Sulla questione copio e incollo un post di Christian Raimo che condivido al 100%
"La destra peggiore arriva a mettere il cappello.
I tassisti rappresentano una categoria trasversale, alle volte con atteggiamento corporativo, alle volte con arroganza pseudofascista anche, alle volte facendo gli squadristi, alle volte facendo la merda (tipo le aggressioni personali a Lanzillotta) stanno provando a difendere le loro condizioni di lavoro: quello che chiedono è essenzialmente ora è di non diventare da ceto medio ceto medio impoverito.
Poi ci sono i tassisti di serie b, con meno diritti o senza diritti come gli NCC o come gli Uber che ovviamente vorrebbero alcune garanzie, o poter accedere almeno a una piccola fetta di un mercato in crisi.
Come accade spesso in Italia la liberalizzazione - vedi quelle di Monti sul commercio - ha come risultato non il miglioramento del servizio per gli utenti né ma il peggioramento generalizzato delle condizioni di lavoro e la ricattabilità dei lavoratori.
Quando ci sono diversi populismi a confronto, l'un contro l'altro armati - chi con i tassisti tartassati, chi i disoccupati che si arrangiano con Uber, chi con i cittadini di una città paralizzata - forse si farebbe bene a pensare che la politica deve avere come priorità la difesa dei diritti sul lavoro, l'estensione di questi diritti e non la deregolamentazione."