Ed ovviamente non posso che sottoscrivere quanto dici, non a caso mostri come Thomas Lang, o Virgil Donati li conoscono solo altri batteristi, mentre i Ringo Star, Charlie Watts o Nick Mason hanno fatto la storia della musica con soluzioni semplici al servizio del pezzo e del gruppo. Il fatto è che, se ami uno strumento come me, è impossibile non tenergli sempre le orecchie attaccate, ed innamorarti di quello che è nuovo, diverso, difficile, proprio perché non è nelle tue corde. Anche se musicalmente poi non ti piace, non ti emoziona. Tra l’altro, io da batterista sono più che abituato a detestare quello che una volta mi piaceva, è il normale processo di apprendimento, che si basa sull’ascolto ripetuto del brano, il suo svisceramento, la ripetizione delle parti ostiche. Dopo che hai studiato tanto un pezzo è impossibile che te lo vada a risentire in cuffia per il piacere di sentirlo, forse dopo anni…E non mi riferisco ai pezzi più veloci, io ad esempio, da batterista punk, mi sento sicuro nei miei ritmi serrati e fills intricati, mentre mi comincio a cacare sotto quando il pezzo è lento, devo suonare poche note, e quindi devono essere suonate come si deve, cosa assai difficile.
In ogni caso non voglio neanche demonizzare la musica ipertecnica, la giusta distinzione dovrebbe essere tra musica ben suonata e no. Ad esempio a te piace più lo swing o il bebop? Lo swing è il rassicurante terzinato di Gene Krupa sul charleston semi-aperto, serve a far ballare. Il bebop serve a mostrare al mondo che gli afroamericani sono superiori nella musica, che sanno tenere tempi più intricati, che sanno suonare note meno banali. Ed avevano ragione, nessuno suonava come loro, in tempi di fascismi ed apartheid, loro sbattevano in faccia al mondo la loro bravura, rabbiosamente. Tutti e due i generi sono magici.
Faccio un altro nome che spesso scatena flames: Malmsteen. Molti lo riconoscono come l’emblema del freddo esecutore supersonico, a me piace morire. Si, è uno sborone, si, usa una Fender con i tasti incavati (scalloped) per aggiungere difficoltà senza motivo (lui sostiene aiuti nei suoi leggendari
vibratos) ma quando vedo sta roba mi casca sempre la mascella!
Infine, se una drum machine è troppo precisa, darà l'effetto drum machine, che fa schifo e si riconosce subito: una mitragliata invece di un rullo sullo snare. Il suonato umano si riconosce perchè non perfettamente a tempo sulla barra, e non tutte le note hanno la stessa intensità di volume. Una drum machine può sfasare leggermente questi valori per umanizzarli, ma non saprà mai cosa vuol dire "tirare avanti la canzone" o "appoggiare il rullante sul basso". Perchè per quello serve il cuore