FD, io sono ignorantissimo in materia "occupazioni" quindi fai di me quello che vuoi. Esiste un coordinamento tra i vari movimenti occupatori o ciascuno agisce in solitaria? Te lo chiedo perché quello che traspare dalle notizie è uno scollamento totale tra queste azioni e (le esigenze e i diritti de) i cittadini. Sì, so come funziona il mondo dell'informazione generalista. Ma so anche che il cittadino medio informato tende a irrigidirsi quando sente qualcuno dire "me lo vado a prendere perché è un mio diritto"
Mi spiego?
esistono reti diverse e non tutte le occupazioni sono uguali.
E' evidente ad esempio che le occupazioni abitative hanno specificità diverse da quelle sociali.
Nello specifico qui si tratta di decide roma/roma comune, a cui il coordinamento acqua pubblica partecipa assieme a tanti spazi sociali, associazioni, comitati di natura tra loro diversa (ossia non si tratta solo dei famigerati centri sociali, spauracchio spesso agitato dalla stampa perbenista), più o meno quelli interessati dalla delibera 140 che sta permettendo lo sgombero delle più disparate attività e servizi con l'unico criterio del recupero patrimoniale, senza considerare che tali servizi costituiscono una ricchezza restituita alla città e non hanno poi una sostituzione istituzionale, per mancanza di volontà e risorse da impegnare: dai centri antiviolenza al grande cocomero a s.lorenzo per intendersi.
La domanda a mio avviso da porsi è: quegli spazi non vengono recuperati dalle istituzioni, restano semplicemente vuoti o fonte di speculazione privata. Oggi invece forniscono servizi utili alla cittadinanza in forma volontaria.
Non è che parliamo di soggetti che occupano uno stabile per farci un proprio profitto personale.
E quindi si pone la domanda: una parte della cittadinanza ha diritto a utilizzare dei beni pubblici inutilizzati e su cui non c'è alcun progetto alternativo? Quale diritto lede una siffatta occupazione?
Un diritto concreto di qualcuno o un diritto astratto, privo di riscontro, agitato unicamente per impedire esperienze di questo tipo?
In parole povere: se lo stabile X lo lasciamo abbandonato, senza un progetto di recupero, nel lasciarlo vuoto o sgomberare si può dire che è rispettato il diritto del cittadino Y che a quell'immobile non ce pensava proprio?
Se invece il cittadino Z ci ha pensato, ci ha tirato su un progetto utile, in che modo il cittadino Y risulta leso di un diritto da un'eventuale occupazione?
In merito all'ex-rialto e al coordinamento acqua pubblica ho postato qualche giorno fa un paragone significativo su quali regole e quale legalità si vorrebbe imporre.
Come può il circolo canottieri dell'Aniene, un circolo con quota associativa di 25mila euro e dagli spazi immensi pagare appena 3mila euro e il coordinamento acqua pubblica, quota associativa 10 euro l'anno e una stanza di 12 metri quadri senza utenze pagare 540 (senza per altro che tale affitto sia stato concordato prima di oggi si chiedono 94mila euro di arretrati?)
E' chiaro che si stanno unicamente ponendo barriere economiche inaggirabili come pretesto per appropriarsi di immobili e in questo modo porre rimedio alla situazione debitoria del comune.
Già da qualche anno sottolineo come il debito diviene strumento politico celato dietro una veste tecnica, volto a cambiare il volto di questa città (e più in generale degli stati, si veda la grecia).