È mancanza di perspicacia che nasce da vita vissuta.
Nel privato, quando sei in difficoltá, non ti si fila nessuno.
In generale, sempre nel privato, si incontrano, e molto spesso, tante persone che ti chiedono di lottare per (con) loro, ma quando ne avresti bisogno tu, di qualcuno che lotta per (con) te, non si presenta quasi nessuno. E ti tocca sperare che qualcuno lo aiuti, il datore di lavoro, per non saltare insieme a lui. Altro che sciopero. In Italia i dipendenti pubblici sono privilegiati rispetto agli altri lavoratori. E questa é (dovrebbe essere) anche una responsabilitá.
Peró, come spesso in Italia, quando si parla di diritti, sono tutti professori. Quando si parla di doveri e responsabilitá, un po' meno.
È qui che si infila la logica del padrone o del datore di lavoro (come si chiama oggi, ma la sostanza è la stessa così come i rapporti di forza) infilando nella capoccia della gente una filosofia della lotta inversa.
Siccome ci sono categorie di lavoratori più deboli e meno capaci di rivendicazioni, è giusto abbassare il livello di tutta le altre che vengono fatte percepire come "privilegiate" al confronto.
E quindi ne scaturisce un discorso divisivo e di contrapposizione tra poveri.
In realtà il percorso dovrebbe essere l'esatto opposto, ovvero alzare i livelli di tutele a quelli che ne hanno di meno.
Perché se no anche tu, rispetto ad un lavoratore cinese o bangladino sei un privilegiato.
Ma non per questo dobbiamo portare tutti allo stesso livello di zero tutele che hanno i lavoratori in Cina o in Bangladesh.
Certo che il padrone (datore di lavoro) ne sarebbe contento, visto che una parte sostanziosa di maggior profitto viene proprio dalla compressione dei diritti economici e normativi della forza lavoro.
Quindi, qualsiasi discorso che va in questa direzione, non può che rientrare in una visione "padronale" del mondo del lavoro e, meno che mai, può essere portato avanti da un parte politica che si ispira, anche minimamente, ai principi cardine della sinistra.
Se no sei Renzi, uno che la sinistra non sapeva neanche dove stava di casa.