Per aver detto che non ho amato questo libro, ho perso il saluto di diversi amici :)

ti ho messo in ignore, sappilo

...

sono essenzialmente d'accordo con te, anche se partiamo da punti di vista differenti
(e cmq anche io sono uno al quale piacciono le letture contorte)
Re:libri
« Risposta #875 il: 27 Set 2013, 11:30 »
io ho letto La scopa del sistema e La ragazza dai capelli strani.
Non l'ho trovato così contorto...
Però dicono tutti che Infinite  jest sia effettivamente illeggibile

Offline Drake

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5690
Re:libri
« Risposta #876 il: 27 Set 2013, 13:04 »
Però dicono tutti che Infinite  jest sia effettivamente illeggibile

Per me lo è, IJ l'ho comprato appena uscito perché DFW era uno scrittore che adoravo, quindi sono oltre 15 anni che ce l'ho fra le letture da finire, il problema è che ogni volta che ho cercato di leggerlo immancabilmente mi sono arreso alla noia, le prime due volte quando c'è il monologo del drogato, pagine e pagine di paranoie che si ripetono ossessivamente, l'ultima volta quando arriva alla descrizione del campus con tutti i passaggi e i condotti e poi digressioni chilometriche annidate dentro altre digressioni chilometriche, e tu che a un certo punto ti domandi ma a me che cazzo me ne frega di quello che mi stai raccontando, mi devo leggere 'sta roba solo perché è scritta così bene? Ecco IJ (ok non tutto il libro diciamo le prime x pagine magari dopo è diverso) mi fa questo effetto, non mi coinvolge, e quando succede non ho alcun senso di colpa nel posare il libro.

porgascogne

porgascogne

Re:libri
« Risposta #877 il: 27 Set 2013, 13:39 »
Per me lo è, IJ l'ho comprato appena uscito perché DFW era uno scrittore che adoravo, quindi sono oltre 15 anni che ce l'ho fra le letture da finire, il problema è che ogni volta che ho cercato di leggerlo immancabilmente mi sono arreso alla noia, le prime due volte quando c'è il monologo del drogato, pagine e pagine di paranoie che si ripetono ossessivamente, l'ultima volta quando arriva alla descrizione del campus con tutti i passaggi e i condotti e poi digressioni chilometriche annidate dentro altre digressioni chilometriche, e tu che a un certo punto ti domandi ma a me che cazzo me ne frega di quello che mi stai raccontando, mi devo leggere 'sta roba solo perché è scritta così bene? Ecco IJ (ok non tutto il libro diciamo le prime x pagine magari dopo è diverso) mi fa questo effetto, non mi coinvolge, e quando succede non ho alcun senso di colpa nel posare il libro.

esattamente

Offline Tarallo

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111509
Re:libri
« Risposta #878 il: 27 Set 2013, 13:44 »
L'ho gia' scritto ma lo ripeto (per partecipare), dopo 50 pagine ho buttato The Pale King, mia prima e ultima esperienza nel genere.
Re:libri
« Risposta #879 il: 27 Set 2013, 13:46 »
L'ho gia' scritto ma lo ripeto (per partecipare), dopo 50 pagine ho buttato The Pale King, mia prima e ultima esperienza nel genere.

Ti eri rotto le Pale ?
 

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