Per ovvi motivi non mi metto a pubblicare tutto il teso (disponibile qui
https://www.comune.roma.it/DeliberazioniAttiWeb/showPdfDoc?fun=deliberazioniAtti&par1=R0NE&par2=MjAwNA==) .
Ma parliamone, davero e senza tabù.
Ma prima: puo' darsi Fat che sia una cosa brechtiana come dici tu, la mia reazione. Nel profondo mi auguro che non sia cosi dato che ho semre sostenuto qualsiasi tipo di associazionismo sul territorio con fini sociali etc etc.
Come linee guida, cioé lo spirito della delibera, troviamo:
"
Premesso che con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 66 del 18 luglio 2013
sono state approvate le “Linee programmatiche” della Nuova Amministrazione, in cui
viene indicato – fra l’altro – quale obiettivo generale dell’azione di governo, per il
prossimo quinquennio, quello di fare di Roma, città del mondo, espressione unica della
cultura europea e occidentale e di quel modello urbano che da qui si è diffuso: una città
accogliente inclusiva, ricca di opportunità dal centro ai quartieri della periferia;
Che la menzionata deliberazione ha approvato anche il Programma della nuova
Amministrazione con le prospettive di considerare il patrimonio pubblico come un “Bene
Comune” per far sviluppare opportunità e servizi ai cittadini oltreché per la residenza
pubblica, nel campo culturale, sociale, artistico, artigianale ed imprenditoriale; Che in particolare, in questo momento di crisi, è importante che il patrimonio
svolga un ruolo per la collettività e lo sviluppo della città al fine di fornire opportunità a
tutti i cittadini;
Considerato, quindi, che il Patrimonio pubblico costituisce una significativa risorsa
della città e che Roma Capitale è proprietaria di numerosi immobili fra cui immobili di
patrimonio indisponibile (circa 860 beni) alcuni dei quali versano in situazioni di grave
degrado e richiedono interventi di restauro e/o manutenzione straordinaria; di tali beni
occorre garantire con urgenza la conservazione da gravi processi di degrado, nonché
preservarli da occupazioni abusive;
Che al tempo stesso è necessario considerare la redditività del patrimonio pubblico
al fine di definire maggiori risorse economiche per la città, provvedendo alla sua migliore
finalizzazione;
Considerato che già con deliberazione Giunta Capitolina n. 219/2014 a cura del
Dipartimento Patrimonio, Roma Capitale ha inteso rilanciare – con forza e
determinazione – la qualità del vivere urbano, nel rispetto della sostenibilità ambientale,
coniugando, da un lato, l’obiettivo di valorizzare e recuperare la città esistente e,
dall’altro, quello di promuovere e rafforzare il contributo del Terzo Settore e delle
Associazioni in genere, anche attraverso la creazione di servizi, risorse, luoghi e strutture
apposite, in grado di avviare processi di crescita culturale, di sviluppo economico ed
innovazione, nonché di coesione sociale nella città, con riferimento anche ai quartieri più
periferici, a partire proprio dal “bene comune” patrimonio ivi presente;
Che conseguentemente sono già in corso bandi pubblici finalizzati alla selezione per
l’assegnazione di beni, previo l’avvenuto procedimento di riacquisizione degli stessi;
Che con deliberazione Giunta Capitolina n. 16/2014 è stato, altresì, avviato un
programma per il recupero delle aree agricole in proprietà “terre pubbliche” per il quale
sono stati già pubblicati bandi, che hanno dato esito positivo per molte terre agricole le
quali quindi sono state affidate ai soggetti vincitori per lo svolgimento delle attività;
Preso atto del complesso della normativa succedutasi negli anni, (L. n. 241/1990;
T.U.E.L. n. 267/2000; Direttiva Europea) che ha modificato in parte la modalità di
gestione e precisato sempre più che il patrimonio in concessione costituisce una risorsa,
una opportunità disponibile, per tutti i cittadini nell’ottica di perseguire obiettivi socioculturali-
imprenditoriali-commerciali, per la collettività e che costituisce una significativa
leva di coesione sociale e sviluppo della collettività;
Preso atto che molti beni sono affidati a Dipartimenti e Municipi per finalità
istituzionali – i quali rispondono dell’utilizzo dei beni e della loro redditività in qualità di
consegnatari;
Preso atto che la gestione del patrimonio fino al 2014 era completamente
esternalizzata, con contratto di gestione alla Soc. Romeo Gestioni S.p.A. e non era attivo
in proprietà un sistema informativo per il monitoraggio costante della gestione;
Che il Dipartimento, in base alla deliberazione Giunta Capitolina n. 201/2014, ha
oggi inteso modificare tali modalità gestionali, ed oggi fruisce invece di un proprio
sistema informativo REF2, già in funzione, per un più effettivo ed efficace controllo
diretto del proprio patrimonio, superando, pertanto, l’esternalizzazione generalizzata e
migliorando la possibilità di controllo e verifica dei beni in concessione;
Considerato che l’uso dei beni in concessione rappresenta, in molti casi, un apporto
significativo ad attività e servizi di valenza pubblica di supporto alle finalità dell’Ente
e/o di sussidiarietà di servizi, ciò deve avere un peso specifico nell’individuazione delle
priorità che devono presiedere l’attività di riordino di cui al presente provvedimento, per
evitare improvvisi effetti negativi alla città;blablabla..
Che pertanto presupposta l’intervenuta scadenza dei titoli di utilizzo dei beni, il
percorso tracciato per l’attività di riordino deve seguire progressivamente e
temporalmente le seguenti priorità:
1. per gli utilizzatori, che sono già destinatari di un provvedimento di rilascio, si
provvederà, in via prioritaria, all’avvio dei procedimenti necessari per riacquisire il
bene nonché a provvedere alla definizione di bandi ad evidenza pubblica per
l’assegnazione;
2. per gli utilizzatori dei beni a preminente carattere commerciale, professionale
e/o imprenditoriale,
non ricollegabile ad attività di natura prevalentemente socioculturale,si procederà analogamente, in via prioritaria all’avvio delle procedure
finalizzate al recupero della disponibilità del bene;
3. per gli utilizzatori di beni a destinazione urbanistica e catastale di tipo commerciale o
residenziale si valuterà l’eventuale passaggio degli stessi, con appositi atti, dalla
categoria del patrimonio indisponibile a quella del patrimonio disponibile, con
conseguente applicazione del regime locatizio, relativo all’uso conforme alla suddetta
destinazione urbanistico-edilizia;
4. fermo restando quanto previsto al punto 5., per gli utilizzatori che svolgono
prevalentemente effettive funzioni, attività e/o servizi d’interesse pubblico, e che
pertanto utilizzano il bene con modalità compatibili con la sua destinazione e che non
risultino morosi si procederà, d’intesa con i Dipartimenti ed i Municipi interessati
successivamente rispetto a quanto previsto ai punti 1 e 2, all’avvio delle procedure
finalizzate al recupero della disponibilità del bene. Lo stesso criterio potrà essere
applicato a favore degli utilizzatori rientranti in questa stessa classificazione, che
risultassero morosi, qualora entro 250 giorni o con rateizzazione definita con atto di
impegno, provvedano a sanare la morosità. Resta inteso che i fattori dell’interesse
pubblico e dell’utilità dei servizi svolti per la collettività, saranno considerati nel
definire l’attuazione temporale del piano di recupero dei beni;
5. per gli utilizzatori quali Enti, Organismi o Associazioni che svolgono comprovate
attività socialmente utili di interesse cittadino o municipale, su delega o per conto di
Roma Capitale, e Enti ed Organizzazioni internazionali riconosciute dall’ONU, si
procederà nel rispetto del Regolamento sulle Concessioni (Consiglio Comunale
n. 5625/1983);
etcetcetc.
Quindi il "recupero" era finalizzato alla messa a bando, in alcuni casi esplicitamente detto per la riassegnazione ai medesimi occupanti.
Nell adelibera, che sicuramente ha dei punti in chiaroscuro, viene fatta una netta distinzioni tra attività con fini di lucro ed attività con scopo sociale sul territorio.